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Che grande questo piccolo Hans! di Lorenzo Recanatini – Recensione del libro

Nel suo libro Recanatini ci offre una sintesi fumettistica del complesso di Edipo e della fobia del piccolo Hans, narrando il tutto con concetti semplici.

Di Francesca Fiore

Pubblicato il 16 Gen. 2015

Innovativo e leggero, Recanatini nel libro è stato in grado di parlare di psicoanalisi con un linguaggio semplice e lineare senza usare, se non in casi specifici, termini e costrutti psicoanalitici.

Che grande questo piccolo Hans! (2014) L. Recanatini
Che grande questo piccolo Hans! (2014) L. Recanatini

Per gli addetti ai lavori la storia del piccolo Hans risulta essere un ritorno del rimosso, usando il gergo psicoanalitico, poiché studiato più e più volte per diversi esami universitari e molto citato come caso clinico in diversi ambiti.
Il libro di cui parleremo oggi, dunque, propone uno degli antesignani dei casi clinici, in ambito psicoanalitico e non solo, attraverso uno stile narrativo differente: il fumetto. E così comincia l’avventura: Che grande questo piccolo Hans! Proprio questo è il titolo di uno degli ultimi libri di Lorenzo Recanatini edito da Alpes. Si tratta di una grande opera, un’impresa nuova e di particolare coinvolgimento rispetto alle numerosi pubblicazioni che trattano questo caso. Innovativo e leggero, Recanatini nel libro è stato in grado di parlare di psicoanalisi con un linguaggio semplice e lineare senza usare, se non in casi specifici, termini e costrutti psicoanalitici.

 Ha presentato il piccolo Hans con umorismo e spensieratezza, sempre rispettando il rigore clinico, attraverso domande e quesiti formulati in maniera semplice e leggera che permettono anche ad un pubblico non espero di carpire il significato più intrinseco, inconscio, del complesso di Edipo. Si tratta, sostanzialmente, di una estrema sintesi fumettistica del complesso di Edipo, narrandolo per concetti essenziali che portano ad evidenziare, oltre alla risoluzione dell’Edipo, il processo che determina la formazione della fobia specifica di cui era affetto il piccolo Hans. Chiaramente, il complesso di Edipo funge da spiegazione al formarsi della fobia, e diventa, dunque, lo snodo che determinerà e segnerà le scelte di vita future dell’individuo, non solo sessuali ma anche relazionali.

La peculiarità della narrazione consiste nel riuscire a far evincere in maniera netta il passaggio dal simbolo alla parola, conoscenza esplicita, che traduce in fatti i comportamenti paterni e materni vissuti dal protagonista.

Recanatini parte dalla tragedia di Sofocle, usata per spigare l’Edipo inteso come fase cruciale dello sviluppo della vita di Hans, e arriva a esplicitare il ruolo delle fantasie e degli interrogativi che riguardano la sessualità, focus dell’elaborazione freudiana, usata per spiegare la fobia specifica presentata da Hans. Attraverso la funzione svolta dal padre, presupposto del mito di Edipo, si dimostra come questo complesso sia importante nel percorso di sviluppo della propria soggettività. Se non risolto, l’Edipo diventa il centro da cui si originano e si generano i così detti sintomi nevrotici, esattamente come succede per il piccolo Hans.

Recanatini presenta molto bene attraverso il fumetto, sia con le parole che con le espressioni, quanto avviene in questa vicenda e come si risolve la stessa.

La lettura di questo libro è molto divertente e accattivante, è stato un piacevole ritorno del rimosso!

 

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