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Una ricerca sul Binge Eating Disorder – Partecipate!

Le Abbuffate? Partecipate alla ricerca sulle basi del Binge Eating Disorder! TUTTI I DATI SARANNO TRATTATI IN FORMA RIGOROSAMENTE ANONIMA.

Di Redazione

Pubblicato il 12 Apr. 2012

Aggiornato il 15 Mag. 2012 18:56

 

PRESENTAZIONE DELLA RICERCA

 

PARTECIPA ALLA RICERCA! 

Una ricerca sul Binge Eating Disorder - Partecipate! - Immagine: © waterlilly - Fotolia.comQuando si parla di Disturbi Alimentari, quello che viene subito in mente ha a che fare con l’anoressia e la bulimia, quindi con un comportamento alimentare “viziato” verso la restrizione (il regime alimentare con un ridotto apporto calorico delle anoressiche) o le condotte di eliminazione (il vomito auto indotto, l’abuso di lassativi o diuretici e l’esercizio fisico eccessivamente intenso delle bulimiche).

Uno dei disturbi che ha a che fare con l’alimentazione ma che non ha ancora trovato piena dignità nel manuale statistico diagnostico dei disturbi mentali (DSM-IV) è il Binge Eating Disorder (BED).

Il Binge Eating Disorder è caratterizzato da ricorrenti abbuffate non seguite da comportamenti di compensazione, e questa mancanza di vomito e lassativi è ciò che lo distingue dalla Bulimia Nervosa. Mentre nella visione popolare questo modo di alimentarsi per abbuffate viene spesso sovrapposto all’obesità, alcuni ricercatori (Cassin & von Ranson, 2007) ipotizzano addirittura che il BED sia una forma di dipendenza da sostanze, e in particolare di dipendenza dall’abbuffata stessa.

Sembra allora che il Binge Eating Disorder sia un disturbo ancora da approfondire e da inquadrare, a seconda che si utilizzi il criterio del funzionamento psicologico (che sembra essere molto simile a quello che si ritrova nelle dipendenze) o all’oggetto di questa dipendenza (il cibo).

A prescindere da quale sia la categoria diagnostica che meglio può inquadrare il disturbo (per questo, attendiamo gli sviluppi nel DSM-V), in un’ottica di prevenzione e trattamento ci interessa di più sapere quali sono le variabili che incidono sulla probabilità di sviluppare un Binge Eating Disorder.

In sostanza: quali sono quelle caratteristiche del temperamento, dello stile di pensiero, oppure relative all’accudimento ricevuto da bambini, che aumentano la vulnerabilità a sviluppare un BED o che al contrario possono funzionare da fattori protettivi in questo senso?

Con lo scopo di comprendere meglio quale sia il quadro complessivo all’interno del quale si colloca un disturbo come il BED, il Gruppo Ricerca di Studi Cognitivi insieme al Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Pavia ha dato il via a una ricerca esplorativa, composta da una serie di questionari che è possibile compilare online, utilizzando un po’ del vostro tempo per aiutarci a comprendere meglio il disturbo alimentare finora più trascurato, ma anche così comune nella popolazione generale (in Italia la prevalenza è stimata intorno al 7.5-8.3% nelle donne e 4.2% negli uomini; Ricca, Mannucci, Moretti, Di Bernardo, Zucchi, Cabras e Rotella, 2000).

Se avete voglia di aiutarci a capire quali possono essere le caratteristiche che espongono a un maggiore o minore rischio di abbuffarsi in modo patologico, vi chiediamo solo 20 minuti del vostro tempo per completare una serie di questionari.

Per partecipare alla ricerca, non è necessario avere problemi con il cibo o essere abituati alle abbuffate: le domande cercano di capire meglio come siete fatti voi e come vi rapportate (anche in un modo “sano”) con il cibo. Basta cliccare su questo link:

https://www.surveymonkey.com/s/binged

 

NOTA: TUTTI I DATI SONO TRATTATI IN FORMA RIGOROSAMENTE ANONIMA. 

 

Grazie a tutti per la vostra collaborazione. Vedrete presto i risultati su State of Mind!

 

 

BIBLIOGRAFIA: 

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