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La stabilità dell’ambiente di riferimento: un fattore di protezione per i disturbi da uso di sostanze

Un senso di stabilità e controllo sul proprio ambiente di riferimento può modificare i circuiti cerebrali, riducendo la sensibilità all’abuso di sostanze.

Di Alessia Gallucci

Pubblicato il 31 Lug. 2015

Aggiornato il 23 Mar. 2016 13:26

FLASH NEWS

Un senso di stabilità e di controllo sul proprio ambiente di riferimento può modificare il modo in cui i circuiti cerebrali si strutturano, riducendo la sensibilità al consumo e all’abuso di sostanze e quindi l’impatto delle sfide che la vita pone.

Numerose ricerche hanno dimostrato che condizioni di stress e di deprivazione ambientale possono conferire un certo grado di vulnerabilità per lo sviluppo di disturbi da uso di sostanze nel caso degli uomini, mentre nel caso degli animali per il comportamento di ricerca delle sostanze; d’altro canto un senso di stabilità e di controllo sul proprio ambiente di riferimento può modificare il modo in cui i circuiti cerebrali si strutturano, riducendo la sensibilità al consumo e all’abuso di sostanze e quindi l’impatto delle sfide che la vita pone.

Con l’obiettivo di confermare le evidenze sopra dette la ricerca presente ha considerato un breve training cognitivo come strumento efficace per ricreare appunto una certa solidità e sicurezza, in quanto esso media processi di apprendimento e la formazione di ipotesi basate sulle informazioni che possono essere ricavate dall’ambiente.

In particolare lo studio ha sottoposto a tele training 74 topi che, tramite prove ed errori, dovevano infatti apprendere associazioni arbitrarie discriminando tra diversi stimoli sensoriali e ricevendo in cambio ricompense di cibo.

I topi sono stati divisi in tre gruppi, quelli del primo gruppo sono stati esposti al training cognitivo per 9 giorni e hanno ricevuto le ricompense ogni volta che dimostravano di aver appreso le giuste associazioni; il secondo gruppo di topi è stato sottoposto al training ma i rinforzi non erano conseguenti al successo durante la prova, piuttosto gli animali venivano ricompensati ogni volta che i topi del primo gruppo ricevevano il cibo; infine il terzo gruppo non è stato esposto al training e durante i 9 giorni veniva lasciato in uno stato di deprivazione di cibo. Trascorsi i 9 giorni di training venivano fatte passare 4 settimane al termine delle quali i topi venivano condizionati all’uso della cocaina.

La ricerca ha voluto verificare in una prima fase il mantenimento del comportamento di ricerca della sostanza esponendo settimanalmente i topi al condizionamento della cocaina mentre nella seconda fase un’esposizione giornaliera alla sostanza è stata programmata per controllare l’estinzione del comportamento di ricerca della cocaina.

I risultati hanno mostrato che tutti i topi hanno sviluppato un’eguale preferenza alla cocaina il primo giorno di esposizione alla sostanza, tuttavia il comportamento degli animali cambia con il ripetersi dell’assunzione.

In particolare si è osservato che il training cognitivo ha un effetto protettivo generale rispetto al mantenimento del comportamento di ricerca, mentre nel caso dell’estinzione della preferenza per la cocaina solo i topi che fanno parte del primo e del secondo gruppo, cioè quelli che ricevono il training, mostrano una riduzione della stessa.

Tali esiti confermano le ipotesi di ricerca e le conclusioni degli studi precedenti e cioè che un maggior senso di controllo e di stabilità del proprio ambiente di riferimento può rappresentare un fattore di resilienza e di protezione rispetto ai disturbi da abuso di sostanze.

 

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