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Erezioni Virtuali: Porno Online e Impotenza

Di Irene Giardini

Pubblicato il 10 Dic. 2011

Aggiornato il 24 Set. 2012 17:23

Erezioni virtuali: l’abuso di pornografia induce disfunzioni erettili e impotenza.

Erezioni virtuali - Immagine: © Blanca - Fotolia.com -Una recente ricerca condotta dalla Dott.ssa Robinson , collega impotenza e disfunzioni erettili alla troppa “attività” virtuale. Immagini erotiche, filmati, foto, sesso online renderebbero notevolmente inferiore la qualità del sesso “reale”: quando si dice il troppo stroppia.

Da un’analisi dei casi di impotenza giovanile, si evince che l’unica variabile, trasversale ai ragazzi che si rivolgono al medico per problemi di funzionalità erettile, è il frequentare assiduamente siti internet porno; nessun’altra caratteristica sembra fare la differenza, sia essa culturale o etnica, sia l’uso di cannabinoidi o l’abuso di alcolici…

Una conferma di questo dato emerge anche dal sondaggio dell’urologo Carlo Foresta (Società Italiana di Andrologia e Medicina Sessuale, Professore dell’Università di Padova). Il motivo principale che aveva spinto questo lavoro stava nella constatazione del fatto che un numero sempre maggiore di giovani si stava rivolgendo a consultori e specialisti riferendo di avere problemi di impotenza e un generale calo del desiderio sessuale, senza però presentare alcun problema psicologico o fisico. Da qui la SIAMS ha ritenuto necessario condurre un’analisi sul comportamento sessuale dei giovani italiani per andare a trovare l’origine di questo fenomeno. In particolare sono stati messi in relazione questi disturbi e la frequentazione della pornografia online. Si è quindi indagato quando e quanto 28 mila giovani italiani ricorressero alla pornografia online. Secondo i dati emersi, sarebbero 8 milioni i fedelissimi dei siti pornografici: il 70% sono uomini tra i 24 e i 44 anni e il 10% sarebbe costituito da minorenni.

“Dall’analisi” sostiene Foresta “emerge che la frequentazione dei siti pornografici comincia molto precocemente, tra i 15 e i 16 anni, e avviene quotidianamente anche per 3-4 anni”. Questo avrebbe poi una ripercussione importante sulla maturazione di una vita sessuale legata all’affettività, creando una sorta di assuefazione all’esperienza sessuale, anche quella più violenta, che porterebbe con se un disinteresse per la sessualità reale.

Tornando allo studio della Dott.ssa Robinson la spiegazione della perdita della libido e delle difficoltà erettili sarebbe correlata ad un eccesso di stimolazione della dopamina, il neurotrasmettitore che attiva la reazione del corpo al piacere sessuale, connesso al massiccio utilizzo di materiale pornografico. Il cervello, infatti, a causa dell’eccessiva ed elevata stimolazione dovuta alla dopamina, perde la sua capacità di rispondere ai segnali di questo neurotrasmettitore.

Una sorta di effetto paradosso. Gli internauti, quindi, necessitano di esperienze sempre più estreme per arrivare ad un’eccitazione sessuale normale. La Dott.ssa Robinson ha aggiunto: ”In alcuni soggetti la risposta della dopamina è così bassa che non riescono a raggiungere un’erezione senza ulteriori e costanti stimoli tramite internet”.

Che fare allora?

L’unica indicazione terapeutica che emerge dall’articolo “Porn-Induced Sexual Dysfunction is a Growing Problem” è il rimanere astinenti dalla stimolazione erotica di internet; un periodo di alcuni mesi (6-12 settimane) senza l’assidua frequenza ai siti porno permetterebbe al cervello di resettarsi e “disintossicarsi” dalla pornografia. Ovviamente come ogni periodo di astinenza successivo ad una dipendenza possono verificarsi momenti di irritabilità, disforia, insonnia, difficoltà di concentrazione. Ma forse, se la controparte è il recupero della funzionalità erettile, allora il gioco vale la candela.

 

 

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