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La felicità è negli occhi di chi guarda

Di Giuseppina Di Carlo, Ursula Catenazzi, Sara Della Morte

Pubblicato il 26 Set. 2011

Aggiornato il 03 Ott. 2011 12:30

Gli sguardi o la loro assenza possono discriminare gli stati d’animo.

Sad eyes © Konstantin Sutyagin - Fotolia.comBruce Springsteen cantava “gli occhi tristi non mentono mai”, uno studio sembra confermare che di certo sono “sfuggenti”. J.Hills e Michael B. Lewis, due ricercatori, rispettivamente, della Ruskin University di Cambridge e della Cardiff University, hanno confermato quanto aveva già suggerito, nel 1982, uno psicologo di Stanford, il professor I.H. Gotlib, ovvero che le persone depresse tendono ad evitare di guardare l’altro negli occhi.

L’esperimento che hanno condotto i due studiosi consisteva nel far ascoltare a 36 partecipanti, divisi in tre gruppi, tre tipi di musica diversi: una allegra, la siglia di A-Team, una triste, il Requiem di Mozart e una riconosciuta come neutra, il tema musicale di “Caccia ad Ottobre Rosso”, con lo scopo di indurre nei soggetti uno stato emotivo rispettivamente a valenza positiva, negativa o neutra.

Successivamente veniva testata la capacità dei soggetti di trovare delle piccole modifiche realizzate al computer sui dettagli di immagini raffiguranti volti. L’esperimento ha permesso ai ricercatori di appurare le differenze nel processo di riconoscimento delle espressioni facciali influenzato dallo stato emotivo dei soggetti, basandosi su quali zone del volto i tre gruppi focalizzavano maggiormente la loro attenzione.

I partecipanti che avevano ascoltato la musica allegra si focalizzavano per un tempo significativamente maggiore sugli occhi, non solo rispetto ai soggetti “tristi”, ma anche al gruppo di controllo.

Che la capacità di riconoscere le espressioni del volto giocasse un ruolo importante nelle interazioni sociali era noto da tempo. Ciò che di nuovo suggerisce l’esito di questo studio è che uno stato emotivo più positivo, dato per esempio dall’ascoltare una musica allegra, può avere implicazioni sulle modalità con cui focalizziamo la nostra attenzione nel riconoscere le emozioni dal volto degli altri e quindi anche sul modo di vivere le interazioni e le relazioni con gli altri.

Biografia:

  • Hills P. J., Lewis M. B. (2010). “Sad people avoid the eyes or happy people focus on the eyes? Mood induction affects facial feature discrimination“. British Journal of Psychology (2011), 102, 260–274.
  • Gotlib, I. H. (1982). “Self-reinforcement and depression in interpersonal interaction: The role of performance level“. Journal of Abnormal Psychology, 93, 19–30. doi:10.1037/0021-843X.93.1.19
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