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Cosa Determina la Differenza tra Prestazioni Buone e Ottimali?

Intelligenza, Età di inizio dell’attività e Funzionalità della memoria di lavoro: fattori in grado di discriminare tra prestazioni buone e ottime.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 28 Mag. 2013

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Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Secondo gli studiosi, l’esercizio renderebbe conto soltanto di un terzo delle differenze prestazionali nella musica e negli scacchi. E dunque cosa fa il resto della differenza? Sulla base della letteratura I ricercatori fanno riferimento all’intelligenza, all’età di inizio dell’attività e alla funzionalità della memoria di lavoro in quanto fattori in grado di discriminare tra prestazioni buone e ottime. 

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Una nuova ricerca della Michigan State University ha scoperto che anche una gran quantità di pratica ed esercizio non basta a spiegare perchè le persone raggiungono diversi livelli di expertise e prestazioni ottimali. 

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Anche da osservazioni comuni è noto che alcune persone raggiungono ottimi livelli di performance senza grandi sforzi in termini di esercizio, mentre altri falliscono nonostante molta pratica.

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I ricercatori hanno analizzato 14 studi effettuati su giocatori di scacchi e musicisti, con l’obiettivo di capire quanto la pratica e l’esercizio effettivamente potesse fare la differenza in termini di performance.

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Secondo gli studiosi, l’esercizio renderebbe conto soltanto di un terzo delle differenze prestazionali nella musica e negli scacchi. E dunque cosa fa il resto della differenza?

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Sulla base della letteratura I ricercatori fanno riferimento all’intelligenza, all’età di inizio dell’attività e alla funzionalità della memoria di lavoro in quanto fattori in grado di discriminare tra prestazioni buone e ottime. 

LEGGI: 

 MEMORIA DI LAVORO –  INTELLIGENZA 

 

 

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Redattrice di State of Mind

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