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Dove sta andando la Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale in Italia

Nasce una consulta delle scuole CBT per promuovere e rappresentare l’approccio verso l’opinione pubblica e verso le diverse sedi istituzionali italiane...

Di Redazione

Pubblicato il 28 Nov. 2014

Aggiornato il 18 Set. 2017 14:48

Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale – DIRETTORE RESPONSABILE: EZIO SANAVIO – Dipartimento di Psicologia Generale Università di Padova – Padova, 14 novembre 2014

Dove sta andando la psicoterapia cognitiva e comportamentale in Italia

 

Aula ‘Cesare Musatti’, Università degli Studi di Padova.

Apre il Convegno alle ore 10.15 un benvenuto del prof. Giulio Vidotto, direttore del Dipartimento di Psicologia Generale che ha dato il proprio patrocinio e ospita l’incontro.

Il direttore della rivista, prof. Ezio Sanavio, ricorda che Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale non è un giornale di bandiera, ma che “scopo della rivista è diffondere i molteplici aspetti e le diverse ramificazioni della psicoterapia cognitiva e comportamentale italiana”.

Il convegno vuole celebrare venti anni di pubblicazioni regolari, che hanno comportato la pubblicazione di 120 articoli originali di ricerca, 60 rassegne critiche o contributi teorici, 45 articoli nella sezione ‘Brevi comunicazioni’, 41 articoli riproposti nella rubrica ‘Archivio storico’, 36 ‘casi clinici’, 34 protocolli di ricerca, 230 recensioni di volumi. In questi venti anni sono state pubblicate oltre 8000 pagine di contributi scientifici, oltre a tre volumi di abstracts di altrettanti convegni internazionali e un supplemento monografico. Nei venti anni trascorsi sono state stampate oltre 100.000 copie; l’ultimo numero è il terzo fascicolo del 2014, volume 20, ed è stato stampato in 2322 copie.

Al convegno sono stati invitati, oltre ai collaboratori della rivista, tutti i responsabili (direttori) di Scuole di specializzazione in psicoterapia ad orientamento cognitivo e/o comportamentale sulla base del sito ufficiale MIUR. Successivamente è stata inviata loro una griglia con sei quesiti al fine di meglio organizzare la discussione.

Alcuni responsabili impossibilitati a partecipare hanno inviato un proprio documento, quelli fisicamente presenti si sono alternati nei propri interventi. Segue quindi un’ampia discussione. Esauriti costruttivamente i vari temi, il convegno si è sciolto alle ore 15.45.

A seguito sono riportati i sei quesiti con relativa sintesi della discussione relativa.

  1. Psicoterapia cognitiva e comportamentale ha vent’anni. Focalizzandosi su questi ultimi vent’anni e sulla specifica realtà italiana, Lei ritiene che si possano riconoscere delle linee di sviluppo nel panorama CBT? Potrebbe cercare di rispondere alla domanda: dove sta andando la psicoterapia cognitiva e comportamentale in Italia?

 

Gli interventi hanno sottolineato come le linee di sviluppo recenti mostrino un panorama variegato, molto articolato e, per certi aspetti, frammentato. In questo momento non sono facilmente individuabili linee chiare di sviluppo futuro. Divergenze e frammentazione non vanno considerate un problema, ma piuttosto una ricchezza.

  1. Negli ultimi vent’anni,in Italia e nel mondo, la CBT ha avuto un’enorme crescita di prestigio tra la popolazione, i media, il mondo sanitario, il mondo accademico. Oggi il marchio CBT è un marchio di prestigio. Crede utili e possibili iniziative comuni atte a promuoverlo ulteriormente e/o tutelarlo da contraffazioni opportunistiche?

E’ stato espresso un accordo totale nel promuovere la qualità della CBT anche nel nostro Paese. Perplessità sono state invece espresse sull’ipotesi di qualche forma di agenzia di accreditamento.

  1. A caratterizzare la CBT sono sempre stati storicamente i riferimenti alla psicologia di base, l’enfasi sui riscontri empirici, l’attenzione per la ricerca e per la valutazione dei risultati (in contrasto con orientamenti psicoterapeutici che privilegiano il setting clinico, la relazione, l’ermeneutica, ecc.). Ritiene che anche in futuro saranno i suddetti riferimenti a fare da spartiacque tra approccio CBT e ‘resto del mondo’?

Si è discusso su come sia di fatto impossibile formulare un sistema di norme e regole classificatorie, ma sia invece possibile delineare una storia comune da cui trarre gli elementi costitutivi. E’ stato ampiamente sottolineato il rilievo e la centralità della ricerca scientifica costantemente aggiornata sugli ambiti rilevanti per modelli, metodi, ecc.

  1. Ritiene che esista una certa massa di conoscenze teoriche, di metodi di analisi psicodiagnostica, di procedure di trattamento, che costituiscano una sorta di minimo comun denominatore CBT? Ritiene possa essere riconosciuto come patrimonio condiviso di ogni psicoterapeuta CBT e come base dell’identità culturale e professionale?

Gli interventi hanno mostrato l’esistenza di un patrimonio condiviso dell’identità culturale comune. Si è parlato di un sistema permeabile che interagisce con altri sistemi e culture.

 

Si è detto che esiste un minimo comun denominatore, ma che viene oscurato proprio dal fatto che la CBT è diventata eccezionalmente vasta.

  1. E’ a conoscenza degli EABCT (European Association for Behavioral and Cognitive Therapies) Standards for the training and accreditation of Behavioural and Cognitive therapists? In caso affermativo, qual è la sua valutazione?

L’attenzione si è focalizzata sulla centralità e quantità di esperienza pratica richiesta agli alllievi e sull’esperienza pratica svolta in modo supervisionato. Sono state indicate le grandi differenze, a questo riguardo, che intercorrono tra le diverse scuole riconosciute in Italia e tra scuole private e sistema universitario.

  1. Focalizzandosi su quanto sa del panorama odierno delle scuole riconosciute d’area CBT, ritiene che le differenze tra di loro siano tali da sconsigliare una rete di dette scuole? Cosa pensa dell’ipotesi di una Consulta nazionale delle scuole CBT? Nel caso Lei fosse favorevole, potrebbe dare dei suggerimenti?

E’ stata unanimemente valutata opportuna la costituzione di una consulta delle scuole CBT. Funzione della consulta sarebbe promuovere e rappresentare l’approccio verso l’opinione pubblica e verso le diverse sedi istituzionali italiane, in primo luogo il MIUR, e verso le associazioni internazionali. E’ stato costituito un gruppo di lavoro col compito di identificare i criteri di costituzione e organizzazione di tale consulta e di predisporre un’agile bozza di statuto. Componenti del gruppo di lavoro sono Nicola Marsigli, Paolo Michielin, Paolo Moderato, Ezio Sanavio, Sandra Sassaroli, Lucio Sibilia. Tale gruppo farà circolare la bozza di statuto e convocherà tutti per una riunione fondativa a Padova in data 10 febbraio 2014.

LEGGI IL REPORT DALLA RIUNIONE DI PADOVA:

CBT: il risveglio della bella addormentata

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