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Autismo e abilità sociali: deficit nel sistema emotivo-motivazionale

Un deficit nel sistema emotivo-motivazionale impedirebbe al soggetto con autismo di impegnarsi attivamente in una conversazione.

Di Eleonora Pinna

Pubblicato il 02 Lug. 2013

– FLASH NEWS-

Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche

Secondo la teoria della motivazione sociale, sarebbe un deficit nel sistema emotivo-motivazionale ad impedire al soggetto con ASD di impegnarsi attivamente in una conversazione.

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Gli individui con un disturbo dello spettro autistico (ASD) spesso mostrano una scarsa sensibilità alla voce umana.

Questo aspetto deficitario potrebbe avere un ruolo chiave nelle diminuite abilità comunicative che caratterizzano tale popolazione. Secondo la teoria della motivazione sociale, sarebbe un deficit nel sistema emotivo-motivazionale ad impedire al soggetto con ASD di impegnarsi attivamente in una conversazione.

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Uno studio, pubblicato recentemente su PNAS, conferma questa ipotesi. Abrams e colleghi (2013) hanno infatti indagato le connessioni tra le aree coinvolte nella percezione della voce umana (solco temporale superiore posteriore o pSTS) e altre regioni cerebrali. Attraverso l’utilizzo della Risonanza Magnetica Funzionale in stato di riposo (resting-state fMRI), gli Autori hanno confrontato il funzionamento cerebrale di 20 bambini con ASD e di 19 bambini con sviluppo nella norma.

 

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In particolare, lo studio si è focalizzato su soggetti con una forma di autismo ad alto funzionamento, ossia con QI, abilità di lettura e di scrittura nella norma, ma con specifiche difficoltà nel mantenere attivamente una conversazione e nel comprendere i cues emotivi nella voce dell’interlocutore.

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Si è visto che i soggetti con ASD mostravano un evidente pattern di ipoconnettività dell’area pSTS dell’emisfero sinistro con il nucleo accumbens e l’area tegmentale ventrale, strutture facenti parte del sistema dopaminergico di reward. Inoltre, la corteccia pSTS dell’emisfero destro, specializzata nell’analisi dei cues vocali quali intonazione e prosodia, presentava connessioni povere con l’amigdala e la corteccia orbitofrontale, che processano i cues emozionali e l’apprendimento in relazione ad essi.

Infine, più scarsa era la connessione tra queste aree, più gravi erano i deficit di comunicazione dei soggetti.  Di fatti, i ricercatori erano in grado di predire i punteggi dei bambini alla sottoscala verbale di un test standard sulla gravità dell’autismo in base al grado di deficit nelle connessioni tra queste aree cerebrali.

I risultati suggeriscono che una povera connessione tra le aree deputate alla percezione della voce umana e le strutture coinvolte nel sistema emozionale e di reward possa inficiare l’abilità di questi soggetti di sperimentare il dialogo con l’altro come uno stimolo piacevole. Questo, a sua volta, agisce negativamente sullo sviluppo del linguaggio e delle abilità sociali, così come ipotizzato dalla teoria della motivazione sociale. 

LEGGI:

DISTURBI DELLO SPETTRO AUTISTICO – AUTISMO – LINGUAGGIO & COMINICAZIONE –  NEUROPSICOLOGIA – VOCE E COMUNICAZIONE PARAVERBALE

 

 

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