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Disturbi di personalità, neurobiologia e processi epigenetici

l'attuale sistema di classificazione, basato su schemi di pensiero e comportamento, è inadeguato a descrivere la realtà clinica del fenomeno

Di Serena Mancioppi

Pubblicato il 24 Feb. 2012

– Rassegna Stampa – 

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze PsicologicheI risultati dello studio di un gruppo di neuroscienziati della Cornell University si inseriscono all’interno del dibattito per la classificazione dei disturbi di personalità. Secondo i ricercatori l’attuale sistema di classificazione, basato su schemi tipici di pensiero e comportamento, è inadeguato a descrivere la realtà clinica del fenomeno; Una diagnosi dovrebbe definire un modello comportamentale coerente e permettere di prevedere il decorso della malattia, la prognosi e il trattamento più adeguato. Nessuna diagnosi di disturbo di personalità può farlo, sostiene Richard Depue.

La personalità umana si compone di circa sei tratti fondamentali, ciascuno con un correlato neurobiologico, capace di influenzare comportamenti come ansia o impulsività. La varietà dei comportamenti associati ai disturbi di personalità deriva dall’influenza di fattori genetici e ambientali sul funzionamento neurobiologico individuale. I processi epigenetici infatti possono ridurre o aumentare il rischio di sviluppare disturbi di personalità.

Nel modello multidimensionale proposto da Depue, i tratti della personalità possono essere tracciati in uno spazio tridimensionale dove gli assi rappresentano i sistemi neuro-comportamentali sottostanti. I modelli di comportamento associati ai disturbi di personalità emergono dall’interazione di valori di tratto estremamente alti, bassi o normali: ai valori più estremi corrispondono le modalità di interazione più disfunzionali. Legando i tratti della personalità alla neurobiologia sottostante, il modello di Depue permetterebbe di comprendere come e perchè si è sviluppato un disturbo della personalità e come è possibile intervenire sia dal punto di vista farmacologico che ambientale; addirittura sarebbe possibile progettare trattamenti che modificano più variabili neurobiologiche, piuttosto che una sola.

 

 

BIBLIOGRAFIA: 

  • Depue, R (2011). The Neurobiology of personality: Implications for conceptualizing personality disorders as dimensional, multifactorial phenomena. International Review of Psychiatry 23: 258–281. (Special Issue on Personality and Personality Disorders. Guest Editor: Gerald Nestadt).
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Serena Mancioppi
Serena Mancioppi

Psicologa Psicoterapeuta Sistemico Relazionale e Cognitivo-Evoluzionista

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