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Incidenza dei Disturbi di Personalità a Milano

Una ricerca volta a comprendere l’evoluzione dell’incidenza dei Disturbi di Personalità nella popolazione milanese.

Di Milko Prati

Pubblicato il 19 Lug. 2012

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Incidenza dei Disturbi di Personalità a Milano. - Immagine: © creative soul - Fotolia.comLa letteratura internazionale attraverso una ricerca longitudinale evidenzia una percentuale media di diagnosi di disturbi di personalità pari al 10,6% sulla popolazione generale, dato peraltro coerente con quelli espressi in sei studi condotti in tre nazioni differenti (Lenzenweger, 1997, 2007, Torgersen, 2001, Samuels 2002, Crawford 2005, Coid 2006).

Al contrario, la letteratura scientifica italiana risulta carente in materia di dati epidemiologici relativi alla diffusione di tali disturbi; infatti non risultano studi specifici a livello nazionale. La frequenza nella popolazione generale adulta è stimata intorno al 10-15% e aumenta notevolmente negli ambiti clinici, ospedalieri e ambulatoriali(Lingiardi, 2001).

Per tale motivo, è stata effettuata una ricerca volta a comprendere l’evoluzione dell’incidenza dei Disturbi di Personalità sulla popolazione milanese.

Quattro Centri Psico Sociali (C.P.S.), afferenti ad una delle più importanti Aziende Ospedaliere del Comune di Milano, hanno fornito i dati relativi ai Disturbi di Personalità diagnosticati nel corso degli anni 2009, 2010 e 2011 utili ai fini della ricerca.

Inizialmente è stata analizzata l’evoluzione dell’incidenza dei Disturbi di Personalità e successivamente si sono evidenziate quali tipologie del disturbo risultavano maggiormente diagnosticate, nel corso del triennio oggetto di studio.

Come risulta dai dati riportati in tabella 1, l’incidenza percentuale registrata nel corso del triennio è rimasta pressoché invariata.

Tabella 1: Incidenza dei disturbi di personalità e tipologie maggiormente diagnosticate
Tab. 1: Incidenza dei disturbi di personalità e tipologie maggiormente diagnosticate, nel corso del triennio 2009-2011.

A fronte di tali evidenze, sono state indagate possibili differenze suddividendo il campione per genere e per fascia d’età.

Per quanto riguarda la differenza di genere, i risultati dell’analisi hanno evidenziato una maggiore incidenza di diagnosi di Disturbo di Personalità nel gruppo dei maschi rispetto a quello delle femmine.

I dati in tabella 2 mostrano che il numero di femmine richiedenti un consulto è stato maggiore rispetto a quello dei maschi ma, nonostante ciò, la diagnosi di Disturbo di Personalità è risultata maggiore nel gruppo dei maschi.

Di particolare importanza risulta il dato relativo all’anno 2011 in cui la diagnosi di Disturbo di Personalità nei maschi è aumentata in modo considerevole raggiungendo la percentuale del 12,72%, rispetto alle femmine che invece hanno registrato un lieve decremento.

Tabella 2: Incidenza percentuale DDP Maschi vs Femmine
Tab. 2: Incidenza percentuale DDP Maschi vs Femmine.

Considerando come parametro di riferimento l’età, risultano di particolarmente interessanti le evidenze emerse nelle seguenti fasce d’età.

  • Fascia di età < 24: progressivo aumento dell’incidenza dei Disturbi di Personalità nei soggetti di età inferiore a 24 anni; la percentuale relativa all’anno 2010 (13,60%) è risultata pari a quasi il doppio rispetto a quella registrata nel 2009 (7,63%), mentre la percentuale del 2011 ha presentato un incremento rispetto all’anno precedente nella misura di circa 2 punti percentuali (17,44%); complessivamente la percentuale di incidenza dei disturbi ha mostrato un incremento, dal 2009 al 2011, di circa dieci punti percentuale.
  • Fascia 24/34: decremento nelle diagnosi di Disturbo di Personalità nei soggetti di età compresa tra i 24 e i 34 anni; la percentuale di 9,76%, relativa all’anno 2009, si è di fatto ridotta di più della metà, facendo registrare una percentuale pari a 4,03% nell’anno 2011.

Per ogni anno oggetto di analisi, come mostrato in tabella 3, sono state analizzate le tipologie di Disturbo di Personalità diagnosticate dai clinici dei C.P.S. . I risultati hanno mostrato una costanza nelle diagnosi verso tre tipologie specifiche: Disturbo di Personalità Non Altrimenti Specificato (NAS), Disturbo Paranoide di Personalità e Disturbo Borderline di Personalità

Tabella 3: Incidenza dei Disturbi di Personalità (per tipologie) nei Centri Psico Sociali.
Tab. 3: Incidenza dei Disturbi di Personalità (per tipologie) nei Centri Psico Sociali.

Per quanto concerne le differenze di genere, negli anni 2009 e 2010 si è registrato un andamento pressoché costante delle tipologie di disturbo, valutando anche separatamente il gruppo dei maschi da quello delle femmine.

 

Psicoterapia: Il DSM 5, i clinici di campagna e i Disturbi di Personalita’
Articolo consigliato: Psicoterapia: Il DSM 5, i clinici di campagna e i Disturbi di Personalita’

Si è riscontrata invece una differenza tra i due gruppi nel corso dell’anno 2011, infatti nei maschi il Disturbo Borderline di Personalità ha avuto un peso minore mentre sono stati maggiormente diagnosticati il Disturbo di Personalità NAS e il Disturbo Paranoide di personalità; nelle femmine è diminuita l’incidenza percentuale del Disturbo di Personalità NAS mentre sono aumentate quelle dei Disturbi Borderline e Paranoide.

 Rispetto alla fascia d’età, non è stato possibile individuare una distribuzione delle percentuali di incidenza con caratteristiche costanti. Infatti, tali percentuali si sono differenziate, di volta in volta, a seconda sia del gruppo di soggetti considerati sia dell’anno oggetto di analisi.

Le evidenze fin qui riportate consentono la formulazione di alcune considerazioni.

 

Innanzitutto, i risultati della ricerca forniscono spunti importanti per orientare la ricerca scientifica futura nell’ambito dei Disturbi di Personalità; in particolare sarebbe interessante indagare le ragioni alla base delle differenze di genere e fascia d’età, riscontrate nella popolazione milanese.

Inoltre, le tre tipologie di disturbo maggiormente diagnosticate lasciano piuttosto perplessi se rapportate alle più recenti impostazioni teoriche, sviluppate dal gruppo di lavoro dell’American Psychiatric Association, alla base del nuovo DSM-5, in pubblicazione il prossimo mese di maggio 2013. Infatti, il Disturbo di Personalità NAS e il Disturbo Paranoide di Personalità saranno esclusi dalla nomenclatura internazionale e, ad oggi, l’American Psychiatric Association non ha ancora chiarito quali siano le motivazioni di tale eliminazione.

 

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