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Schizofrenia: verso una diagnosi oltre i sintomi

Schizofrenia: Thomas Wolfers e André Marquand del centro medico dell’Università di Radboud hanno hanno cercato di mappare le differenze tra cervello di persone affette da schizofrenia e campione di controllo. La necessità è quella di costruire una diagnosi che vada oltre i sintomi

Di Gaia Butti

Pubblicato il 31 Ott. 2018

Aggiornato il 18 Apr. 2019 13:46

Thomas Wolfers e André Marquand del centro medico dell’Univesità di Radboud, hanno condotto uno studio sulla schizofrenia, e hanno voluto verificare quanto i cervelli dei soggetti con diagnosi di schizofrenia differissero dal gruppo di controllo, composto da soggetti sani.

 

Il campione utilizzato era di 218 soggetti affetti da schizofrenia e di 250 soggetti sani, entrambi i gruppi di soggetti erano stati reclutati nell’area di Oslo, Norvegia. Si è utilizzata la risonanza magnetica per scansionare il cervello sia dei soggetti affetti da schizofrenia, sia dei soggetti di controllo, sani.

Il gruppo composto da soggetti con schizofrenia differisce da quello di controllo per quanto riguarda le regioni frontali del cervello, il cervelletto e la corteccia temporale, dal momento che in queste regioni vi era una riduzione della materia grigia nel gruppo dei soggetti con schizofrenia.

Gli studiosi hanno osservato che attraverso la mappatura della struttura del cervello si verificavano differenze identiche solo nel 2% dei pazienti e il maggior numero di differenze erano osservate esclusivamente su un livello individuale. La schizofrenia è un disturbo cerebrale grave e complesso caratterizzato da una sostanziale eterogeneità clinica e biologica, spesso gli studi caso-controllo non considerano tale eterogeneità, poiché si concentrano sul paziente nella media. Questo comporta una mancanza di robusti biomarker indicativi della risposta al trattamento e del risultato di un individuo.

Schizofrenia: sintomi e base biologica

La schizofrenia è un disturbo psichiatrico estremamente variabile, il quale viene diagnosticato sulla base della presenza di sintomi specifici, quali allucinazioni, deliri, sintomi positivi (eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato o catatonico) e sintomi negativi (diminuzione dell’espressione delle emozioni). Il metodo di una diagnosi per disturbi psichiatrici basata solo sui sintomi può presentare qualche problema: infatti, come si vede dallo studio, gli individui con schizofrenia hanno il loro personale profilo biologico, che è diverso da individuo a individuo e, sebbene il gruppo di schizofrenici sia accomunato dalla stessa diagnosi, presenta differenze significative nel cervello. Naturalmente è difficile comprendere a pieno la biologia alla base della schizofrenia semplicemente studiando il paziente di controllo.

Per quanto riguarda le prospettive future i ricercatori vorrebbero creare un’”impronta digitale” per il cervello di ciascun individuo, documentando le differenze rispetto al gruppo di controllo sano, il cui fine sarebbe quello di avere un disegno più completo per ogni paziente.

Per comprendere maggiormente l’individuo nel suo complesso bisognerebbe tenere in considerazione sia la sua patologia sia le caratteristiche individuali, che hanno una loro storia e una loro biologia, nonostante, oggi, si utilizzano modelli diagnostici che ignorano ampiamente queste differenze.

Gli studiosi auspicano che la ricerca nel futuro possa produrre risultati pratici e visibili, dal momento che loro hanno tenuto in considerazione sia i sintomi che la biologia e che possa portare a diagnosi migliori e terapie individualizzate per i pazienti.

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