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Dove trattare l’Ansia… Due parole con l’esperta!

Di Sara Della Morte, Ursula Catenazzi, Giuseppina Di Carlo

Pubblicato il 19 Ott. 2011

Aggiornato il 02 Nov. 2011 13:15

Nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale è possibile trovare clinici con una formazione specifica nel trattamento dei disturbi d’ansia. Anche all’interno di piccole realtà è possibile trattare questi disturbi in modo efficace avvalendosi di protocolli farmacologici e psicoterapici. Ne parliamo con la Dott.ssa Leveni, responsabile del Centro per il Trattamento dei Disturbi d’Ansia dell’Azienda Ospedaliera di Treviglio Caravaggio.

 


Ansia_pulsante_© Vanessa - Fotolia.comCom’è strutturato il servizio nel quale lavora?

Il Centro per il Trattamento dei Disturbi d’ansia è all’interno dell’Ambulatorio Psico Sociale di Zogno in Val Brembana, in provincia di Bergamo. L’Ambulatorio è una struttura territoriale psichiatrica dell’Azienda Ospedaliera di Treviglio ed è formato da una piccola équipe composta da due medici, uno psicologo e un’assistente sociale; in passato avevamo quattro infermieri e un educatore a tempo pieno, ma negli anni l’educatore è stato spostato alla struttura riabilitativa e gli infermieri sono diventati tre con impegno part-time e uno a tempo pieno: il minimo per tenere in piedi una struttura di questo tipo. La competenza territoriale dell’Ambulatorio comprende tutta la Val brembana e alcuni comuni più popolosi alle sue porte, per un totale di circa 65.000 abitanti. Gli psichiatri lavorano a tempo pieno, hanno la necessità di gestire tutto quello che arriva in una struttura psichiatrica pubblica: gli adulti dai 18 anni in su, tutti i disturbi mentali e le patologie che hanno correlati sul piano psichico, come ad esempio il ritardo mentale che può necessitare del consulto psichiatrico per quanto riguarda le condotte comportamentali che possono essere disturbanti, oppure la senilità in cui il quadro organico può necessitare di una consulenza per l’invalidità civile.

L’Ambulatorio di Zogno tratta esclusivamente i disturbi d’ansia?

Come struttura psichiatrica territoriale l’Ambulatorio Psico Sociale si occupa in realtà di tutti i disturbi mentali, dalle forme più leggere e diffuse, come i disturbi d’ansia, ai disturbi che necessitano di un intervento più complesso come le psicosi. MA dal 1999, l’Azienda Ospedaliera di Treviglio ha istituito, all’interno dell’Ambulatorio di Zogno, il CETRADA, ossia una sotto équipe che si occupasse prevalentemente dei disturbi d’ansia e della depressione; il nucleo di tale sotto équipe è in realtà costituita da me e dagli psichiatri dell’Ambulatorio: i medici fanno da filtro e gestiscono le eventuali terapie farmacologiche, mentre io, come psicologa, mi occupo quasi esclusivamente dei trattamenti psicoterapici specifici per questi gruppi di patologie.

Una sorta di ottimizzazione delle forze in campo…?

Esatto, questa ristrutturazione è figlia della necessità di gestire meglio le sempre più scarse risorse a fronte di un costante aumento delle richieste di trattamento e dalla convinzione che nessuno può fare tutto ma ci sono sempre margini di miglioramento. Nella psichiatria pubblica infatti vige un po’ la regola implicita che uno psicologo possa e debba occuparsi di tutte le forme di disagio psichico, fornendo le più svariate forme di prestazioni, dalla psicoterapia alla riabilitazione, all’inserimento lavorativo. Al tempo stesso siamo d’accordo con l’idea che, in linea con l’evoluzione di tutte le altre discipline mediche, sia importante e necessario specializzarsi in un settore per offrire trattamenti aggiornati ed efficaci. Teniamo inoltre presente che nella psichiatria pubblica si ritiene che il mandato sia quello di occuparsi delle patologie gravi, intendendo quasi esclusivamente le psicosi e i gravi disturbi di personalità. Io mi occupo di quella che in termini un po’ dispregiativi in passato veniva definita come “psichiatria minore” e adesso “psichiatria comune”, cioè di quei disturbi che si ritiene che non arrechino eccessivo danno alla persona o eccessivo disturbo alla società. In realtà l’ampia diffusione dei disturbi d’ansia e depressivi e il loro alto rischio di cronicità comportano dei costi sanitari-sociali-relazionali molto elevati. Senza contare l’altissimo numero di pazienti che con un aumento minimo di fondi e strumenti a disposizione, potrebbero ottenere trattamenti efficaci, di una durata ragionevole e a costi contenuti. Il CETRADA offre prestazioni anche a persone fuori dal territorio di competenza essendo considerato un centro ad alta specializzazione e sovrazonale.

Quali sono le difficoltà nel portare avanti un protocollo così ben strutturato, come quello che offrite nella vostra struttura? In una realtà così piccola?

Grosse difficoltà non ci sono state e la risposta è stata positiva non solo nella nostra realtà. Abbiamo un sito internet [Ndr. www.cetrada.it] e i pazienti arrivano da tutta Italia, in un certo senso “volere è potere”. La maggior parte degli invii di solito, oltre che da Internet, viene fatta da parte di altri pazienti o dai medici di base, come risultato di un passaparola diffusosi negli anni.

Quali sono i pro e i contro nello svolgere il suo lavoro in provincia?

Un vantaggio è il fatto che trovandoci in una zona decentrata non siamo oberati da troppe richieste di emergenza e urgenza, più tipiche delle grandi città ad alta densità di popolazione. Questo ci ha permesso di partecipare a molti progetti, che per una struttura più grande è più difficile. Un altro aspetto positivo è il fatto di lavorare con una èquipe molto piccola, il ché facilita la comunicazione tra i vari operatori. Essere decentrati non è mai stato un limite in questo senso, nel corso degli anni abbiamo contattato diversi professionisti, ad esempio portiamo avanti un gemellaggio Zogno-Sidney con i colleghi del CRUFAD (Clinical Research Unit for Anxiety Disorders), Centro per i Disturbi d’Ansia, che  collabora con l’Organizzazione Mondiale della Sanità e del quale abbiamo adottato la metodologia di intervento. L’unico aspetto negativo potrebbe riguardare la selezione a monte dei pazienti, nel senso che, essendo in una zona periferica e decentrata, spesso è abbastanza difficile per alcune persone raggiungerci: per esempio non c’è una stazione ferroviaria e l’autostrada dista circa 20 Km. Una persona che presenta problemi agorafobici potrebbe considerarci “inaccessibili”, così come chi viene da fuori provincia. Se avessimo la sede a Bergamo città probabilmente l’afflusso di utenti sarebbe molto maggiore.

 

LINKS:

www.cetrada.it

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