expand_lessAPRI WIDGET

Disturbi alimentari: La famiglia anoressica

La famiglia anoressica risulta generalmente caratterizzata da madri iperprotettive e controllanti e da padri invalidanti. 

Di Sandra Sassaroli, Giovanni Maria Ruggiero, Francesca Fiore

Pubblicato il 15 Lug. 2016

Famiglia anoressica: Le donne con anoressia hanno a che fare con madri più iperprotettive e controllanti rispetto alla restante parte della popolazione. Inoltre, i padri sono più invadenti, si rapportano alle figlie solo per fornire loro un sostegno emotivo tramite il cibo e spesso interagiscono con le figlie riproponendo la stessa relazione maladattiva sviluppata con la moglie, caratterizzata principalmente da emozioni negative.

 

MAGREZZA NON E’ BELLEZZA – I DISTURBI ALIMENTARI: Disturbi alimentari: La famiglia anoressica (Nr. 21)

 

La famiglia anoressica

La letteratura esistente in merito alle cure genitoriali nei confronti dei bambini con anoressia ci dice che i genitori, nel gestire l’interazione con il figlio/a, sviluppano processi di negoziazione in cui cercano di mediare tra i propri sentimenti di colpa e di frustrazione, sforzandosi di comprendere la malattia per adattarsi alla cura del bambino (Treasure et al. 2001).

È stato anche osservato che i pazienti con anoressia tendono a negare i loro problemi e a idealizzare la propria famiglia, un atteggiamento che può mascherare le reali questioni familiari di fondo. Le anoressiche mostrano una minore indipendenza, un eccessivo senso di colpa, sfiducia e risentimento in situazioni conflittuali per entrambi i genitori. Una famiglia in cui i confini sono particolarmente fragili, ovvero “invischiata”, per usare un termine sistemico, rappresenta un importante fattore di genesi e sviluppo del disturbo alimentare (Minuchin, 1978). Una famiglia del genere presenta una carenza di differenziazione e di individuazione. Oltre all’anoressia, problemi di mancata differenziazione sono stati associati ad altri disturbi psicologici tra cui la depressione, i disturbi d’ansia e ‘”identità di genere” (Fish et al. , 1991; Fullinwider-Bush, Jacobvitz, 1993; Jacobvitz, Bush, 1996).

Le donne con anoressia hanno dimostrato di essere meno individualizzate rispetto ai soggetti di controllo (Smolak, Levine, 1993), e mostrano bassi livelli di indipendenza familiare (Felker, Stivers, 1994; Federico, Grow, 1996). Le anoressiche, generalmente, riferiscono problemi di confine relazionale con la madre e con il padre (Kog, Vandereycken, 1989; Kog et al. , 1987). Le difficoltà inerenti i confini non sembrano essere specifici per l’anoressia, anche se in presenza di depressione materna potrebbero essere fondamentali per lo sviluppo del disturbo alimentare.

 

Le relazioni dell’anoressica con la madre e il padre

La discrepanza dei risultati potrebbe essere dovuta al fatto che i bambini con disturbo alimentare hanno una minore percezione del cattivo funzionamento familiare rispetto alle bambine (Kanakis, Thelen, 1995). La famiglia delle anoressiche è stata descritta come rigida, con alto livello di invischiamento, conflitti e iperprotezione. Ma è uno scenario che rischia di essere semplicistico. Un quadro più ricco è quello che emerge dall’osservazione della diade madre-figlia. Le donne con anoressia hanno a che fare con madri più iperprotettive e controllanti rispetto alla restante parte della popolazione. Inoltre, i padri sono più invadenti, si rapportano alle figlie solo per fornire loro un sostegno emotivo tramite il cibo e spesso interagiscono con le figlie riproponendo la stessa relazione maladattiva sviluppata con la moglie, caratterizzata principalmente da emozioni negative.

Sembra dunque che una relazione invischiante col padre determini una maggiore possibilità di sviluppare anoressia, mentre i problemi di confine con le madri hanno un impatto diverso sullo stato di salute delle figlie. I problemi di confine sembrano produrre relazioni più patologiche con le madri, stante quando riferiscono le adulte anoressiche. Forse perché le anoressiche adulte soffrono di una forma più cronica di disturbo alimentare, che è accompagnato da relazioni più problematiche con la madre. È importante prendere in considerazione il rapporto padre-figlia per capire come la violazione dei confini sia legata ai sintomi anoressici.

