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L’ adozione, una risorsa inaspettata (2017) di A. Guerrieri e F. Marchianò – Recensione del libro

L' adozione, una risorsa inaspettata è il nuovo libro di A. Guerrieri e F. Marchianò. Adozione come diritto del minore e risorsa per la coppia e l'intera società. Il libro analizza i bisogni dei genitori ed esplora difficoltà ed emozioni che possono presentarsi nel percorso di costruzione del legame di attaccamento

Di Costanza Valentini

Pubblicato il 03 Set. 2018

L’ adozione è considerata una risorsa per la coppia e la società nel libro scritto da Guerrieri e Marchianò. L’ adozione è un diritto per i minori, come afferma la Convenzione dell’Aja.

 

In Italia dal 2000 al 2015 sono entrati tramite l’ adozione internazionale circa 46.500 minori. Un numero rilevante di bambini che, dopo un passato di abbandono e trascuratezza alle spalle, si accingono a costruire una nuova vita in altrettante famiglie.

Adozione: protagonisti, diritti e significati

Se ad uno sguardo superficiale sembra essere la coppia la protagonista di tutto il percorso adottivo, destinataria di valutazioni psicosociali di idoneità e di gruppi di sostegno e formazione, non dobbiamo dimenticare che la realtà è ben diversa. Alla base dell’ adozione c’è il diritto fondamentale di ogni bambino ad avere una famiglia; la coppia di aspiranti genitori non ha alcun diritto, ma esprime semplicemente la propria disponibilità ad accogliere uno o più minori in difficoltà. L’ adozione internazionale è una misura estrema di tutela dei diritti del minore qualora non siano possibili misure alternative (per es. affido a parenti, adozione nazionale, altre forme di sostegno e cooperazione da attuarsi nel paese estero di origine del minore). A questo proposito è stata redatta nel 1993 la Convenzione dell’Aja per la protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale; adottare in un paese estero che ha ratificato questa convenzione è garanzia che vengano rispettati i diritti dei minori.

Adottare significa accogliere una persona “altra”,“diversa” da noi in tutti i sensi (diversa per origini, per fisionomia, per abitudini, per odori e sapori), quando ciò che ci verrebbe naturale sarebbe allontanarla proprio perché differente. I legami affettivi si costruiscono nel tempo, non sono scontati né immediati, occorre che avvenga prima un riconoscimento reciproco. Ma una volta instaurati sono legami forti al pari di quelli “di sangue” e, forse, con una marcia in più proprio perché costruiti giorno per giorno, passo dopo passo, con desiderio, pazienza e consapevolezza.

Adozione: di cosa ha bisogno la coppia adottiva

Il libro L’ adozione, una risorsa inaspettata esplora i bisogni delle coppie adottive, sottolineando come sia necessario un sostegno non solo prima dell’arrivo del minore ma soprattutto nel post adozione, quando la famiglia adottiva diventa una famiglia normale a tutti gli effetti. Il sostegno non deve essere un insegnamento (che implica un’asimmetria di potere), ma un confronto, uno stare a fianco della coppia senza sostituirsi a lei. Il rischio altrimenti è quello di non sentirsi mai pienamente genitori, mai una famiglia come le altre ma sentire la necessità di essere riconosciuti dall’esterno nel proprio ruolo genitoriale. In questo senso un utile strumento sono appunto i gruppi di mutuo aiuto (non necessariamente con la conduzione di operatori). Le famiglie possono così aprirsi e confrontarsi senza giudizio, imparando ad ascoltare l’altro e quindi il “diverso”, riproponendo all’interno del gruppo una capacità di apertura e confronto che si ripeterà durante l’incontro con il bambino.

Proprio dall’esperienza di questi gruppi organizzati dall’Associazione di famiglie “Genitori si diventa” sono esplorate all’interno del libro le tappe fondamentali di tutto il percorso: la valutazione per l’idoneità, l’attesa, i primi incontri con il minore adottato e la fase post adozione, corredate da stralci di commenti dei genitori e in alcuni casi anche dei minori coinvolti.

Durante l’indagine psicosociale per l’ottenimento del decreto di idoneità rilasciato dal Tribunale, le coppie si sentono giudicate dagli operatori e si giustificano dicendo che

il mestiere di genitore è qualcosa che si impara sbagliando strada facendo e non una capacità che può essere stabilità a priori

Le emozioni prevalenti sono quelle di rabbia e di frustrazione. Il contesto valutativo porta a uno squilibrio di potere tra la coppia e gli operatori che invece dovrebbero affiancare la coppia aiutandola a trovare dentro di sé le risorse e le capacità di fronteggiare le situazioni adottive. Se è vero che non c’è un modo per essere genitori perfetti occorre tenere presente tuttavia la realtà da cui provengono i minori adottati, i vissuti traumatici e di forte trascuratezza emotiva che si portano dietro e a cui occorre essere preparati per poter costruire un buon legame di attaccamento.

Durante la fase dell’attesa (dal conferimento del mandato ad un Ente autorizzato fino al momento dell’abbinamento con un minore) prevalgono invece le ansie e i timori: il senso di inadeguatezza, il timore di non essere amati dal figlio, il timore di non sapersela cavare nelle difficoltà.

Adozione: il legame in costruzione tra coppia e minori adottati

Ma i bambini che giungono in adozione cosa provano? Il loro è principalmente un vissuto di perdita, di abbandono a volte anche ripetuto nel tempo; non si fidano dell’altro, si aspettano punizioni e tradimenti a cui reagiscono spesso con rabbia e violenza. Dietro questa aggressività tuttavia, si nasconde un profondo bisogno di affetto e di attenzioni che pensano di non meritarsi.

La riflessione più rilevante si trova nella parte finale del libro, dedicata alle crisi e ai fallimenti adottivi. E’ proprio nella crisi dei legami affettivi che emerge l’idea della adozione come risorsa (che poi è il concetto contenuto nel titolo dell’opera). L’ adozione è una risorsa per conoscere non solo i propri punti di forza ma anche i propri limiti al fine di superarli; è una sfida a non mollare davanti alle difficoltà. Una crisi adottiva, come qualsiasi altra crisi di una relazione, comporta la rottura dell’equilibrio di un sistema; solo se i legami che si sono costruiti tra le persone sono forti allora lo stravolgimento di un sistema riporta a instaurare un nuovo equilibrio. Altrimenti nella crisi il figlio diventa nuovamente “altro” da sé e per questo respinto. Con la genitorialità biologica è più difficile disconoscere un figlio e spesso ci si limita a respingerlo con le parole (quando i genitori non parlano più di “nostro” figlio ma di “tuo” figlio, per indicare un distaccarsi dal problema e individuare la causa nell’altro). Nell’ adozione, dove i legami sono stati costruiti volontariamente tra estranei, questo distacco è più immediato perché più facile.

I legami interni alla famiglia adottiva sono quindi allo stesso tempo risorsa e fragilità: risorsa perché costituiscono un arricchimento per le persone coinvolte, ma allo stesso tempo sono un aspetto di fragilità proprio perché costruiti e non immediati. I fallimenti adottivi esistono, se ne deve parlare perché purtroppo costruiscono una realtà concreta. Se ne deve parlare né per colpevolizzare chi non ce l’ha fatta né per spaventare le coppie in attesa di adozione; si parla di crisi per sottolineare come anche gli eventi negativi e critici possono rivelarsi una risorsa per crescere.

Adozione come risorsa, quindi, non solo per le famiglie che decidono di intraprendere questo percorso ma anche per la società, che si deve confrontare con l’accoglienza, l’ascolto, il rispetto di chi è diverso da noi.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Guerrieri A., Marchianò F. (2017), L'adozione una risorsa inaspettata. Dall’esperienza dei gruppi strumenti per il sostegno delle famiglie. Pisa, Edizioni ETS
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