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L’azienda va in scena: il teatro d’impresa

Un incontro tra teatro ed azienda è possibile con l’adozione di un approccio metaforico: interpretando il contesto organizzativo con la metafora teatrale.

Di Ursula Valmori

Pubblicato il 25 Feb. 2016

Sia il teatro, sia la vita organizzativa sono pieni di conflitti e di problemi da risolvere: per questo, forse, il palcoscenico di un teatro ed un’azienda si assomigliano tanto.

 

Il teatro è il luogo delle relazioni e dei conflitti per eccellenza; è il luogo dove i personaggi operano scelte, mettono in atto strategie, cercano di superare ostacoli, risolvere problemi e raggiungere obiettivi.

Sia il teatro, sia la vita organizzativa (oltre che quella sociale) sono pieni di conflitti e di problemi da risolvere: per questo, forse, il palcoscenico di un teatro ed un’azienda si assomigliano tanto. In altre parole, un incontro tra teatro ed azienda è possibile con l’adozione di un approccio metaforico, interpretando, cioè, il contesto organizzativo con la metafora teatrale ed il teatro come metafora della vita organizzativa.

Il teatro può essere utilizzato da qualsiasi azienda per approfondire qualsiasi argomento di vita e cultura organizzativa. Innanzitutto può essere utilizzato come strumento formativo in grado di generare consapevolezza e crescita.

Il primo ad applicare la metodologia teatrale alla formazione aziendale fu Christian Poissonneau che, nel 1984, fondò a Montréal, in Canada, il Théatre à la carte. Ma è stato a Parigi che il teatro d’impresa ha sviluppato le caratteristiche e le metodologie che tuttora lo contraddistinguono.

Il carattere innovativo del teatro d’impresa in ambito formativo ha favorito il passaggio dall’aula, che è per antonomasia un contesto strutturato, al palcoscenico, che invece è un contesto semi-strutturato, che favorisce il coinvolgimento di mente e corpo dei partecipanti, alternando momenti di coinvolgimento emotivo a momenti di rielaborazione cognitiva. Il teatro d’impresa ‘dà la possibilità agli attori organizzativi di riflettere sui propri comportamenti per cambiare e migliorare se stessi e l’organizzazione in cui lavorano‘ (C. Poissonneau, 2003).

Questo metodo favorisce il processo di consapevolezza rispetto alle aree di miglioramento di ognuno, sviluppando nei partecipanti una reale motivazione al cambiamento. Tramite il teatro d’impresa è possibile intervenire a più livelli: individuale, di team, interfunzionale ed organizzativo, per lo sviluppo di competenze manageriali (gestione dei conflitti, motivazione al lavoro, creatività….), per incrementare lo spirito di squadra, per sviluppare le competenze in tema di leadership, per aumentare la collaborazione e la comunicazione intra ed interfunzionale, per sensibilizzare sui valori aziendali, per agevolare il cambiamento culturale ed organizzativo.

Il teatro d’impresa è uno strumento perfetto per comunicare emozionando: attraverso l’humor ed il gioco, infatti, esso dinamizza, motiva, aggrega; attraverso l’ironia ed il divertimento sdrammatizza la realtà e favorisce la riflessione e la consapevolezza. Sul palcoscenico l’individuo è attivamente impegnato a conoscersi e a sviluppare le sue risorse, egli ascolta il suo mondo interno, i suoi dubbi, i suoi blocchi, i suoi talenti, i suoi desideri ed avvia un dialogo interiore che lo conduce a cogliere possibili soluzioni ai suoi conflitti interni e di relazione con il mondo esterno.

L’uso dello psicodramma, cioè della psicoterapia consistente nel far recitare al soggetto un’azione scenica che richiama la sua storia personale con lo scopo di fare affiorare conflitti inconsci, ha origine nella Vienna degli anni Venti del Novecento con Jacob Levi Moreno, che scoprì l’efficacia che ha per l’individuo la rappresentazione scenica del suo vissuto. Lo psicodramma è dunque un metodo di sviluppo personale basato essenzialmente sulla ‘messa in azione’ dei contenuti del mondo interno. Nello psicodramma la persona gioca, concretizzando sulla scena le sue rappresentazioni mentali.

