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Ictus e mortalità maschile: il TMT test

L'ictus è ancora oggi una delle principali cause di morte e disabilità. Ma un semplice drawing-test può predire il rischio di morte.

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 17 Mag. 2012

Aggiornato il 24 Set. 2012 12:09

– Rassegna Stampa – 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche Nonostante i progressi di trattamento, l’ictus è ancora oggi una delle principali cause di morte e disabilità. Ma un semplice drawing-test può predire il rischio di morte dopo un primo ictus tra gli uomini più anziani.

Il team di ricercatori ha analizzato i dati del Uppsala Longitudinal Study, che ha monitorato i diversi fattori di rischio per malattie cardiache e ictus in un campione di 2322 uomini dai 50 anni di età in poi. Lo studio attuale si basa su un più ristretto campione di 1000 tra questi uomini, di età compresa tra i 65 e i 75 anni, che non avevano avuto infarti e la cui capacità cognitiva è stata valutata al momento della selezione con il Trail Making Test (TMT), e il Mini Mental State (MMSE), test ampiamente usato per testare per la demenza.

Il TMT consiste nel tracciare con una matita il più rapidamente possibile delle linee tra numeri e/o lettere in ordine crescente, mentre il MMSE valuta attività cognitive generali come l’orientamento, la memoria e calcolo.

Durante i 14 anni di monitoraggio, dal 1991 al 2006, 155 uomini hanno avuto un primo ictus maggiore o minore, conosciuto come TIA (attacco ischemico transitorio). Poco più della metà di loro (84, 54%) sono deceduti dopo in media di 2,5 anni, e 22 morti entro un mese dell’infarto.

L’analisi dei risultati indica che, tenendo conto dei fattori di rischio noti, come l’età avanzata, l’ipertensione, l’istruzione e il background sociale, coloro che avevano eseguito male il TMT avevano più probabilità di essere morti.

Gli uomini i cui punteggi al drawing-test sono stati inferiori al 30% hanno avuto tre volte più probabilità di morire dopo l’ictus di quelli che hanno superato il 30%. Nessuna correlazione invece tra mortalità e punteggi bassi al MMSE.

Secondo i ricercatori è probabile che il TMT rilevi menomazioni cognitive latenti, causate dalla malattia cerebrovascolare silenziosa, cioè che non ha ancora sintomi evidenti.

I TMT test sono facilmente disponibili e, anche se non possono essere utilizzati come strumenti per identificare il rischio di ictus, possono però essere considerati importanti predittori di mortalità dopo che questo ha avuto luogo. Avere a disposizione uno strumento predittivo affidabile potrebbe anche migliorare le informazioni fornite ai pazienti e ai loro familiari.

 

 

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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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