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Inside Out: oltre le emozioni l’importanza della memoria

Buona parte della riflessione si concentra sul ruolo cruciale della memoria e sui complessi meccanismi di conservazione e distruzione dei ricordi...

Di Silvia Dioni

Pubblicato il 24 Set. 2015

Aggiornato il 11 Mag. 2017 13:22

Vi capita mai di guardare qualcuno e chiedervi cosa gli passa per la testa?

Inside Out è un delizioso viaggio nella mente di una bambina di undici anni che sta facendo i conti con la fine della propria magica infanzia.

Le intuizioni psicologiche che caratterizzano i film della Pixar si confermano geniali, così come era stato nei precedenti “Up” (sulla tematica del lutto e della separazione) e “Toy Story”, altro esilarante racconto di formazione.

Avevamo parlato della valenza psicoeducativa di Inside Out tempo fa, e più recentemente di come il film utilizzi la teoria cognitiva della mente per spiegare le funzioni delle emozioni.

Riley, la protagonista di quest’ultimo lungometraggio, si ritrova per la prima volta ad affrontare un’esperienza dolorosa, un trasloco non voluto e per di più aggravato da difficoltà economiche. La nuova situazione crea scompiglio e disorganizzazione nel Quartier Generale delle sue Emozioni, che si attivano in maniera chiassosa per aiutarla ad adattarsi alle nuove difficoltà.

Gioia, Paura, Rabbia, Tristezza e Disgusto (non più concetti vagamente astratti ma personaggi dalle personalità coloratissime e ben definite) si contendono di volta in volta manovelle e pulsanti al banco di comando, ognuna nel tentativo di dare la propria coloritura al vissuto di Riley per guidarne al meglio i comportamenti.

Ma non sono solo le emozioni il cuore di questo bignami di psicologia formato cartoon; buona parte della riflessione si concentra sul ruolo cruciale della memoria e sui complessi meccanismi di conservazione e distruzione dei ricordi, impalcatura invisibile delle strutture più profonde di personalità della protagonista (rappresentate graficamente da suggestivi parchi giochi a tema sospesi nello spazio mentale).

CONTINUA DOPO IL VIDEO:

Proprio la consapevolezza dell’importanza della memoria è il motore che spinge Gioia ad affannarsi nella titanica impresa di proteggere i Ricordi Base (alcune preziose biglie contenenti scene da base sicura) dalle insidie di Tristezza, del subconscio e degli operatori ecologici mentali che tengono in ordine gli archivi mnesici eliminando i ricordi superflui con un aspirapolvere.

Belli i momenti in cui la regia si insinua anche nella mente di altri personaggi, a dimostrazione del fatto che per quanto le emozioni siano universali il loro (re)agire sia del tutto individuale, e quindi individuali reazioni e comportamenti (da non perdere le clip ai titoli di coda).

Divertentissimo e commovente, con qualche piccola sbavatura buonista sul tema dell’American-Happy-Family, ma nel complesso un gioiellino da vedere, per ricordare quanto sia stato eccitante, caotico e doloroso diventare grandi.

 

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Silvia Dioni
Silvia Dioni

Psicologa Psicoterapeuta laureata presso l’Università degli Studi di Parma e specializzata in Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale all’Istituto “Studi Cognitivi” di Modena.

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