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Sabato 8-10-2011

Di Linda Confalonieri, Flavio Ponzio

Pubblicato il 08 Ott. 2011

Aggiornato il 22 Ott. 2011 16:10

rassegna stampaBuoni o cattivi?

Better Angels of Our Nature”, il nuovo libro di Steven Pinker. Il New York Times riporta una breve recensione del nuovo libro di Pinker, professore di psicologia ad Harvard. Questa volta il temerario professore si pone di fronte a una annosa e filosoficamente controversa antica questione: gli esseri umani sono intrinsecamente buoni o cattivi? Lo scorso secolo può essere testimonianza di un progresso o di un collasso morale? Le tendenze aggressive sarebbero ereditarie? Come si spiega la correlazione tra il QI di un presidente con il numero di morti nelle guerre in cui erano coinvolti gli Stati Uniti? Nel cercare non semplici risposte l’autore guarda alle recenti ricerche nell’ambito della storia, delle scienze psicologiche, dell’economia non disdegnando speculazioni filosofiche. Quanto meno in termini relativi, la nostra era sarebbe meno violenta, meno crudele e più pacifica rispetto a periodi precedenti dell’esistenza umana: questa la tesi centrale sostenuta dal libro.

“Musica, bambini!”: i training musicali che migliorano l’intelligenza verbale.

Un nuovo studio pubblicato su Psychological Science pone in evidenza un semplice ma straordinario modo per incrementare l’intelligenza verbale nei bambini dai quattro ai sei anni di età: semplicemente insegnate loro i fondamentali in ambito musicale, quali frequenza, ritmo, melodia e altri concetti, mentre l’altra metà ha partecipato a insegnamenti nell’ambito delle arti visive. Dopo venti giorni di training, i bambini che avevano partecipato al programma di training musicale presentavo livelli più elevati di intelligenza verbale rispetto ai piccoli compagni che si erano impegnati invece nelle arti visive. Per approfondire: York U Media Relation. A proposito di musica e intelligenza: Musica per il nostro cervello! (Parte 2)

Labourista o Conservatore?  Dipende dagli occhi e dal volto!

E’ possibile indovinare con un buon grado di probabilità se i membri del parlamento del Regno Unito siano laburisti o conservatori in funzione delle loro specifiche caratteristiche facciali! Questo è quello che suggeriscono i ricercatori della Queen Mary University of London e University College London,  in un articolo pubblicato questa settimana dalla rivista Perception. Lo studio ha coinvolto un piccolo gruppo di osservatori chiamati a esprimere una loro opinione in merito all’appartenenza politica di 90 volti di Membri del Parlamento inglese, scegliendo da 0 “sicuramente laburista”  a 6 “sicuramente conservatore”. Le loro percezioni e giudizi sono stati poi utilizzati per creare alcune caricature computerizzate del “perfetto” laburista e conservatore. Queste due prototipi caricaturali sono stati in seguito presentati a 70 persone chiedendo loro di scegliere l’appartenenza politica delle due caricature: la faccia prototipica del conservatore sarebbe caratterizzata da un naso più lungo e da un colore più scuro presente sotto le sopracciglia, e sarebbe riconosciuta in quanto tale dalla maggior parte degli osservatori!

Ma dove vai se la memoria non ce l’hai?

Performance ottimali? Non solo esercizio ma anche buona memoria di lavoro! In un nuovo articolo provocatorio apparso su Current Directions in Psychological Science Zach Hambrick, associate professor di psicologia alla Michigan State University, suggerisce che la capacità di working memory possa rappresentare il fattore decisivo e differenziale tra performance “buone” e “ottime”. In una serie di studi, l’autore con il proprio gruppo di ricerca ha dimostrato come individui con elevate abilità di working memory presentassero performance ottimali in compiti complessi, rispetto a coloro che avevano minori abilità di memoria di lavoro. “Mentre la conoscenza specifica che si accumula attraverso la pratica e l’esercizio è un ingrediente fondamentale per  raggiungere elevati livelli di abilità, non sempre però è sufficiente garanzia di performance ottimale” dice Hambrick “in realtà sembrerebbe che sia la funzionalità della working memory ad essere un fattore distintivo per raggiungere prestazioni ottimali in domini complessi quali la musica, gli scacchi, le scienze e perfino lo sport”.

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Redattrice di State of Mind

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