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Bias ed Euristiche – Introduzione alla Psicologia Nr. 38

Le euristiche sono scorciatoie comode e rapide estratte dalla realtà, i bias cognitivi sono euristiche inefficaci e logorate, non basate su dati di realtà.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 17 Dic. 2015

Aggiornato il 15 Mar. 2016 15:07

INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA (Nr. 38)

 

I bias sono particolari euristiche usate per esprimere dei giudizi, che alla lunga diventano pregiudizi, su cose mai viste o di cui non si è mai avuto esperienza. Mentre le euristiche funzionano come una scorciatoia mentale e permettono di avere accesso a informazioni immagazzinate in memoria. 

 

Bias è un termine inglese, che trae origine dal francese provenzale biais, e significa obliquo, inclinato. Questo termine, a sua volta trae origine dal latino e, prima ancora, dal greco epikársios, obliquo. Inizialmente, tale termine era usato nel gioco delle bocce, soprattutto per indicare i tiri storti che portavano a conseguenze negative. Nella seconda metà del 1500, il termine bias, assume un significato più vasto, infatti sarà tradotto come inclinazione, predisposizione, pregiudizio.

Insomma, i bias cognitivi sono automatismi mentali sui quali si generano schemi cognitivi maladattivi utilizzati spesso per prendere decisioni in fretta e senza fatica. Si tratta, il più delle volte di errori cognitivi (es. ipergeneralizzazione, pensiero dicotomico, Minimizzazione o Massimizzazione, Personalizzazione, etc.) che impattano nella vita di tutti i giorni non solo su decisioni e comportamenti ma anche sui processi di pensiero.

Quindi, i bias non sono altro che costrutti non del tutto corretti perché fondati su percezioni errate o deformate, su pregiudizi, su ideologie, quindi niente da sottoporre al giudizio critico. Questi pregiudizi creano schemi mentali che inducono a valutare situazioni o comportamenti senza giudicarli. In molte situazioni si utilizzano per spiegare comportamenti messi in atto, tipo gesti di razzismo o omofobici.

Succede, spesse volte, senza analizzare, pesare e valutare ogni dettaglio, che utilizziamo strategie note col termine di euristiche. Anche questo nome deriva dal greco: heurískein vuol dire trovare, scoprire.

Le euristiche sono, al contrario dei bias, procedimenti mentali intuitivi, e sbrigativi, scorciatoie mentali, che permettono di avere un’idea generica su un argomento senza effettuare troppo sforzi cognitivi. Sono strategie veloci utilizzate di frequente per giungere presto a delle conclusioni.

Nel 2002 Kahneman e Frederick proposero (o teorizzarono) che l’euristica cognitiva funzionasse per mezzo di un sistema chiamato sostituzione dell’attributo, che avviene senza essere consapevoli. In base a questa teoria, quando qualcuno esprime un giudizio complesso da un punto di vista inferenziale, risulta essere sostituito da un euristica che è un concetto affine a quello precedente ma formulato più semplicemente. Le euristiche sono, dunque, escamotage mentali che portano a conclusioni veloci con il minimo sforzo cognitivo.

Per concludere, i bias sono particolari euristiche usate per creare delle opinioni o esprimere dei giudizi, che alla lunga diventano pregiudizi, su cose mai viste o di cui non si è mai avuto esperienza. Mentre le euristiche funzionano come una scorciatoia mentali e permettono di avere accesso a informazioni immagazzinate in memoria.

Supponiamo che una pianta piccola con uno stelo e dei petali sia un fiore, anche se non abbiamo mai visto prima quello specifica tipologia sappiamo in ogni caso che si tratta di un fiore. Tutti abbiamo in mente cos’è un fiore, ne abbiamo visto molti e di molti tipi per questo nella nostra testa abbiamo delle immagini relative alle varie caratteristiche presentate da un fiore. Per questo, quando vediamo qualcosa che ha caratteristiche simili, anche se non sappiamo esattamente di che fiore si tratta, possiamo comunque dire con molta probabilità che è un fiore.

Per esprimere questo giudizio abbiamo usato una euristica, caratteristiche del fiore, che ci ha portati in breve tempo a una risposta repentina. Se procedessimo utilizzando un bias, invece, utilizziamo un pregiudizio non criticabile, ad esempio: ‘i fiori sono brutti’, e, dunque, a quel punto non mi fermo neanche a osservarli, giudizio non criticabile.

In sintesi, se le euristiche sono scorciatoie comode e rapide estrapolate dalla realtà che portano a veloci conclusioni, i bias cognitivi sono euristiche inefficaci, pregiudizi astratti che non si generano su dati di realtà, ma si acquisiscono a priori senza critica o giudizio.

 

 

RUBRICA: INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Armando Plebe e Pietro Emanuele, L'euristica. Come nasce una filosofia, Laterza 1991
  • Mauro Cervini, La terza via al problem solving: prassi euristica e illusione algoritmica, un compromesso, Roma, M.C.A., 1992
  • Kahneman, D. & Frederick, S. (2002). Heuristics and Biases: The Psychology of Intuitive Judgement, Cambridge University Press, 2002
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