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Riconoscere un’emozione dal volto: giapponesi, americani e questioni di contesto.

Di Linda Confalonieri

Pubblicato il 20 Set. 2011

Aggiornato il 03 Ott. 2011 13:13

Facial Expressions - © olly - Fotolia.comEmozioni e cultura: vale la pena parlarne a fronte dello scenario multiculturale che caratterizza la nostra quotidianità nell’era contemporanea, come a più riprese sottolinea Luigi Anolli nel suo ultimo libro “La sfida della mente multiculturale”.

L’autore presenta un interessante studio di Takahiko Masuda e colleghi dell’Università di Alberta (Canada), che sottolinea come occidentali e orientali rivolgano diversamente la loro attenzione al contesto. Nella ricerca svolta da Masuda sono state mostrate a giapponesi e ad americani disegni in cui in primo piano vi era un personaggio con una specifica espressione facciale emotiva (di gioia, di tristezza e di collera) mentre sullo sfondo erano posizionati altri quattro personaggi aventi espressioni facciali diverse rispetto a quella del protagonista. Il compito sperimentale richiedeva ai soggetti (sia americani che giapponesi) di riconoscere l’emozione del personaggio posizionato al centro dell’immagine. I risultati dimostrano come gli americani focalizzino l’attenzione e dirigano lo sguardo soltanto sull’espressione facciale emotiva del protagonista ignorando quasi completamente quella degli altri personaggi; invece, i giapponesi prenderebbero in considerazione l’espressione emotiva di tutti i personaggi raffigurati, focalizzandosi visivamente prima sul protagonista e immediatamente dopo sugli altri personaggi dello sfondo. Quindi, mentre gli americani focalizzano la loro attenzione soltanto sull’espressione del protagonista tralasciando quella degli altri, i giapponesi risultano assai più attenti alle informazioni emotive provenienti dal contesto ovvero all’espressione facciale di tutti i personaggi presenti sulla scena.

Tali risultati forniscono ulteriori supporti empirici a evidenze già presente in letteratura: nelle cosiddette culture indipendenti (occidentali) l’attenzione sarebbe rivolta all’individuo, mentre in quelle interdipendenti (orientali) sarebbe maggiormente orientata al gruppo.

Il contesto assume perciò un valore assai differente in diverse culture, poiché a livello percettivo e attentivo i giapponesi si riferiscono in modo rilevante al contesto nei processi di inferenza emotiva. Addirittura, nel caso in cui vengano presentate foto di espressioni emotive facciali isolate acontestualizzate, quali le famose espressioni facciali “posate” di Ekman e Friesen, molti giapponesi dichiarano di non essere in grado di inferire che cosa stia provando la persona fotografata, proprio perché non avrebbero alcuna informazione relativa al contesto; viceversa, tale aspetto sembra essere  totalmente assente nel caso di soggetti occidentali, che invece non riportano alcuna difficoltà nel provare a riconoscere un emozione a partire da un’espressione facciale isolata.

Da questo studio, così come da altri contributi, è evidente come la ricerca nell’ambito della psicologia della cultura e delle emozioni stia spostando il proprio focus di interesse da pure ricerche di esito (ad esempio, meramente chiedersi se individui di culture diverse inferiscano differenti emozioni a partire da specifici stimoli proposti) all’analisi delle peculiarità di processipsicologici in diverse culture, che a questo punto non possiamo considerare scontatamente universali in ogni loro aspetto.

Bibliografia:

  • Anolli, L. (2011). La sfida della mente multiculturale. Raffaello Cortina Editore.
  • Masuda, T., Ellsworth, P. C., Mesquita, B., Leu, J., Tanida, S., & van de Veerdonk, E. (2008). Placing the face in context: Cultural differences in the perception of facial emotion.Journal of Personality and Social Psychology, 94, 365-381.
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Linda Confalonieri
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Redattrice di State of Mind

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