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Scuola, malattie somatiche complesse e salute mentale: cosa ne pensano i genitori

I genitori si mostrerebbero poco fiduciosi nella capacità della scuola di soccorrere e riconoscere problemi di salute mentale e gravi malattie fisiche.

Di Filomena Propato

Pubblicato il 03 Ott. 2017

Aggiornato il 03 Lug. 2019 12:07

Quale potrebbe essere il personale più adatto, all’interno delle scuole, a riconoscere e aiutare uno studente che, dopo il divorzio dei propri genitori, sperimenta uno stato di tristezza profonda? Oppure un adolescente che lotta con la propria ansia a causa della pressione scolastica?

 

Secondo un sondaggio nazionale del C.S. Mott Children’s Hospital, sulla salute dei bambini, presso l’Università del Michigan, solo il 38% dei genitori ripone fiducia nelle capacità della scuola di prendersi cura di uno studente con sospetto problema di salute mentale.

La maggior parte dei genitori (il 77%) sono sicuri che le scuole siano in grado di fornire un primo aiuto per problemi minori, come il sanguinamento causato da una piccola ferita. Ma sono meno sicuri della capacità di una scuola di rispondere prontamente a situazioni di salute più complesse, come ad esempio un attacco d’asma, crisi epilettiche o reazioni allergiche gravi. L’incertezza più grande si ha sulla capacità di identificare e aiutare studenti con difficoltà e problemi nell’area della salute mentale.

Una delle sfide maggiori, sarebbe quella di affrontare le diverse sfaccettature del problema che potrebbero includere stati di tristezza prolungati, problemi di gestione della rabbia o casi di ADHD non diagnosticati, sintomi di ansia, uso di sostanze e pensieri suicidari.

I genitori degli studenti delle scuole secondarie sono dell’opinione che l’inserimento di uno psicologo scolastico sarebbe più adatto per affrontare e per assistere i ragazzi con problemi di salute mentale.

Per i primi soccorsi di base e le condizioni sanitarie urgenti, i genitori identificano come figura con responsabilità primaria l’infermiera scolastica. Circa 3 genitori su 5 ritengono che un’infermiera scolastica sia fondamentale in loco, presso la scuola materna 5 giorni alla settimana (mentre è dello stesso parere il 61% dei genitori delle elementari e il 57% dei genitori delle superiori). Pensare che un’infermiera scolastica sia disponibile 5 giorni alla settimana evidenzia livelli più elevati di fiducia da parte dei genitori nelle capacità della scuola di gestire situazioni di salute e di sicurezza.

Tuttavia, dati recenti della National Association of School Nurses, suggeriscono che i genitori spesso sovrastimano la quantità di tempo che un’infermiera trascorre nella scuola del proprio figlio. Meno della metà delle scuole americane hanno infermieri a tempo pieno, con variazioni sostanziali tra le varie regioni.

Dare per scontato la costante disponibilità di un’infermiera scolastica può essere particolarmente rischioso per gli studenti con condizioni sanitarie complesse che potrebbero aver bisogno di una risposta immediata, come ad esempio la somministrazione di un farmaco o l’individuazione del momento critico in cui dover chiamare l’ambulanza.

Sarah Clark, la co-responsabile del sondaggio, dichiara che i genitori dei bambini con esigenze di salute particolari dovrebbero lavorare direttamente con il personale scolastico per comprendere la disponibilità in loco degli infermieri e garantire che il personale non medico sia disposto a gestire situazioni di salute urgenti che possono sorgere durante la giornata scolastica.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Michigan Medicine - University of Michigan. (2017, September 18). Parents not confident schools can assist child with chronic disease, mental health: Do parents think schools are equipped to handle health issues like asthma attacks and mental health issues? ScienceDaily. Retrieved September 19, 2017 from www.sciencedaily.com/releases/2017/09/170918090815.htm
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