expand_lessAPRI WIDGET

I papà vengono da marte e le mamme da venere – Recensione

Gli autori confrontano il punto di vista delle mamme con quello dei papà rispetto ai principali aspetti della crescita nei primi 3 anni di vita del bambino.

Di Alice Mannarino

Pubblicato il 20 Giu. 2014

 

 

In questo libro, piacevole e scorrevole, gli autori (una mamma ed un papà esperti del settore) analizzano dettagliatamente le sfide principali che i genitori devono affrontare durante i primi tre anni di vita di un bambino, confrontando il punto di vista delle mamme con quello dei papà.

Ormai si sa, gli uomini e le donne vengono da due pianeti diversi! Come sottolineano gli autori le donne detestano il conflitto, è un retaggio dell’evoluzione: se si litiga si muore. Fino a non molto tempo fa la femmina che litigava con il maschio era destinata a morire con i propri figli al seguito. Per questo le donne presentano una maggiore propensione alla tolleranza. Al tempo stesso pare che gli uomini cerchino di evitare le emozioni forti, siano meno viscerali e più razionali. Anche l’elaborazione dell’ira è differente: l’uomo in genere è più impulsivo e aggressivo mentre la donna quando si arrabbia sente più spesso il bisogno di parlarne con qualcuno e sfogarsi.

Al di là dei retaggi culturali, sono proprio gli ormoni e la struttura genetica a condizionare in modo differente il cervello maschile e femminile. Come possono due generi così diversi non avere punti di divergenza anche in tema di genitorialità? Impossibile! Le differenze ci sono, eccome se ci sono!

Il libro in questione parte con l’analizzare la differente reazione che un uomo e una donna hanno già di fronte alla scoperta di aspettare un bambino, cercando di spiegarne i motivi. Per le donne un test positivo è un evento sociale da condividere e comunicare a tutto il mondo, nei secondi produce una reazione più privata, uno tsunami che può perfino destabilizzare e mettere in crisi la sicurezza di sé. Per non parlare delle differenze legate ai vissuti personali durante i nove mesi di attesa. Diventare madre è un processo che rivoluziona il cervello femminile, la gravidanza avvia una trasformazione profonda e risveglia l’istinto materno che tutte hanno iscritto nei propri geni, anche chi all’apparenza è dedita ad altri progetti di vita. Per quanto riguarda gli uomini, gli studi biomedici sembrano dimostrare che, in genere, i papà in attesa sono più irritabili nel corso del primo trimestre e molto più distaccati e freddi delle compagne circa l’evento della nascita. Il libro procede nell’affrontare la tematica del parto e il rientro a casa con il pupo.

Il parto è un passaggio cruciale per una donna, che si scopre capace di generare un bambino. Il primo contatto con il neonato acuisce tutti i sensi della madre, che nonostante la fatica, si sente piena di energia per prendersi cura del piccolo. L’attaccamento al pargolo si sviluppa rapidamente, grazie anche alla prossimità fisica e all’allattamento. La prima e più grande questione che gli uomini devono affrontare quando si avvicina il momento fatidico è la decisione di entrare o meno in sala parto. Entrare dà la possibilità di essere lì con la propria compagna e di vivere in diretta un evento che trasforma l’esistenza; al tempo stesso significa dover assistere a tutto, ma proprio a tutto quello che avviene al di là della porta. Forse gli uomini dovrebbero sapere che gli eventi importanti della vita sono necessariamente intensi e coinvolgenti sul piano emotivo e che, mentre le emozioni li assalgono, possono permettersi di sentirle, assecondarle, comunicarle e condividerle.

Procedendo nella lettura del libro gli autori affrontano il tema del nutrimento del piccolo e nello specifico dell’allattamento. Poter nutrire il bambino tramite il proprio latte è un’esperienza molto piacevole, sia per la madre, sia per il piccolo. Il contatto fisico prolungato rinforza il legame e stimola la produzione di ormoni che appagano i bisogni affettivi della madre. Di conseguenza, si può non sentire la voglia di fare l’amore con il partner. Per gli uomini non è una buona notizia ma conoscere il motivo del calo di desiderio della compagna può aiutarli a comprenderla e a vivere con maggiore serenità la fase. La questione cibo generalmente genera ansia nelle donne, gli uomini di solito ne sono molto meno preoccupati. Perciò spesso vivono con insofferenza l’apprensione delle compagne.

Il pargolo intanto cresce e arriva il momento della fatidica frase “Da stasera dormirai nel tuo lettino”. Spesso sono le mamme che desiderano tenere il neonato nel lettone poiché è piacevole. In realtà, la pratica del cosleeping (ovvero, dormire tutti nello stesso letto) se protratta oltre i primi mesi di vita può diventare un fattore di rischio per lo sviluppo psicologico del piccolo. Imparare a dormire in un proprio spazio, consente al bambino di sentirsi capace non solo di fusione e simbiosi con la mamma, ma anche di autonomia. Padri, aprite le orecchie! Siete voi i prescelti per fare addormentare il bambino. Quest’ultimo, infatti, non sentendo l’odore del latte, intuisce che può fare tutto, tranne che nutrirsi; i papà pare anche che siano più abili delle mamme a mantenere la calma davanti ai capricci. Inoltre, se un papà è coinvolto e disponibile nella relazione con il proprio bambino/a, egli apprenderà da lui l’abilità di diventare un ottimo esploratore della vita.

In tutte le culture del mondo, solitamente sono i padri a introdurre i pargoli alla dimensione dell’avventura. Sono loro a farli volare in alto e poi riprenderli (con lo sguardo spaventato della mamma che teme sia un gioco pericoloso). I papà forniscono le ali, la voglia di esplorare e di osare. Le mamme regalano un legame con le radici e un senso di protezione. Però per fare crescere un figlio sano e sicuro bisogna anche insegnargli a tollerare la sofferenza, renderlo consapevole che nella vita non siamo onnipotenti e per stare al mondo dobbiamo anche adattarci alle aspettative che gli altri ripongono in noi.

Come fare a trasmettere tutto ciò? Regole, come specificano gli autori, gran parte del mestiere di un genitore nell’età evolutiva ruota attorno a queste sei lettere. Fissare alcune regole, concordate da mamma e papà insieme, consente al figlio di sviluppare un sistema di valori e capire che il mondo è prevedibile e che mamma e papà la vedono allo stesso modo. Quando, invece le visioni dei genitori cozzano in un modo molto evidente, la coppia rischia di trasformare il percorso di crescita in un’occasione reiterata di scontri e litigi. Ebbene, che fare quando i punti di vista dei genitori sono così differenti? La soluzione migliore in questi casi è rivolgersi ad uno specialista, che aiuti a costruire un fronte comune e a trasformare le sfide educative in opportunità per cooperare, anziché in causa di conflitti cronici.

 

ARTICOLO CONSIGLIATO:

Perfezionismo e genitorialità, lo stress e l’ansia di essere un genitore perfetto

BIBLIOGRAFIA:

  • Pellai, A., Tamborini, B. (2014). I papà vengono da Marte, le mamme da Venere. De Agostini Editore, Novara.  ACQUISTA ONLINE
Si parla di:
Categorie
ARTICOLI CORRELATI
WordPress Ads
cancel