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Disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction: cosa cambia nel DSM-5

Il DSM-5 non separa l'abuso e la dipendenza da sostanze ma sono state fuse nell' unico disturbo da uso di sostanze misurato su un continuum da lieve a grave

Di Giada Costantini

Pubblicato il 18 Giu. 2015

Per quanto riguarda i disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction un cambiamento fondamentale è che il DSM-5 non separa le diagnosi di abuso e dipendenza da sostanze: sono state fuse le categorie di abuso e dipendenza da sostanze del vecchio DSM-IV in un unico disturbo da uso di sostanze, misurato su un continuum da lieve a grave, i cui criteri per la diagnosi, quasi identici ai precedenti criteri, sono stati uniti in un unico elenco di 11 sintomi.

In linee generali il DSM-5 ha modificato l’organizzazione dei capitoli al fine di riflettere un approccio basato sull’arco di vita: il manuale inizia con i disturbi maggiormente diagnosticati nelle prime fasi della vita (Disturbi del neurosviluppo) e termina con quelli pertinenti all’età avanzata (Disturbi neurocognitivi).

Una considerevole modifica riguarda l’abbandono del sistema di valutazione multiassiale, al quale eravamo abituati dal DSM-III: questo cambiamento riflette il riconoscimento che un sistema categoriale eccessivamente rigido non coglie l’esperienza clinica o importanti osservazioni scientifiche.

Inoltre, con l’intento di aumentare la specificità diagnostica, la designazione di Disturbo NAS (Non Altrimenti Specificato) è stata sostituita con due opzioni: Disturbo con altra specificazione e Disturbo senza specificazione, per consentire al clinico di specificare o meno le caratteristiche di un disturbo che non corrisponde appieno alla sintomatologia necessaria per entrare nella categoria diagnostica corrispondente.

All’interno del DSM-5 il termine dimensionale viene poi utilizzato con significati diversi da quello originario: c’è l’accorpamento di più disturbi in una categoria più ampia, come è ad esempio avvenuto per il “disturbo da uso di sostanze”. Infine, sono stati introdotti degli specificatori quantitativi di gravità dei sintomi elencati all’interno di alcuni disturbi.

Per quanto riguarda i disturbi correlati a sostanze e disturbi da addiction un cambiamento fondamentale è che il DSM-5 non separa le diagnosi di abuso e dipendenza da sostanze: sono state fuse le categorie di abuso e dipendenza da sostanze del vecchio DSM-IV in un unico disturbo da uso di sostanze, misurato su un continuum da lieve a grave, i cui criteri per la diagnosi, quasi identici ai precedenti criteri, sono stati uniti in un unico elenco di 11 sintomi.

Nel complesso, è stata aumentata la soglia del numero di criteri da soddisfare per porre diagnosi di disturbo da uso di sostanze: la soglia per la diagnosi di disturbo da uso di sostanze viene stabilita a due o più criteri, in contrasto con la soglia di uno o più criteri per una diagnosi di abuso di sostanze e tre o più per una diagnosi di dipendenza stabilita dal DSM-IV. Vengono invece forniti i criteri per il disturbo da uso di sostanze, accompagnati dai criteri intossicazione, astinenza, disturbi correlati a sostanze e disturbi correlati a sostanze senza specificazione, dove applicabili.

All’interno dei disturbi da uso di sostanze, il criterio del DSM IV relativo ai problemi legali ricorrenti collegati a sostanze è stato eliminato dal DSM-5 ed è stato aggiunto un nuovo criterio: craving, o forte desiderio o spinta all’uso di una sostanza.

Inoltre, sono stati inseriti degli indici di gravità: un disturbo da uso di sostanze lieve è suggerito dalla presenza di 2-3 sintomi, moderato da 4-5 sintomi e grave da 6 o più sintomi. Il cambiamento della gravità nel corso del tempo è anche rilevabile dalle riduzioni o dagli aumenti nella frequenza e/o dose di sostanza usata, valutati tramite il resoconto diretto dall’individuo interessato, il resoconto di altri esperti, le osservazioni del clinico e test biologici.

Un’ altra importante differenza rispetto ai manuali diagnostici del passato è che il capitolo sui disturbi correlati a uso di sostanze è stato ampliato per comprendere il disturbo da gioco d’azzardo.

Il Gioco D’Azzardo Patologico (GAP), secondo la definizione del DSM-IV, è un disturbo del controllo degli impulsi, che consiste in un comportamento di gioco persistente, ricorrente e maladattivo che compromette le attività personali, familiari o lavorative. La nuova edizione del DSM-5 ha riclassificato il gioco d’azzardo patologico nell’area delle dipendenze (addictions) per le similarità tra il GAP e le dipendenze da alcol e altre sostanze d’abuso. Per la precisione, in clinica, il disturbo non viene più definito “gioco patologico” ma “disordered gambling” (gioco problematico). Inoltre, anche in questo caso, l’aver commesso atti illegali non è più considerato uno dei criteri per la diagnosi del gioco d’azzardo patologico.

