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L’occhio della mente o il tocco della mente?

Di Andrea Bassanini

Pubblicato il 20 Ott. 2011

Mind & Memory - © Gizele - Fotolia.comLeggiamo sul volume settembrino di Cerebral Cortex una interessante ricerca svolta dai ricercatori della USC. Damasio e colleghi hanno scoperto che quando guardiamo un oggetto il nostro cervello non solo elabora le caratteristiche fisiche dell’oggetto in questione, ma recupera in memoria anche i ricordi legati alle sensazioni che tale oggetto dà al tatto. La connessione tra “mind’s eye” e “mind’s touch” è così forte che elaborando solo le informazioni ottenute toccando un oggetto, spesso riusciamo a riconoscere l’oggetto che abbiamo di fronte.

Basandosi su precedenti lavori che hanno indagato le connessioni tra le zone visive e quelle uditive del nostro cervello, Damasio e i colleghi del Dornsife Brain and Creativity Institute della University of Southern California hanno utilizzato scansioni fMRI (Functional Magnetic Resonance Imaging) per indagare le interazioni tra memoria e sensorialità. I ricercatori hanno chiesto a un gruppo di soggetti, mentre venivano sottoposti a risonanza magnetica funzionale, di guardare cinque video clip che mostravano alcune mani impegnate nell’azione di toccare vari oggetti. L’elemento interessante, anche a livello metodologico, riguarda il riconoscimento automatico da parte di un software delle azioni che i soggetti avevano visualizzato nei cinque diversi video, proprio a partire dalle aree cerebrale attivatesi; in altre parole, un computer programmato per l’esperimento, una volta ricevuti e analizzati i dati della scansione fMRI, è stato in grado di “indovinare” e riconoscere in modo accurato quale tra i cinque video stessero guardando i soggetti, proprio inferendolo a partire dalle specifiche aree cerebrali attivate.

I risultati della ricerca, secondo gli autori, mostrano che “sentire tramite il tocco della mente, il cosiddetto “mind’s touch”, attiva le stesse zone del cervello che si attiverebbero toccando realmente un oggetto“. Il cervello umano acquisisce e immagazzina le sensazioni fisiche, e successivamente le ripete nel momento in cui dispone del “suggerimento” dato dallo stimolo visivo. Insomma, una volta che sfioriamo la pelliccia di un cucciolo arruffato, sfogliamo la pagina di un libro antico o pizzichiamo le corde di una chitarra gustandone le successive vibrazioni sotto i polpastrelli, non ce la scordiamo più. Tenendo sempre “a mente” quanto l’emozione suscitata da tutto ciò contribuisca a fissare il ricordo…

BIBLIOGRAFIA:

  • K. Meyer, J. T. Kaplan, R. Essex, H. Damasio, A. Damasio (2011). Seeing Touch Is Correlated with Content-Specific Activity in Primary Somatosensory Cortex. Cerebral Cortex. 21(9).
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Andrea Bassanini
Andrea Bassanini

Psicologo - Spec. in Psicoterapia Cognitiva e Cognitivo-Comportamentale

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