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Il bullismo infantile: gli effetti negativi a lungo termine in età adulta

Uno studio dimostra come l'aver vissuto atti di bullismo durante l'infanzia espone al rischio di sviluppare psicosi, depressione o dipendenze in età adulta.

Di Alessandro Valzania

Pubblicato il 19 Gen. 2016

Con il termine bullismo s’intende definire un comportamento aggressivo ripetitivo nei confronti di chi non è in grado di difendersi. Solitamente, i ruoli del bullismo sono ben definiti: da una parte c’è il bullo, colui che attua dei comportamenti violenti fisicamente e/o psicologicamente e dall’altra parte la vittima, colui che invece subisce tali atteggiamenti. La sofferenza psicologica e l’esclusione sociale sono sperimentate di sovente da bambini che, senza sceglierlo, si ritrovano a vestire il ruolo della vittima subendo ripetute umiliazioni da coloro che invece ricoprono il ruolo di bullo.

Un numero crescente di studi ha cercato, nel tempo, di comprendere le dinamiche che s’innescano e si mantengono negli atti di bullismo. Precedenti ricerche hanno trovato un legame tra l’aggressività fisica e psicologica e un maggiore rischio di problemi di salute mentale durante l’infanzia, come bassa autostima, scarso rendimento scolastico, depressione e un aumento del rischio di suicidio (Kaltiala-Heino et al., 1999; Seals & Young, 2003; Glew et al., 2005; Klomek et al., 2007; Espelage & Holt, 2013). Meno, invece, si conosce riguardo alla salute psicologica a lungo termine di adulti che, da bambini, erano bulli o vittime di bullismo.

Uno studio recentissimo effettuato da un gruppo finlandese (Sourander et al., 2015) e pubblicato sulla celebre rivista internazionale JAMA Psychiatry, ha preso in esame le diverse sfaccettature del bullismo. La ricerca, iniziata nel 1989, può essere considerata a tutti gli effetti il più grande studio longitudinale che prende in esame il bullismo e i suoi effetti negativi a lungo termine. Nello studio, i ricercatori hanno analizzato i dati raccolti su circa 5.000 bambini di otto anni di età.

 

Gli effetti a lungo termine del bullismo infantile

Le informazioni erano raccolte attraverso degli specifici questionari somministrati ai bambini, ai genitori e agli insegnanti. Successivamente, i bambini erano sottoposti a follow-up tra i sedici e i ventinove anni di età, periodo in cui venivano esaminati eventuali sviluppi di disturbi psichiatrici. Il dato interessante è che lo studio, prendeva in esame, non solo i bambini vittime di bullismo ma anche gli stessi bambini bulli. Infatti, la somministrazione dei questionari nell’infanzia, aveva determinato la divisione in quattro gruppi, che successivamente in età adulta sarebbero stati sottoposti a ulteriori indagini per verificare la presenza o meno di disturbi psichiatrici. I quattro gruppi erano così suddivisi: 1) bambini che non erano coinvolti in atti di bullismo (non erano né vittime né carnefici) 2) le vittime, esposte di frequente ad atti di bullismo 3) i bulli 4) bambini che di frequente erano bulli ma che altrettanto frequentemente erano vittime di bullismo.

I risultati della ricerca mostrano con chiarezza che i bambini di otto anni esposti di frequente al bullismo possono sviluppare diverse psicopatologie da adulti, anche in assenza di sintomi psichiatrici infantili. In particolare, secondo il gruppo di Sourander e colleghi, l’esposizione a comportamenti aggressivi nell’infanzia è associata in età adulta a dipendenze da sostanze, psicosi e soprattutto depressione.
Parlando di cifre, sembra che il 20% di bambini esposti a prevaricazioni da parte dei bulli, hanno sviluppato poi in età adulta un problema di salute mentale. Inoltre, tra i quattro esaminati, il gruppo che aveva una percentuale più alta (circa il 31%) di psicopatologie in età adulta era quello composto da soggetti che in infanzia erano stati sia bulli sia vittime, con un’alta associazione con depressione, disturbi d’ansia, schizofrenia e abuso di sostanze.

La speranza è che studi come questo, aumentino la sensibilizzazione sociale attorno ad un tema così delicato come quello del bullismo. L’obiettivo nel futuro sarà di fornire maggiori strumenti agli insegnanti e ai genitori per valutare, prevenire e, lì dove necessario, intervenire su comportamenti aggressivi sempre più frequenti tra bambini.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Espelage, D. L., & Holt, M. K. (2013). Suicidal ideation and school bullying experiences after controlling for depression and delinquency. Journal of Adolescent Health, 53(1), S27-S31.
  • Glew, G. M., Fan, M. Y., Katon, W., Rivara, F. P., & Kernic, M. A. (2005). Bullying, psychosocial adjustment, and academic performance in elementary school. Archives of pediatrics & adolescent medicine, 159(11), 1026-1031.
  • Kaltiala-Heino, R., Rimpelä, M., Marttunen, M., Rimpelä, A., & Rantanen, P. (1999). Bullying, depression, and suicidal ideation in Finnish adolescents: school survey. Bmj, 319(7206), 348-351.
  • Klomek, A. B., Marrocco, F., Kleinman, M., Schonfeld, I. S., & Gould, M. S. (2007). Bullying, depression, and suicidality in adolescents. Journal of the American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, 46(1), 40-49.
  • Seals, D., & Young, J. (2003). Bullying and victimization: Prevalence and relationship to gender, grade level, ethnicity, self-esteem, and depression. Adolescence, 38(152), 735.
  • Sourander, A., Gyllenberg, D., Brunstein Klomek, A., Sillanmaki, L., Ilola, A.M., & Kumpulainen, K. (2015). Association of Bullying Behavior at 8 Years of Age and Use of Specialized Services for Psychiatric disorders by 29 years of age. JAMA Psychiatry.
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