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Prima giornata del forum di Assisi – La scienza psicologica dei giovani

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 17 Ott. 2011

IV Forum sulla Formazione in Psicoterapia - Assisi 14-16 Ottobre 2011 -Copyright immagine: © Roberto Zocchi - Fotolia.comLa prima giornata del forum di Assisi dedicato ai giovani ricercatori è stata riservata a studi sull’età evolutiva e sulle emozioni. Due sessioni, l’una di sei e l’altra cinque presentazioni. Il livello di sofisticazione metodologica era più che accettabile con alcune punte. Altrettanto buona la chiarezza di esposizione, anche qui con alcune punte nella capacità di coinvolgere e ravvivare la platea con spirito e carisma, qualità altrettanto importanti della competenza scientifica.

Alcune parole sulle presentazioni. Baglioni e coll. hanno passato in rassegna e metanalizzato i trattamenti in voga per i disturbi esternalizzanti in età evolutiva. La nozione che più è rimasta nella mente del pubblico è stata l’opportunità di trattare gli stati depressivi nelle madri che, a quanto pare, spesso correlano con lo sviluppo di questi disturbi. Rosito e Buonanno hanno presentato un caso clinico di ossessività in una bambina, descrivendo il protocollo di Mancini e al tempo stesso mostrando una intrigante creatività nell’ideazione di esercizi di esposizione specifici per l’elevata ossessività da disgusto e contaminazione di questo caso singolo. Ruglioni e collaboratori hanno presentato dati di efficacia originali per il disturbo da comportamento dirompente e hanno mostrato come una buona intesa con i genitori dei bambini sofferenti diminuisca il tasso di drop-out. Morelli, Piccioni e Mezzaluna hanno trovato, sempre in bambini in età scolare, una relazione tra criticismo percepito e sensibilità alle “prese in giro” (teasing) da parte dei compagni di classe. Manfredi e coll. hanno costruito (ed empiricamente confermato) ponti tra variabili (meta)cognitive, relazionali e temperamentali. Infine Pescini, Rossi e Rebecchi hanno dimostrato che la percezione di criticismo diventa patologica solo passando attraverso la variabile cognitiva (e psicologica e interiore) dell’auto-criticismo, cioè dello svalutare se stessi. In sintesi le prime tre relazioni hanno dato attenzione ai protocolli di terapia mentre le seconde a meccanismi psicopatologici.

Le relazioni sulle emozioni sono un segnale della maggiore attenzione che si da in area cognitiva a quella che potremo chiamare l’area calda della vita psichica, il vissuto fenomenico dell’emotività. Ma senza però perdere l’identità cognitiva (e in qualche modo ragionevolmente razionalistica, per chi si riconosce in questa etichetta): la possibilità di regolare le emozioni, se non di controllarle del tutto. Andreoli e coll. hanno indagato un campione di giovani individui alle prese con le difficoltà pratiche di un mercato del lavoro danneggiato dalla crisi economica, e hanno trovato come le difficoltà nel trovare lavoro possano essere interpretate cognitivamente e vissute emotivamente con colpa. Lari e coll. hanno indagato un aspetto spesso trascurato del vissuto emotivo del paziente bipolare: la noia. Serafini, Simonetti e Mezzaluna hanno correlato disregolazione emotiva, tendenza al controllo e stili di attaccamento, mentre Patrone e coll. si sono focalizzati sul rapporto tra alessitimia e disregolazione emotiva nel binge eating disorders. Infine Vaccaro e Verità hanno presentato un protocollo di addestramento al pensiero pragmatico e razionale in termini ellisiani in bambini di scuole elementare.

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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