Nell’epoca attuale, caratterizzata da un mercato del lavoro in continuo cambiamento, dove ‘gli individui non sperimentano più stabilità e sicurezza, ma si confrontano con lavoro flessibile ed organizzazioni fluide‘ (M. Savickas, 2011), è estremamente importante che ogni individuo sviluppi la sua capacità riflessiva riguardo a se stesso, all’organizzazione in cui lavora e alla società che lo circonda.

In uno scenario così complesso ed estremamente diverso da quello del XX secolo, è fondamentale che ciascuno prenda coscienza del proprio sviluppo vocazionale nel corso dell’intera esistenza: il teatro può aiutarci in tutto questo, può prepararci a svolgere ruoli diversi, permettendoci di uscire da quelli in cui abbiamo fallito, può aiutarci a superare situazioni di crisi, può aiutarci ad imboccare la via del cambiamento che conduce all’autonomia e alla spontaneità creativa.

Sorridere, anche delle proprie difficoltà, e anche in un contesto aziendale, aiuta a stemperare le tensioni, aumenta la capacità di risolvere i problemi e facilita lo spirito di squadra. Chiamare in causa l’umorismo non significa certo invitare i managers a raccontare barzellette, magari nel bel mezzo di una riunione importante. Il discorso è diverso e riguarda l’insieme degli atteggiamenti vincenti per una leadership di successo. Credo che la migliore spiegazione di umorismo sia dovuta a Luigi Pirandello, a cui lascio la parola per concludere questo mio intervento sull’importanza di andare in scena anche in azienda:

Ebbene, noi vedremo che nella concezione di ogni opera umoristica, la riflessione non si nasconde, non resta invisibile, non resta cioè quasi una forma del sentimento, quasi uno specchio in cui il sentimento si rimira; ma gli si pone innanzi, da giudice; lo analizza, spassionandosene; ne scompone l’immagine; da questa analisi però, da questa scomposizione, un altro sentimento sorge o spira: quello che potrebbe chiamarsi, e che io difatti chiamo il sentimento del contrario.

Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non si sa di quale orribile manteca, e poi tutta goffamente imbellettata e parata d’abiti giovanili. Mi metto a ridere. Avverto che quella vecchia signora è il contrario di ciò che una vecchia rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così, a prima giunta e superficialmente, arrestarmi a questa impressione comica. Il comico è appunto un avvertimento del contrario. Ma se ora interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella vecchia signora non prova forse nessun piacere a pararsi così come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa soltanto perché pietosamente s’inganna che parata così, nascondendo così le rughe e la canizie, riesca a trattenere a sé l’amore del marito molto più giovane di lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché appunto la riflessione, lavorando in me, mi ha fatto andar oltre a quel primo avvertimento, o piuttosto, più addentro: da quel primo avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra il comico e l’umoristico

(L. Pirandello, 1908).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Poissoneau C. (2011). Le Travail de mise en scène. Cavalier Bleu Eds. Parigi. Francia.
  • Rosati O. (1987), a cura di: Levi Moreno J. Manuale di psicodramma. Vol. 1: Il teatro come terapia. Astrolabio Ubaldini Editore. Roma
  • Savickas M. L. (2011). Career Counseling. Amer Psychological Assn. Washington. USA.
  • Lesavre L. (2013). Scènes de management : le théâtre d'entreprise. Presses Universitaires Grenoble.
  • Borgato R. (2007). Teatro d’impresa. Il teatro nella formazione: dalla teoria alla pratica. Franco Angeli Editore. Milano.
  • Mangham I.L., Overington M.A. (1993). Organizzazione come teatro. Raffaello Corina editore. Milano. Buccolo M. (2008). La formazione va in scena. La progettazione dei processi formativi attraverso la metodologia del teatro d’impresa. Laterza. Bari.
  • Buccolo M. (2011). Intervista a Christian Poissonneau. Franco angeli Editore. Milano.
  • Guichard J., Di Fabio A. (2010). Life-designing counseling: specificità e integrazioni della teoria della costruzione della carriera e della teoria della costruzione di sé, in COUNSELING, vol. 3, n. 3. Edizioni Erickson. Trento.
  • Pirandello L. (1908). L’umorismo, in “Opere di Luigi Pirandello”, edizione diretta da Giovanni Macchia, Arnoldo Mondadori Editore, I edizione I Meridiani Milano maggio 2006.
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