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La primavera e l’aumento di pensieri legati al suicidio

In primavera c'è nei pazienti affetti da depressione o altri disturbi mentali un aumento dei pensieri legati al suicidio e i più vulnerabili sono i giovani.

Di Veronica Iazzi

Pubblicato il 21 Apr. 2015

FLASH NEWS

Per le persone che soffrono di depressione maggiore o di altri problemi di salute mentale la primavera è la stagione in cui si verifica un aumento di pensieri circa il suicidio.

Molti studi hanno indagato questo fenomeno, uno tra questi nel 2005 ha esplorato il numero di suicidi negli USA tra il 1971 e 2000. Questa ricerca ha trovato che una maggiore frequenza di suicidio si verifica in primavera con un picco nei mesi di aprile e maggio. Nel 2012 uno studio intitolato Seasonality of Suicidal Behavior conferma che inspiegabilmente il picco stagionale del suicidio si situa in primavera anche se emerge che nuovi picchi stanno emergendo in nuovi periodi dell’anno.

Indipendentemente dal periodo dell’anno il suicidio è un problema di salute pubblica che deve essere esplorato a vari livelli attraverso l’educazione pubblica, la conoscenza culturale, e la consapevolezza clinica dei segni e dei sintomi

Il presidente della Pennsylvania Medical Society (PAMED) afferma che nel 2012 ci sono stati 1.613 suicidi in Pennsylvania.
Ogni volta che qualcuno prende una decisione consapevole di tentare o completare il suicidio, spesso amici e parenti si chiedono cosa avrebbero potuto fare per impedirlo. Riconoscere il suicidio come un problema di salute pubblica e affrontarlo in maniera adeguata potrebbe essere utile a tutti coloro che cercano delle risposte alle perdite personali.

Secondo i dati del Dipartimento della Salute della Pennsylvania, il maggior numero di suicidi nel 2012 è stato commesso da persone di età compresa tra 45 anni e 54 anni, seguiti da coloro di età 55 anni ai 64 anni.
I rapporti della American Association of Suicidology indicano la Pennsylvania 29° in classifica nella nazione per il numero di suicidi, mentre Montana, Alaska, e Wyoming hanno purtroppo i tassi più elevati.

A livello nazionale, i dati suggeriscono che nel 2011 si sono verificati 39.518 suicidi. Inoltre, più di 487.700 persone sono state trattate nei dipartimenti di emergenza per atti di autolesionismo ma molto probabilmente il numero effettivo di persone che cercano di farsi male è più alto. Si conoscono infatti solo i pazienti che finiscono nei dipartimenti di emergenza ma ogni giorno si verificano tentativi di suicidio da parte di coloro che cercano di affrontare tutto da soli senza cercare alcun aiuto.

Secondo l’ American Academy of Pediatrics gli individui più vulnerabili sono i più giovani. Nel 2012 ci sono stati 68 individui di età inferiore ai 20 anni che hanno deciso di togliersi la vita e che hanno compiuto un suicidio. I dati a disposizione indicano che fino all’ 80 per cento dei suicidi commessi dai giovani sarebbero potuti essere prevenuti, per questo è importante conoscere i segni del suicidio e capire come si può aiutare chi sta pensando di togliersi vita. Secondo la relazione annuale del Pennsylvania Child Morte Review del 2014, il 45 % delle morti avvenute nel 2011 per suicidio sono avvenute con l’uso di un’arma o per asfissia.

La nuova legge richiede alle scuole di adottare delle misure di prevenzione del suicidio nel sistema scolastico pubblico attraverso una consapevolezza del suicidio da parte dei giovani e la formazione del personale già dall’anno accademico 2015-’16.

Lo psichiatra infantile Robert E. Wilson, MD, PhD, eletto presidente della Pennsylvania Psychiatric Society e membro attivo PAMED, dice che i fattori di rischio per il suicidio sono: precedenti tentativi di suicidio, storia di depressione o altre malattie mentali, abuso di alcol o droghe, storia familiare di suicidio o violenza, malattia fisica, sentirsi soli, presenza di un evento di vita stressante, perdita e facile accesso ai metodi letali. Secondo il dott. Wilson mantenere questi fattori in mente può aiutare amici e familiari a prestare attenzione a una persona cara soprattutto se manifesta segnali di pericolo.

Il Dr. Wilson aggiunge che è importante non respingere un individuo quando esprime il suo desiderio di farsi male, bisognerebbe anche osservare i cambiamenti di umore e verificare l’eventuale uso di sostanze. Ѐ importante creare un ambiente sicuro e fornire l’aiuto necessario a coloro che mostrano un’instabilità emotiva.

Gli esperti di salute mentale offrono la loro disponibilità in ospedali, cliniche e studi medici e attraverso la linea diretta nazionale, ricordando però che insegnanti, medici, genitori e tutti i membri del pubblico giocano un ruolo fondamentale nel prevenire la perdita di vite.

 

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Veronica Iazzi
Veronica Iazzi

Dottoressa Magistrale in Psicologia Clinica, dello Sviluppo e Neuropsicologia

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