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Trust (2010): l’adescamento online di minori – Cinema & Psicologia

Scritto e diretto dall’attore David Schwimmer, “Trust” è un film drammatico che racconta il problema sociale dell’adescamento on line di minori -Recensione

Di Manuela Ramundo

Pubblicato il 29 Lug. 2015

Scritto e diretto dall’attore David Schwimmer, “Trust” è un film drammatico che racconta una delle piaghe sociali attuali più dolorose: l’adescamento on line di minori.

Il film si apre con la festa di compleanno della protagonista, Annie, un’adolescente quattordicenne che sta per iniziare il primo anno di scuole superiori. Chattando la ragazza conosce un sedicente adolescente, Charlie, con il quale sembra condividere non solo la passione per la pallavolo, ma anche i primi turbamenti e le prime curiosità sessuali. La conoscenza virtuale prosegue, i due diventano sempre più intimi e Charlie inizia a svelare la sua reale identità dichiarandosi prima ventenne e poi venticinquenne. Quando Annie decide di incontrarlo di persona, in occasione di una temporanea assenza dei genitori, è costretta a constatare con sconcerto che si tratta invece di un trentacinquenne il quale non esita, con fare manipolatorio, a portarla ad avere un rapporto sessuale con lui. Da quel momento in poi le sue tracce reali e virtuali si dileguano e, a seguito della segnalazione del reato da parte di un’amica di Annie, inizia un lungo calvario che coinvolge la vittima e la sua famiglia e i servizi sociali.

Se nella prima parte del film, dunque, lo sguardo si sofferma a osservare la subdola dinamica dell’adescamento on line della minore nelle sue varie fasi (primo contatto, instaurazione di un rapporto di fiducia, seduzione esplicita, incontro reale), nella seconda seguono parallelamente le diverse reazioni dei personaggi e la loro evoluzione nel corso della vicenda: il faticoso percorso di elaborazione del trauma da parte della ragazza che, se inizialmente non riesce a vedere lucidamente l’evento, si rende gradualmente conto, anche grazie ad un sostegno psicologico, di essere una delle tante vittime di un adescatore seriale; l’incapacità del padre di accettare l’esperienza traumatica della figlia con la conseguente difficoltà nel sostenerla emotivamente come risulta evidente dall’impegno attivo focalizzato sulla ricerca del delinquente.

Ed è proprio la fiducia (“Trust”) la chiave di lettura di questa pellicola. Fiducia che il molestatore si conquista abilmente ad ogni chat condividendo i vissuti di insicurezza della giovane, divenendo per lei un importante punto di riferimento; fiducia che ingenuamente l’adolescente rinnova allo sconosciuto nonostante le reiterate menzogne sulla sua reale età e fiducia dei genitori nella figlia che non permette loro di cogliere il suo disorientamento adolescenziale prima, e le prime avvisaglie di malessere dopo.

Nell’età adolescenziale l’agile dimestichezza nella navigazione in rete, spesso non compensata da una completa maturità cognitiva ed emotiva, aumenta il rischio di ricerca di relazioni virtuali con sconosciuti che possano facilmente soddisfare il crescente bisogno di intimità e il fisiologico interesse per l’area sessuale.
Parlare dell’adescamento on line, anche tramite la visione condivisa di un film, può costituire un primo passo nel favorire nei giovani il riconoscimento di un pericolo reale e non solo virtuale e, dunque, nel prevenirlo.

 

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Manuela Ramundo
Manuela Ramundo

Psicologa e psicoterapeuta cognitivo comportamentale

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