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Temporal model of love

Di Ursula Catenazzi, Sara Della Morte, Giuseppina Di Carlo

Pubblicato il 19 Set. 2011

Aggiornato il 03 Ott. 2011 13:15

Il Temporal model of love va a chiudere il cerchio della serie di articoli ”Anatomia dell’amore”, “La verità, vi prego sull’amore” e “Amore non è amore se (non) muta”. Abbiamo visto come a differenza di quanto si pensi esistono differenti tipi d’amore e come questi vadano ad agire sui rapporti di coppia. La necessità di proporre un nuovo punto di vista per studiare l’amore nasce proprio in risposta a tutti i modelli precedenti che negli anni sono stati proposti.

 

Inizialmente l’amore viene descritto come un attitudine, o predisposizione, a pensare, a provare sentimenti positivi e a compiere gesti positivi nei confronti di una specifica persona (Hendrick & Hendrick, 1986). Tuttavia presto ci si rende conto che questo modello non è in grado di spiegare tutte le varie sfaccettature dell’amore.

 

Negli anni ’80 la psicologia inizia ad affidarsi sempre di più alle tecniche psicometriche che permettono di proporre nuovi modelli e condurre ricerche sempre più standardizzate come  la “Teoria Triangolare dell’Amore” proposta da Sternberg e colleghi (Sternberg et al, 1986) che descrive l’amore come composto da tre componenti: intimità, passione e fedeltà. Tuttavia i molteplici test e teorie non bastano a spiegare la complessità di questo sentimento.

 

Dalla fine degli anni ’90 fino ad oggi ha iniziato a prendere sempre più piede lo studio dei correlati biologici grazie all’uso della risonanza magnetica strutturale (MRI) e funzionale (fMRI), dei processi psicologici. Questi avanzati sistemi di ricerca sono stati applicati anche allo studio dell’amore, in particolare a quello romantico; nel 2000 Bartels e Zeki hanno confrontato l’attivazione corticale di un gruppo di individui mentre osservavano le fotografie di persone di cui erano profondamente innamorate o con volti di amici. Da questa ricerca è emerso che osservando il proprio amore, si attivano parallelamente molteplici sistemi e processi, come per esempio l’attrazione sessuale, l’investimento emotivo e il riconoscimento dei tratti comuni che generano la sensazione di vicinanza.

 

È in questo contesto che si inserisce la proposta di un modello che parta da un nuovo punto di vista nell’analizzare questo sentimento. È questo l’obiettivo che si propone il Temporal Model of Loveproposto dalla dr.ssa Berscheid. Questo modello non cerca di descrivere i diversi tipi d’amore dandone una visione statica, una fotografia, ma li prende in considerazione da una prospettiva dinamica, analizzando come essi evolvano nel tempo. Così, secondo questo modello, l’amore amicale è sì costituito da profondo sentimento d’affetto, fiducia e condivisione d’interessi, ma queste componenti possono mutare e trasformarsi nel tempo per diventare un amore romantico o compassionevole.

 

Spiegare a un amico, che pensa che la sua relazione sia fallita perché la passione è diminuita, che anche l’amore muta nel tempo e assume nuovi sapori, non potrebbe forse aiutarlo a risolvere più velocemente la sua crisi? Dopotutto per citare le parole di Ungaretti “Il vero amore è come una finestra illuminata in una notte buia. Il vero amore è una quiete accesa.”

 

Bibliografia:

 

  • Hendrick, C, Hendrick SS. (1986). A theory and method of love. Journal of Personality and Social Psychology, 50, 392–402
  • Hendrick, C, Hendrick, SS. (1989). Research on love: Does it measure up?. Journal of Personality and Social. 56, 784–94
  • Sternberg, RJ. (1986). A triangular theory of love. Psychological Review. 93, 119–35
  • Bartels, A, Zeki, S. (2000). The neural basis of romantic love. Neuro Report. 11(3829), 29–34
  • Berscheid, E. (2010). Love in the Fourth Dimension. Annual Review of Psychology 61, 1–25.
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