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Cronache dal 41esimo Congresso Cognitivo Europeo (Reykjavik, 31/08 – 3/09 2011)

Di Giovanni Maria Ruggiero

Pubblicato il 28 Ago. 2011

Aggiornato il 15 Mag. 2012 18:56

ReykjavikTra pochi giorni, dal 31 agosto al 3 settembre, a Reykjavik, in Islanda, si terrà il 41esimo congresso europeo di terapia cognitiva. Più precisamente, il 41esimo congresso annuale della EABCT, la European Association of Behavioural and Cognitive Therapy.

Da qualche anno i congressi cognitivi sono diventati eventi movimentati. Non più piste per il confronto e la competizione, ma arene gladiatorie per scontri tra le ondate del cognitivismo clinico. La seconda e la terza ondata sono da qualche anno in contrapposizione. Forse questa volta non si arriverà ai momenti di tensione estrema di Helsinky 2008 anche perché mancherà Steven Hayes, L’Ettore di quelle giornate. Hayes ha abbandonato l’EABCT e ha fondato la sua società scientifica che organizza i suoi congressi indipendenti. L’ultimo in Italia, a Parma dal 13 al 15 luglio 2011. Ed è stato l’11esimo congresso dei seguaci di Hayes. Insomma, questa terza ondata comincia ad avere i suoi anni.

Ma lasciamo Hayes ai suoi esili e diamo uno sguardo al programma di Reykjavik. Il congresso si apre di mercoledì 31 agosto (costringendoci ad abbandonare le spiagge estive) con ben undici (11!) workshop. Sette di impostazione standard, con i soliti Clark e Salkovskis e le loro solite terapie standard per la fobia sociale e il disturbo ossessivo compulsivo. I dioscuri tengono stretto il timone del cognitivismo classico. A prua invece troviamo quattro workshop di terza ondata: uno sulla mindfulnes (Kuyken), uno sulla terapia dialettico-comportamentale (Ritschel), uno sulla schema therapy (Arntz) e uno sulla terapia focalizzata sulla compassione (Gilbert). Sembrerebbe una sorta di lottizzazione, un manuale Cencelli in cui 2 terzi dello spazio è dato al cognitivismo standard e un terzo ai parvenu della terza ondata.

Il mercoledì di apertura si chiude con Clark (e così seconda ondata si becca la keynote di apertura! Applausi dai banchi di destra, entusiasmo dei tradizionalisti!) che parla di “Developing and disseminating effective psychological treatments: science, practice and economic“.

Sviluppo? Disseminazione? Economia? Trattamento efficace? Insomma, clinica zero. Si preannuncia un discorso di una noia mortale (mutismo tra i banchi della destra, pernacchie e sarcasmi provengono dagli opposti banchi del progressismo di terza ondata). È possibile che il fronte standard abbia dovuto pagare un prezzo per aver ottenuto il discorso di apertura (questo lo dicono quei cinici dei parlamentari centristi, la palude). E il prezzo è stato: la noia. L’assoluta neutralità che non scontenta nessuno, e forse farà dormire molti.

Sarà vero? Ve lo diremo mercoledì sera stessa. Infatti la delegazione di Studi Cognitivi si appresta a invadere l’Islanda con le sue truppe: Giovanni M. Ruggiero, Gabriele Caselli e Chiara Manfredi saranno lì e vi terranno informati. Sarà il primo esperimento di livebloggingcognitivo.

Intanto domani getteremo un secondo sguardo alle altre giornate del congresso.

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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