Questo cambiamento riflette la crescente e consistente evidenza che alcuni comportamenti, come il gambling, attivano il sistema di ricompensa del cervello, con effetti simili a quelli delle droghe e che i sintomi del disturbo da gioco d’azzardo assomigliano in una certa misura a quelli dei disturbi da uso di sostanze.

Nel DSM-5 astinenza da cannabis, il disturbo da uso di tabacco e astinenza da caffeina sono nuovi disturbi (quest’ultima era nell’Appendice B del DSM IV, “Criteri e Assi utilizzabili per ulteriori studi”).

 

Astinenza da Cannabis

Il disturbo da astinenza da cannabis è una condizione clinica che si manifesta in seguito a cessazione di uso di cannabis che è stato intenso e prolungato (cioè abituale uso quotidiano o quasi, almeno per un periodo di alcuni mesi) (Criterio A). Tale condizione porta allo sviluppo di 3 o più dei seguenti sintomi che si sviluppano approssimativamente entro 1 settimana dopo il criterio A: irritabilità, rabbia o aggressività; nervosismo o ansia; insonnia; diminuzione dell’appetito o perdita di peso; agitazione; umore depresso; almeno uno dei seguenti sintomi fisici causa malessere significativo: dolori addominali, instabilità/tremori, sudorazione, febbre, brividi o cefalea (Criterio B).

I sintomi del criterio B causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o in altre aree importanti (Criterio C). I sintomi non sono dovuti a un’altra condizione medica generale e non sono meglio giustificati da un altro Disturbo mentale, compresa l’intossicazione o l’astinenza da altra sostanza (Criterio D).

 

Astinenza da tabacco

Il disturbo da uso di tabacco è definito come un pattern che porta a disagio o compromissione clinicamente significativi, come manifestato da almeno due delle seguenti condizioni, che si verificano entro un periodo di 12 mesi: il tabacco è spesso assunto in quantitativi maggiori o per un periodo più lungo di quanto fosse nelle intenzioni; desiderio persistente o sforzi infruttuosi di ridurre o controllare l’uso di tabacco; una gran parte del tempo è impegnata in attività necessarie a procurarsi o usare tabacco; craving, o forte desiderio, o spinta all’uso di tabacco; uso ricorrente di tabacco che causa un fallimento nell’adempimento dei principali obblighi di ruolo sul lavoro, a scuola, a casa; uso continuato di tabacco nonostante la presenza di persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dagli effetti di tabacco (per es. discussioni con altri circa l’uso di tabacco); importanti attività sociali, lavorative o ricreative vengono abbandonate o ridotte a causa dell’uso di tabacco; uso ricorrente di tabacco in situazioni nelle quali è fisicamente pericoloso (per es. fumare a letto); uso continuato di tabacco nonostante la consapevolezza di un problema persistente o ricorrente, fisico o psicologico, che è stato probabilmente causato o esacerbato dal tabacco; tolleranza, come definita da ciascuno dei seguenti fattori: a- un bisogno di quantità marcatamente aumentata di tabacco per ottenere l’effetto desiderato, b- una marcata diminuzione dell’effetto con l’uso continuato della stessa quantità di tabacco; astinenza, manifestata da ciascuno dei seguenti fattori: a- la caratteristica sindrome da astinenza di tabacco, b- il tabacco (o una sostanza strettamente correlata, come la nicotina) viene assunto per attenuare o evitare sintomi di astinenza (Criterio A).

 

Astinenza da caffeina

Il disturbo da astinenza da caffeina è quella condizione clinica definita da un uso quotidiano prolungato di caffeina (Criterio A) e la cui brusca cessazione o riduzione è seguita, entro 24 ore, da tre (o più) dei seguenti segni o sintomi: cefalea, affaticamento marcato o fiacchezza, umore disforico, umore depresso o irritabilità, difficoltà di concentrazione, sintomi tipo influenza (nausea, vomito o dolori muscolari/rigidità) (Criterio B).

I segni o sintomi del Criterio B causano disagio clinicamente significativo o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o altre aree importanti (Criterio C). I segni o sintomi non sono associati agli effetti fisiologici di un’altra condizione medica (per es., emicrania, patologia virale) e non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale, compresa intossicazione o astinenza da altra sostanza (Criterio D).

Infine, lo specificatore del DSM IV per il sottotipo fisiologico è stato eliminato nel DSM-5, così come la diagnosi di dipendenza da sostanze molteplici. La remissione precoce da un disturbo da uso di sostanze è definita dal DSM-5 da un minimo di 3 ma meno di 12 mesi senza soddisfare i criteri del disturbo da uso di sostanze (con l’eccezione del craving) e la remissione protratta è definita da un minimo di 12 mesi senza soddisfare i criteri del disturbo da uso di sostanze (con l’eccezione del craving). Infine, i nuovi specificatori aggiuntivi del DSM-5 comprendono “in ambiente controllato” e “in terapia agonista”, a seconda di ciò che la situazione richiede.

 

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