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Working Memory & la Percezione del Tempo che Scorre.

Un nuovo studio mostra come il tempo scorra più velocemente per chi ha una buona working memory (memoria di lavoro).

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 08 Feb. 2012

Aggiornato il 01 Mar. 2016 16:48

– Rassegna Stampa –

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze PsicologicheIl tempo non passa mai oppure sentite che scorre troppo velocemente? Accanto a fattori emotivi che possono influenzare tale percezione soggettiva, anche la memoria di lavoro, o working memory, può giocare un ruolo importante. Un nuovo studio pubblicato in questi giorni su Acta Psicologica suggerisce che via sia un legame tra la capacità della memoria di lavoro e la percezione del tempo.

I ricercatori hanno coinvolto un campione di 99 studenti dividendoli in funzione della loro capacità di memoria di lavoro in due gruppi: soggetti con elevata e bassa capacità di working memory. Ai partecipanti è stato richiesto di impegnarsi nella risoluzione di problemi matematici, chiedendo loro contemporaneamente di valutare soggettivamente il tempo trascorso in tale attività.

I risultati hanno evidenziato come i soggetti con maggiori capacità di memoria di lavoro tendano a valutare soggettivamente inferiore il tempo impiegato nella risoluzione del compito rispetto ai soggetti con bassa capacità di memoria di lavoro.
Ma perché una elevata capacità di memoria di lavoro fa sì che via sia uno scorrere del tempo soggettivamente più veloce? Secondo gli autori gli individui con migliori capacità di working memory sarebbero in grado di focalizzare la loro attenzione quasi interamente sullo svolgimento del problema matematico (task primario), portando benefici alla performance matematica e prestando meno attenzione al trascorrere del tempo; viceversa, i partecipanti con scarsa capacità di memoria di lavoro allocano una parte della loro attenzione sulla valutazione soggettiva dello scorrere del tempo risultando quindi più accurati nella percezione di tale variabile, a scapito però della performance matemantica.

Quante implicazioni può avere questo studio pensando alle performance accademiche in cui studenti con minore memoria di lavoro potrebbero focalizzare maggiormente la loro attenzione sul tempo che trascorre mentre svolgono un esame scritto a scapito della prestazione. Un limite dello studio è riscontrabile nella scelta di non indagare lo stato emotivo dei soggetti alle prese con problemi matematici e di non considerare possibili mediazioni di questa variabile sulla funzionalità della memoria di lavoro.

 

 

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Linda Confalonieri
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Redattrice di State of Mind

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