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Il giardino dell’umano. Counseling di Gruppo nelle Organizzazioni (2017) di A.R. Scolamiero, M. Tomassini, P. Trentin – Recensione del libro

Il giardino dell’umano è il libro di Scolamiero, Tomassini e Trentin e che introduce il Counseling di Gruppo nelle Organizzazioni come strumento di intervento nelle aziende. Il presupposto teorico è guardare alla persona all'interno dell'azienda vedendola come tale, non solo come risorsa

Di Massimo Zedda

Pubblicato il 03 Lug. 2018

Il giardino dell’umano è il libro scritto da Scolamiero,Tomassini e Trentin che propone in 184 pagine il Counseling di Gruppo nelle Organizzazioni (CGO). Il CGO viene presentato come nuovo strumento per portare miglioramenti in alcune aree aziendali come la gestione dei collaboratori e lo sviluppo dello spirito di squadra.

 

La narrazione, il ri-orientare la consapevolezza verso l’interiorità e l’assenza di giudizio rappresentano alcuni assi portarti nel CGO, dove l’attenzione si sposta dagli obiettivi e dalla performance alla visione olistica del soggetto come generatore di senso e significato, ricco di creatività ed intuizione al di fuori del campo della consapevolezza:

Si tratta di favorire il contatto con quello che Francisco Varela, intervistato da Otto Scharmer, definisce il Sé “decentrato” “virtuale”, “fragile”, che supera il dualismo soggetto – oggetto […].

Il Counseling di Gruppo nelle Organizzazioni (CGO)

Con il crescere della complessità dei sistemi/organizzazioni la gestione centralizzata diventa difficoltosa, mentre l’attenzione alla gestione dei team e degli individui rappresenta il cambiamento di visione delle organizzazioni più innovative. In questo contesto si inserisce in maniera ottimale il Counseling di Gruppo nelle Organizzazioni come intervento privilegiato.

Nel libro Il giardino dell’umano la prefazione di Piero Ferrucci inizia con questa frase evocativa

Il mondo aziendale è spesso visto come un’arena spietata in cui regnano la competizione a tutti i costi, la prepotenza, l’indifferenza verso l’altrui sensibilità. Il pesce grosso mangia il pesce piccoloè così nella vita e, a maggior ragione con più crudezza e meno filtri, è così anche nel mondo del business

Da questa frase si evince che l’agonismo rappresenta il mandato evolutivo contestualizzante le relazioni interpersonali, soprattutto nelle organizzazioni. Leggendo il libro, scritto in modo chiaro e scorrevole, ricco di esempi e consolidato da esperienze svolte sul campo, emerge come il CGO possa spostare l’intenzione dal substrato agonista verso quello cooperativo costruttivista, dove maggior peso viene rivolto a come le risorse umane, o meglio persone, costruiscono il senso e significato dello stare al mondo e quindi all’interno del contesto organizzativo.

Il giardino dell’umano: alla scoperta del CGO

Il giardino dell’umano è strutturato in sei capitoli: si inizia la lettura con un inquadramento storico e teorico rispetto la trasformazione di strategie e strumenti negli ultimi decenni e, attraverso l’esaustiva spiegazione del modello di Counseling di gruppo nelle Organizzazioni, viene narrata l’esperienza in Sogei SPA finendo con le riflessioni e destinazioni possibili da percorrere nel futuro prossimo del counseling socio-formativo nelle organizzazioni.

Alcuni aspetti teorici meritano di essere introdotti per meglio leggere il senso del transito storico tra i vari modelli di intervento in azienda (di cosa?); dagli anni ’90 la formazione comportamentale focalizzata sulle soft skill ha rappresentato il maggior investimento in termini formativi per le imprese pubbliche e private, dagli anni 2000 si assiste all’interessamento verso il coaching

come metodologia innovativa di supporto focalizzato alla performance, derivato infatti dal coaching sportivo (allenamento personalizzato per vincere nelle competizioni), ma arricchito da aspetti più propriamente psicologici (sfera emozionale e di insight comportamentale) e da un’attenzione competente allargata al contesto socio-organizzativo.

