1)Potere e maleducazione. Questa ricerca pubblicata sul Social Psychological and Personality Science, convaliderebbe il detto “il potere corrompe”. Nell’esperimento ai soggetti venivamo mostrate persone che si comportavano in modo maleducato, prendendo il caffè di un’altra persona, infrangendo regole contabili, gettando la cenere di sigaretta sul pavimento o poggiando i piedi sulla scrivania, e situazioni neutre in cui i personaggi si comportavano correttamente. Successivamente veniva richiesto ai partecipanti di dare un giudizio su queste persone. Dalle interviste è emerso che i maleducati erano considerati più forti e potenti, rispetto a quelli che mostravano comportamenti civili. Il motivo principale di tale attribuzione sembrerebbe derivare dalla forza di volontà che i soggetti a cui l’esperimento era rivolto associavano alla violazione delle norme condivise. L’aspetto più interessante è che ufficialmente la maleducazione è considerata socialmente riprovevole, ma come fa notare Di Salvo spiegherebbe anche la presenza di certi personaggi in politica. Come non essere d’accordo?
- Van Kleef, Astrid C. Homan, Catrin Finkenauer, Seval Gündemir, and Eftychia Stamkou. (2011) Breaking the Rules to Rise to Power: How Norm Violators Gain Power in the Eyes of Others. Social Psychological and Personality Science 1948550611398416, first published on January 26, 2011 doi:10.1177/1948550611398416
2) L’effetto boomerang delle fantasie sul tema del desiderio. Pensare troppo al raggiungimento dei nostri obiettivi potrebbe essere alla lunga controproducente! Sembrerebbe infatti, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Experimental Social Psychology, che indulgere in questo tipo di attività immaginativa, ingannerebbe il cervello, che invece di concentrarsi sul raggiungimento di quanto desiderato, produrrebbe una risposta di benessere e rilassamento, simile a quella che proveremmo di fronte all’effettivo raggiungimento di quanto auspicato. Nell’esperimento, i partecipanti, monitorati poi nel corso della settimana, mostravano un livello significativamente minore di energie impiegate nel raggiungimento effettivo dei propri desideri se nella situazione sperimentale era stato richiesto loro di produrre fantasie positive in merito a quanto desiderato, rispetto a chi doveva produrre fantasie negative o neutre. Viene da chiedersi certi sogni aiutano davvero a vivere meglio?
- Kappesa H. B., Oettingena G.(2011). Positive fantasies about idealized futures sap energy. Journal of Experimental Social Psychology, Volume 47, Issue 4, Pages 719–729
- Pham M.T., Hung I.W., Gorn G.J. (2011). RELAXATION INCREASES MONETARY VALUATIONS. Journal of Marketing Research
4) Fumare per finta per smettere di fumare. Uno studio dell’Università di Catania pubblicato sullo European Respiratory Journal suggerisce che per abbandonare il vizio, può essere utile concentrarsi sulla dipendenza comportamentale indotta dalle sigarette. Nell’esperimento, i partecipanti nel gruppo che riceveva una sigaretta di plastica senza nicotina, come unico trattamento, nel follow up a 24 settimane continuavano ad essere astinenti con un tasso di 3,5 volte superiore rispetto al gruppo a cui era somministrato solo il trattamento standard per smettere di fumare. Il dato potrebbe suggerire, che la dipendenza comportamentale possa influire allo stesso modo di altri aspetti, come una scarsa forza di volontà o del controllo degli impulsi e focalizzarsi su questo aspetto, potrebbe evitare ai fumatori recidivanti anni di frustrazioni e fallimenti.
- Caponnetto P, Cibella F, Mancuso S, Campagna D, Arcidiacono G, Polosa R. (2011). Effect of a nicotine-free inhalator as part of a smoking-cessation programme. Published online before print May 12, 2011, doi: 10.1183/09031936.00109610
5) Il potere delle metafore. Forse non basterà una metafora a far nascere l’amore, come sosteneva Milan Kundera, ma certamente esse sono in grado di influenzare le nostre opinioni, a confermalo sarebbe uno studio della Stanford University. Nell’esperimento veniva chiesto a due gruppi di leggere due testi riguardanti la criminalità nella cittadina di Addison e di commentare con proposte per ridurne il tasso. I due testi erano uguali eccetto che in un caso, in cui il crimine veniva descritto come una “bestia selvaggia a caccia nella città e che si nascondeva nel vicinato”, mentre nell’altro come un “virus che infestava la città” e una “piaga sociale”. Il 75% dei soggetti a cui era dato il primo foglio reagiva proponendo l’intervento dell’esercito, la costruzione di nuove carceri o un inasprimento delle pene e solo il 25% consigliava una serie di riforme che innalzassero il tasso di scolarizzazione o del benessere sociale. Nel secondo caso, diversamente, solo il 56% suggeriva un aumento delle forze dell’ordine, mentre la restante parte rispondeva nella direzione delle riforme sociali.
- Thibodeau PH, Boroditsky L, (2011) Metaphors We Think With: The Role of Metaphor in Reasoning. PLoS ONE 6(2): e16782.doi:10.1371/journal.pone.0016782
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