Un certo numero di studi ha anche suggerito l’importanza del ruolo paterno in anoressia (Calam et al. , 1990; Steiger et al. , 1989): i padri possono promuovere un adeguato e sano sviluppo delle proprie figlie e sono necessari per aiutare la prole a effettuare il naturale processo di individuazione nei confronti delle madri (Kalter et al. , 1985).

RUBRICA MAGREZZA NON E’ BELLEZZA – I DISTURBI ALIMENTARI

Si parla di:
Categorie
SCRITTO DA
Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

Tutti gli articoli
Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

Tutti gli articoli
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bruch, H. (1970), Family Background in Eating Disorders, in E. J. Anthony, C. Koupemik (eds), The child in his family, John Wiley & Sons, Inc, New York.
  • Calam, R., Waller, G., Slade, P., Newton, T. (1990), Eating disorders and perceived relationships with parents, in “International Journal of Eating Disorders”, 9, pp. 479-485.
  • Carter, E. A., McGoldrick, M. (1980) (eds.), The family life cycle: A framework for family therapy, Gardner Press Inc, New York, pp. 3-20.
  • Castro, J. (2000), Perceived rearing practices and anorexia nervosa, in “Clinical Psychological Psychotherapy”, 7, pp. 320-325.
  • Castro, J., Toro, J., Cruz, M. (2000), Quality of rearing practices as predictor of short-term outcome in adolescent anorexia nervosa, in “Psychological Medicine”, 3, pp. 61-67.
  • Dolan, B. M., Evans, C. D. H., Lacey, J. H. (1989), Family composition in normal body weight bulimia, in “Journal Nervous Mental Diseases 177”, 5, pp. 267-272.
  • Enns, M. W., Cox, B. J., Larsen, D. K. (2000), Perceptions of parental bonding and symptom severity in adults with depression: Mediation by personality dimensions, in “Can J Psychiatry”, 45, pp. 263-268.
  • Enos, D. M., Handal, P. J. (1986), The relationship of parental mari-tal status and perceived family conflict to adjustment in white adolescents, in “Journal Consulting and Clinical Psychology”, 54, pp. 820-824.
  • Fairburn, C. G., Cooper, P. J. (1982), Self-induced vomiting and bulimia nervosa: An undetected problem, in “British Medical Journal”, 284, pp. 1153-1155.
  • Felker, K. R., Stivers, C. (1994), The relationship of gender and family environments to eating disorder risk in adolescents, in “Adolescence”, 29, pp. 821-834.
  • Fish, M., Belsky, J., Youngblade, L. (1991), Developmental anteced-81 Magrezza non è bellezza ents and measurement of intergenerational boundary violation in a non clinic sample, in “Journal of Family Psychology”, 4, pp. 278-297.
  • Frederick, C. M., Grow, V. M. (1996), A mediational model of autonomy, self-esteem, and eating disordered attitudes and behaviors, in “Psychology of Women Quarterly”, 20, pp. 217-228.
  • Frost, R. O., Marten, P., Lahart, C. M., Rosenblate, R. (1990), The dimensions of perfectionism, in “Cognitive Ther Res”, 14, pp. 449-468.
  • Fullinwider-Bush, N., Jacobvitz, D. B. (1993), The transition to young adulthood: generational boundary dissolution and female identity development, in “Family Process”, 32, pp. 87-103.
  • Garfinkel, P. , Moldofsky, H., Garner, P. (1980), The heterogeneity of anorexia nervosa: Bulimia as a distinct subgroup, in “Archives of General Psychiatry”, 37, pp. 1036-1040.
  • Gilbert, P., Allan, S., Goss, K. (1996), Parental representations, shame, interpersonal problems and vulnerability to psychopathology, in “Clinical Psychology and Psychotherapy”, 3, pp. 23-34.
  • Gilbert, P., Gerlsma, C. (1999), Recall of shame and favouritism in relation to psychopathology, in “British Journal of Clinical Psychology”, 38, pp. 357-373.
  • Gowers, S., North, C. (1999), Difficulties in family functioning and adolescent anorexia nervosa. , in “British Journalof Psychiatry”, 174, pp. 63-66.
  • Grotevant, H., Cooper, C. (1985), Patterns of interaction in family relationships and the development of identity exploration in adolescence, in “Child Development”, 56, pp. 415-428.