Il Counseling di Gruppo nelle Organizzazioni emerge con interesse negli ultimi anni del XX secolo come approccio innovativo in quanto fautore di stimolo per gli aspetti cognitivi ed emozionali più efficace rispetto altre modalità. Esso prende origine da percorsi scientifici del novecento ed in parte contemporanei, tra cui l’approccio socio-dinamico di Peavy e costruttivista di Haynes e Oppenheim. Bass negli anni 90 teorizza un approccio meno legato al potere e maggiormente strutturato verso la ricerca della motivazione e migliori performance.

La natura del counseling è e rimane, pertanto principalmente relativa al care, cioè un’assistenza, un supporto, una facilitazione, non una formazione o un indirizzamento.

Nel counseling l’interesse è rivolto verso il potenziamento e la consapevolezza “che è generativa di punti di vista diversi, di ricerca di alternative possibili nei comportamenti e nelle soluzioni e che quindi produce anche un nuovo modo di vedere e di vivere la cultura, i valori e i comportamenti ad essa collegati.”

Counseling di Gruppo nelle Organizzazioni: un approccio post-modernista

L’approccio postomodernista del counseling è orientato sul senso della narrazione come generatrice di senso per le situazioni, obiettivo diverso dalla ricerca di soluzioni degli approcci precedenti; l’attenzione si sposta così dalla percezione del cliente verso il problema, alla consapevolezza di se stessi come individui e poi come gruppo all’interno di un contesto, nell’ottica che vede nel presente il grounding su cui processare il cambiamento; molte conoscenze nelle pratiche lavorative sono tacite (embedded), non sufficientemente presenti nella consapevolezza, ma ricche di intuizione e creatività, elementi che rappresentano un valore aggiunto nel quadro organizzativo attuale.

Gli autori de Il giardino dell’umano presentano uno schema teorico per la lettura delle dinamiche interne e gruppali in cui il sé senziente interagisce con il sé sociale, con gli altri e con la cultura organizzativa. Lo scopo dello schema è di offrire delle indicazioni per la conduzione degli interventi nelle organizzazioni ponendo attenzione alla costellazione delle relazioni intrapersonali ed interpersonali.

Il problema è, quindi, quello di portare consapevolezza sul funzionamento di questi stati, e in alcuni casi sulla loro stessa esistenza, ossia al riconoscimento di una soggettività spesso in bilico tra spinte depressive e derive egoiche.

Un aspetto interessante del CGO porta il soggetto a sviluppare la consapevolezza attorno all’esperienza vissuta e alle capacità possedute al fine di sviluppare percorsi autoriflessivi, la gestione dello stress e la percezione del senso di sé.

Oltre al tema del pensiero narrativo (Bruner) è interessante considerare come l’orientamento sia verso la positività dell’azione, non intesa come rafforzamento ed innalzamento delle performance, ma finalizzato alla necessità di non porre attenzione esclusiva alle negatività contestuali per giungere alla realizzazione dell’obiettivo di eleminarle o superarle.

Un capitolo de Il giardino dell’umano è dedicato all’evoluzione interiore nel CGO dove l’ascolto profondo nei gruppi come motore per la scoperta di istanze esistenziali, la mente intuitiva promotrice di percezione complessiva dei fenomeni, la dimensione dell’accettazione e quella spirituale (visione olistica dell’uomo) ed il presencing fanno da sfondo alla filosofia del cambiamento in profondità attraverso il modello CGO, dove i soggetti cambiano dall’interno, così come le organizzazioni e la società.

Per concludere, un capitolo è dedicato alla spiegazione delle fasi che compongono il modello di intervento; dall’analisi della domanda, passando attraverso la progettazione, si evidenziano i concetti della strutturazione dell’intervento presso i gruppi all’interno delle organizzazioni (vengono presentate 50 attività di lavoro utili al professionista come stimolo guida per strutturare gli interventi).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Scolamiero, A.R., Tomassini, M., Trentin, P. (2017). Il giardino dell'umano. Counseling di Gruppo nelle Organizzazzioni. Editore Alpes Italia
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