Sabrina Guzzetti
Nuove evidenze suggeriscono che la corteccia insulare può giocare un ruolo importante nei processi cognitivi ed emozionali che portano all’uso di droghe e alla dipendenza, specie per quanto riguarda la nicotina.
Questa la scoperta pubblicata sulla rivista Addictive Behaviors da un gruppo di ricerca dell’Università di Rochester, negli Stati Uniti. La nicotina, il principale composto del tabacco, agisce da rinforzo positivo al consumo di sigarette e ne induce la dipendenza, i cui fenomeni, quali assunzione compulsiva e stereotipata, astinenza e tolleranza, sono del tutto assimilabili a quelli provocati da alcol, eroina e cocaina.
Secondo il Dr. Amir Abdolahi, primo autore dello studio e PhD e ricercatore presso il Dipartimento di Scienze della Sanità Pubblica, una regione del cervello chiamata corteccia insulare può essere la chiave per il trattamento di questa forma di dipendenza. L’insula è una porzione della corteccia cerebrale che si trova profondamente all’interno della scissura che separa il lobo temporale da quello frontale e che può essere selettivamente danneggiata dalle lesioni ischemiche che si verificano a seguito di un ictus. I ricercatori, per studiare il suo ruolo nella dipendenza da sigarette, hanno reclutato una coorte di 156 fumatori attivi ricoverati per ictus ischemico presso tre diversi ospedali di Rochester, 38 dei quali con lesione insulare.
Il loro pattern di consumo di sigarette ed i loro sintomi di astinenza sono stati monitorati sia durante il periodo di ospedalizzazione, sia nei tre mesi successivi alla dimissione. Dai risultati è emerso che il tempo medio intercorso tra l’evento ictale e la prima ricaduta è stato decisamente più lungo per il gruppo di pazienti che presentava un interessamento dell’insula rispetto al gruppo di pazienti con ictus in altre regioni cerebrali (17,5 vs 10,4 giorni). Inoltre, tra chi ha smesso diligentemente di fumare, la lesione all’insula è anche associata a minori sintomi di dipendenza, quali irritabilità, ansia, difficoltà di concentrazione, aumento di fame, tristezza, disturbi del sonno e il cosiddetto craving, l’incontrollabile forte desiderio di assumere la sostanza.
Infine, la lesione insulare è stata associata ad una probabilità doppia (70% vs 37%) di interrompere l’assunzione di qualsiasi prodotto alla nicotina. Questa scoperta propone l’insula come un target potenziale per le terapie anti-fumo, sia in termini dello sviluppo di nuovi farmaci che agiscano specificamente su questa parte del cervello, sia rispetto all’utilizzo di tecniche come la Stimolazione Cerebrale Profonda o altre metodiche non invasive di stimolazione cerebrale, come la Stimolazione Magnetica Transcranica o la Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta.
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BIBLIOGRAFIA:
- Abdolahi, A., Williams, G. C., Benesch, C. G., Wang, H. Z., Spitzer, E. M., Scott, B. E., … & van Wijngaarden, E. (2015). Smoking cessation behaviors three months following acute insular damage from stroke. Addictive behaviors,51, 24-30.