  • Halmi, C. A., Agras, W. S., Crow, S. J., Mitchell, J., Wilson, G. T., Bryson, S. (2005), Predictors of treatment acceptance and completion in anorexia nervosa: Implications for future study designs, in “Arch Gen Psychiatry”, 62, pp. 776-781.
  • Herzog, D. B. (1982), Bulimia: the secretive syndrome, in “Psychosomatics”, 23, pp. 481-487. Hoffman, J. A. (1984), Psychological separation of late adolescents from their parents, in “Journal of CounselingPsychology”, 31, pp. 170-178.
  • Igoin-Apfelbaum, L. (1985), Characteristics of the family background in bulimia, in “Psychotherapy and Psychosomatics”, 43, pp. 161-167.
  • Jacobvitz, D. B., Bush, N. F. (1996), Reconstructions of family relationships: parent child alliances, personal distress, and self-esteem, in “Developmental Psychology”, 32, pp. 732-743.
  • Johnson, C. L. , Stuckey, M. K., Lewis, C. D., Schwartz, D. (1982), Bulimia: A descriptive survey of 316 cases, in “International Journal of Eating Disorders”, 2, pp. 3-16.
  • Johnson, C., Flach, A. (1985), Family characteristics of 105 patients with bulimia nervosa, in “American Journal of Psychiatry”,142, pp. 1321-1324.
  • Kalter, N., Riemer, B., Brickman, A., Chen, J. W. (1985), Implications of parental divorce for female development, in “Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry”, 24, pp. 538-544.
  • Kanakis, D. M., Thelen, M. H. (1995), Parental variables associated with bulimia nervosa, in “Addictive Behaviors”, 20, pp. 491-500.
  • Kent, J. S., Clopton, J. R. (1988), Bulimia: A comparison of psychological adjustment and familial characteristics in a nonclinical sample, in “Journal of Clinical Psychology”, 44, pp. 964-971.
  • Kog, E., Vandereycken, W. (1989), Family interaction in eating disorder patients and normal controls, in “International Journal of Eating Disorders”, 8, pp. 11-23.
  • Kog, E., Vertommen, H., Vandereycken, W. (1987), Mi- nuchin’s psychosomatic family model revised: a concept-validation study using a multitrait-multimethod approach, in “Family Process”, 26, pp. 235-253.
  • Le Grange, D. (1999), Family therapy for adolescent anorexia nervosa, in “Journal of Clinical Psychology”, 55, pp. 727-739.
  • McFarlane, A. H., Bellissimo, A., Norman, G. R. (1995), Fam- Fam- ily structure, family functioning and adolescent wellbeing: the transcendent influence of parental style, in “Journal of Child Psychology and Psychiatry”, 36, pp. 847-864.
  • Menzies, I. E. (1970), Psychosodal aspects of eating, in “Journal Psychosomatic Research”, 14, pp. 222-227.
  • Minuchin S. (1974), Families and Family Therapy, President and Fellows of Harvard College, trad it. Famiglie e terapia della famiglia, Astrolabio, Roma 1976.
  • Murray, C., Waller, G., Legg, C. (2000), Family dysfunction and bulimic psychopathology: The mediating role of shame, in “International Journal of Eating Disorder”, 28, pp. 84-89.
  • Oliver, J. M., Paull, J. C. (1995), Self-esteem and self-efficacy; perceived parenting and family climate; and depression in university students, in “Journal of Clinical Psychology”, 51, pp. 467-481.
  • Podolnick, E. E. (1987), Developmental issues and parents roles in the etiology of eating disorders, in “Proceedings: International symposium on eating disorders in adolescents and young adults”, Plenum Pub.Corp.
  • Pole, R., Waller, D. A., Stewart, S. M., Parkin-Feigenbaum, L. (1988), Parental caring versus overprotection in bulimia, in “International Journal of Eating Disorders”, 7, pp. 601-606.
  • Polivy, J., Herman, P. C. (2002), Causes of eating disorders, in “Annual Review Psychology”, 53, pp. 187-213. “Psychiatry” 1987, 44, pp. 1047-1056.
  • Pyle, R. L., Halvorson, P. A., Neuman, P. A., Mitchell, J. B. (1986), The increasing prevalence of bulimia in freshman college students, in “International Journal of Eating Disorders”, 5, pp. 631-647.
