– Rassegna Stampa –

In un primo esperimento ai soggetti sperimentali sono state mostrate parole che suggerivano l’idea di essere attivi (come ad esempio “iniziare”, “attivo”, etc.) oppure l’idea di essere meno attivi e più tranquilli (“fermarsi”, “stop”, “pausa”). A seguito di questa esposizione concettuale, i ricercatori hanno valutato l’autocontrollo dei soggetti misurando il loro desiderio di ottenere una immediata ricompensa economica al posto di una somma di denaro maggiore ma dilazionata nel tempo; similmente in un secondo esperimento, dopo il priming verbale già descritto veniva misurata l’impulsività dei soggetti attraverso un gioco al computer.
In entrambi gli esperimenti, i soggetti che erano stati sottoposti al priming “attivo” avevano maggiori probabilità di effettuare scelte impulsive a scapito di obiettivi a lungo termine e mostravano un minor controllo dell’impulsività rispetto a coloro che erano stati sottoposti a parole che si riferivano a un minore attività e maggior tranquillità.
A livello naif si sente dire spesso che le persone per mantenere l’autocontrollo devono attivamente imporsi con la volontà e attivamente combattere contro le tentazioni; questi esperimenti sembrano suggerire che i tentativi di motivare sé stessi a essere attivi nel far fronte alle tentazioni può incrementare la propensione verso comportamenti impulsivi; secondo gli autori motivarsi a un atteggiamento più calmo e meno teso al cambiamento sarebbe più funzionale a evitare decisioni impulsive (forse lasciando più spazio all’utilizzo del pensiero nell’associazione stimolo-azione). Indubbiamente sarebbe interessante riproporre lo studio sperimentale su un campione clinico di pazienti con difficoltà nella regolazione degli impulsi.
BIBLIOGRAFIA:
- Justin Hepler, Dolores Albarracin, Kathleen C. McCulloch, Kenji Noguchi. Being active and impulsive: The role of goals for action and inaction in self-control. Motivation and Emotion, 2011; DOI: 10.1007/s11031-011-9263-4 – DOWNLOAD THESIS (PDF)