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Se mi lasci ti cancello: dalla fantacommedia alla realtà.

Di Irene Giardini

Pubblicato il 02 Nov. 2011

Aggiornato il 24 Nov. 2011 10:44

Memory - © marek_usz - Fotolia.comIl film di Michel Gondry Eternal sunshine of the spotless mind – Se mi lasci ti cancello (2004) potrebbe oggi rappresentare non più uno scenario fantascientifico per psicologi e visionari, ma una meta sempre più raggiungibile.

Un gruppo di neuroscienziati dell’Università di New York, guidati da Cristina Alberini, ha scoperto il meccanismo che sta alla base del consolidamento di specifici ricordi. L’applicazione clinica di questo meccanismo potrebbe essere, da un lato il rafforzare la memoria quando a causa di malattie degenerative, come ad esempio la demenza, va a deteriorarsi, e dall’altro il cancellare le memorie di eventi traumatici quali abusi, esperienze di guerra, incidenti, andando trasversalmente ad inibire lo sviluppo di un secondario disturbo post traumatico da stress.

Nel corso della VII Conferenza “The Future of Science” tenutasi a Venezia, la neuroscienziata presenta i dati di questo studio, finora condotto solo sui topi: ”Perché una memoria diventi a lungo termine – spiega – serve un certo livello emotivo, di stress ed eccitazione”. Tuttavia, se lo stress diventa troppo elevato, “si crea un deficit, si interrompe il processo di apprendimento e il ricordo non si consolida”. Alcune memorie, come quelle negative associate alla paura, sono ”legate al rilascio di ormoni, quali il cortisolo e l’adrenalina. Noi abbiamo visto – precisa – che si può intervenire per ridurre una memoria negativa, ad esempio legata al disturbo post-traumatico da stress o alla dipendenza da droghe, o invece aumentarla, nel caso ci si trovi a che fare con il decadimento indotto da demenze”.

La neuroscienziata parla di una specifica finestra temporale in cui è possibile intervenire con alcuni farmaci, da un lato bloccando i recettori del cortisolo facendo diminuire la nitidezza del ricordo nel caso di eventi negativi, dall’altro aggiungendo il fattore di crescita insuline growfactor 2 (IGF2), quando si vuole rafforzare il consolidamento del ricordo. Infatti dopo il verificarsi di un evento, vi è un lasso di tempo in cui è possibile agire farmacologicamente sul suo fissaggio sfruttando nella memoria. Solo successivamente avviene il consolidamento del ricordo. Dopo questa prima sperimentazione sui topi, i ricercatori verificheranno l’eventuale tossicità di questa procedura e proseguiranno gli studi sui primati non umani.

 

BIBLIOGRAFIA:

  • Chen, D.Y., Stern, S. A., Garcia-Osta, A., Saunier-Rebori, B., Pollonini, G., Bambah-Mukku, D., Blitzer, R. D. & Alberini, C. M. (2011). A critical role for IGF-II in memory consolidation and enhancement. Nature, 469, 491–497.
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