  • Pyle, R. L., Mitchell, J. E., Eckert, E. D., Halvorson, P. A., Neuman, P. A., Goff, G. M. (1983), The incidence of bulimia in freshman college students, in “International Journal of ’Eating Disorders”, 2, pp. 75-85.
  • Rice, K., Cole, D. A., Lapsley, D. K. (1990), Separation-individuation, family cohesion, and adjustment to college: Measurement validation and test of a theoretical model, in “Journal of Counsetinv Psycho-losv”, 37, pp. 195-202.
  • Robin, A. L., Siegel, P. T., Moye, A. W., Gilroy, M., Dennis, A. 84 Magrezza non è bellezza B., Sikand, A. (1999), A controlled comparison of family versus individual therapy for adolescents with anorexia nervosa, in “Journal of the American Academy of Child and Adolescent Psychiatry”, 38, pp. 1482-1489.
  • Rorty, M., Yager, J., Rossotto, E., Buckwalter, G. (2000), Parental intrusiveness in adolescence recalled by women with a history of bulimia nervosa and comparison women, in “International Journal Eating Disorder”, 28, pp. 202-208.
  • Russell, G. F. M., Szmukler, G. I., Dare, C., Eisler, I. (1987), An evaluation of family therapy in anorexia nervosa and bulimia nervosa, in “Arch Gen”.
  • Sassaroli, S., Apparigliato, M., Bertelli, S., Boccalari, L., Fiore, F., Lamela, C., Scarone, S., Ruggiero, G. M. (2011), Perfectionism as a mediator between perceived criticism and eating disorders, in “Eating and Weight Disorders”, 16, pp. 37-44.
  • Schmidt, U., Lee, S., Beecham, J., Perkins, S., Treasure, J. L., Yi, I. (2007), A randomized controlled trial of family therapy and cognitive behavior therapy guided self-care for adolescents with bulimia nervosa and related conditions, in “Am J Psychiatry”, 164, pp. 591-598.
  • Shafran, R., Cooper, Z., Fairburn, C. G. (2002), Clinical perfectionism: A cognitive-behavioural analysis, in “Behavior Research Therapy”, 40, pp. 773-791.
  • Sights, J. R., Richards, H. C. (1984), Parents of bulimic women, in “International Journal of Eating Disorders”, 3, pp. 3-13.
  • Slater, E. J., Haber, J. D. (1984), Adolescent adjustment following divorce as a function of familial conflict, in “Journal Consulting and Clinical Psychology”, 52, pp. 920-921.
  • Smolak, L., Levine, M. P. (1993), Separation-individuation difficulties and the distinction between bulimia nervosa and anorexia nervosa in college women, in “International Journal of Eating Disorders”, 14, pp. 33-41.
  • Soenens, B., Vansteenkiste, M., Luyten, P., Duriez, B., Goos-sens, L. (2005), Maladaptive perfectionistic self-representations: The me-85 Magrezza non è bellezza diational link between psychological control and adjustment, in “Personality Individual Differences”, 38, pp. 487-498.
  • Steiger, H., Van der Feen, J., Goldstein, C., Leichner, P. (1989), Defense styles and parental bonding in eating-disordered women, in “International Journal of Eating Disorders”, 8, pp. 131-140.
  • Strober, M. (1981), The significance of bulimia in juvenile anorexia nervosa: An exploration of possible etiologic factors, in “International Journal of Eating Disorders”, 1, pp. 28-43.
  • Van Furth, E. F., van Strien, D. C., Martina, L. M., van Son, M. J., Hendrickx, J. J., van Engeland, H. (1996), Expressed emotion and the prediction of outcome in adolescent eating disorders, in “International Journal of Eating Disorders”, 20, pp. 19-31.
  • Vandereycken, W. (1994), Parental rearing behaviour and eating disorders, in C. Perris, W. A. Arrindell, M. Eisemann (eds), Parenting and Psychopathology, Wiley, London, pp 219-234.
 
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Disturbi alimentari - Magrezza non e bellezza - featured
I disturbi alimentari: Il modello cognitivo “migliorato” di Fairburn – Magrezza non è bellezza

Il modello cognitivo migliorato di Fairburn considera, oltre al controllo, anche la bassa autostima come tema nucleare dei disturbi alimentari. 

ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel