Scomparsa dai manuali diagnostici negli anni ’80, quando il DSM-III la mutò in favore della diagnosi di disturbo antisociale di personalità, la definizione di psicopatia ha continuato ad essere utilizzata per indicare una costellazione di caratteristiche affettive, intrapersonali e comportamentali che includono egocentrismo, impulsività, irresponsabilità, emozioni superficiali, assenza di empatia, senso di colpa o rimorso, mentire patologico, manipolazione e persistente violazione di norme e aspettative sociali.
In particolare si deve a Robert Hare l’analisi approfondita di questo disturbo mentale e la diagnosi differenziale rispetto al disturbo antisociale di personalità: egli sottolinea, infatti, come a caratterizzare i soggetti psicopatici sia, accanto a comportamenti antisociali, violenti e manipolatori, la freddezza emotiva, un vero e proprio deficit affettivo ed interpersonale.
BIBLIOGRAFIA:
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Cleckley, H. 1976: The Mask of Sanity. St. Louis: Mosby
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Hare, R. 1993: Without Conscience: The Disturbing World of Psychopaths among Us. NewYork: Pocket Books.