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Le Cellule BNST quanto interferiscono con la sensazione di fame?

Le cellule BNST potrebbero interferire con la fame e potrebbe contribuire alla costruzione di modelli sui disturbi del comportamento alimentare.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 08 Ott. 2013

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Lo studio suggerisce che una disfunzionalità sinaptica nelle cellule BNST potrebbe interferire con la fame o la sazietà e potrebbe contribuire alla costruzione di modelli teorici e di trattamento integrati e interdipendenti – ma non esclusivamente biologicamente riduttivi -sui disturbi del comportamento alimentare.

Sessanta anni fa, gli scienziati stimolavano elettricamente una regione del cervello dei topo, con il risultato di indurre il topo ad alimentarsi indipendentemente dalla sensazione di fame. Ora i ricercatori UNC School of Medicine hanno individuato le connessioni cellulari responsabili di indurre quel comportamento alimentare. La scoperta  è stata pubblicata il 27 settembre su Science.

Lo studio si è focalizzato su un tipo di cellula – i neuroni GABA nel nucleo della stria terminale (o BNST) che costituisce un ponte tra l’amigdala (essenziale nella regolazione emotiva) e l’ ipotalamo laterale, la regione del cervello che guida alcune funzioni primarie come il mangiare, il comportamento sessuale e l’aggressività .

Il team di ricerca ha stimolato le sinapsi delle cellule di questa area cerebrale mediante una complessa tecnica di stimolazione attraverso la luce.

Non appena le sinapsi di quest’area BNST sono state stimolate i topi hanno iniziato a mangiare voracemente, anche se erano già stati precedentemente ben nutriti. Inoltre, i topi hanno mostrato una forte preferenza per i cibi molto grassi. Il rovescio della medaglia è che ostacolando le sinapsi dell’area BNST i topi hanno mostrato poco interesse per mangiare, anche in condizione di privazione ​​di cibo .

Lo studio suggerisce che una disfunzionalità sinaptica nelle cellule BNST potrebbe interferire con la fame o la sazietà e potrebbe contribuire alla costruzione di modelli teorici e di trattamento integrati e interdipendenti – ma non esclusivamente biologicamente riduttivi -sui disturbi del comportamento alimentare.

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NEUROPSICOLOGIA – ALIMENTAZIONE

 

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Redattrice di State of Mind

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