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Congresso SITCC 2014: Intervista a Rita Ardito

Di Redazione

Pubblicato il 05 Set. 2014

 

State of Mind intervista Rita Ardito

Co-Presidente del XVII congresso SITCC

 

 

State of Mind: A settembre si terrà il XVII Congresso Nazionale SITCC. I temi principali trattati saranno CAMBIAMENTO, CONSAPEVOLEZZA e RELAZIONE. Come mai la decisione di concentrarsi proprio su questi temi?

Rita Ardito: Questi temi sono quelli che guidano l’agire terapeutico e sui quali si concentra la ricerca degli ultimi anni. Il cambiamento è l’obiettivo della psicoterapia e lo strumento prezioso della psicoterapeuta è la relazione. La tradizione cognitivista italiana ha sempre avuto nella costruzione della relazione fra terapeuta e paziente uno dei suoi punti di forza, declinandola nei vari ambiti clinici. Un costante monitoraggio e una consapevolezza di sé da parte del terapeuta è ciò che ai nostri allievi insegniamo come via fondamentale. Incontrarsi su questi, ma anche altri, temi caldi del dibattito psicoterapeutico è un’occasione per confrontarsi e crescere nella riflessione teorica e nella pratica clinica. Al congresso infatti saranno presenti tutti i teorici del settore con i loro contributi più recenti.

 

 

SOM: Qual è lo stato della ricerca italiana su questi argomenti? Quali correnti ritiene stiano dando i contributi più interessanti a riguardo?

RA: Beh a questa domanda risponderei alla fine dei lavori: Bruno Bara e io abbiamo organizzato questo congresso proprio per poterlo scoprire insieme.

 

 

SOM: Al di là dei temi trattati, in che cosa questo congresso vuole essere diverso dai precedenti?

RA: Personalmente non ho mai pensato di voler fare un congresso diverso dai precedenti, spero che questo congresso, anzi, riesca ad ereditare il meglio che ciascun congresso SITCC ha offerto ai suoi soci. Mi piace dunque più parlare dei punti di forza dell’evento di Genova, senza volere per questo fare un paragone con quelli che lo hanno preceduto. Sicuramente l’attenzione ai temi che possano vedere l’integrazione felice di riflessione teorica messa al banco di prova della ricerca a favore di una pratica clinica aggiornata e informata. Inoltre, una grande attenzione ai giovani clinici e ricercatori: non solo simposi ma spazio grande ai poster che, arrivati numerosissimi (questo è un grande orgoglio di Bruno Bara e mio) vedono la partecipazione di giovanissimi colleghi e allievi che fanno ricerca di eccellenza. A questi giovani la vetrina prestigiosa del congresso SITCC e la possibilità di vedere premiati i migliori 3 lavori oltreché di averne pubblicati una selezione in un numero monografico della rivista della società “Quaderni di psicoterapia” .

 

 

SOM: Che cosa ama di più dei congressi SITCC ?

 
RA:
Gli incontri. È molto bello riveder colleghi che sono anche amici ed è molto bello poterlo fare ascoltando le loro relazioni piuttosto che bevendo un caffè insieme nelle pause o sorseggiando buon vino a cena. La dimensione sociale la valorizziamo coi nostri pazienti e ne insegniamo l’importanza ai nostri allievi riconoscendone la forza preziosa: i congressi SITCC sono anche questo.

 

 

SOM: Indubbiamente i congressi sono un’occasione per conoscere persone nuove, i giovani che presentano i propri lavori, rivedere colleghi; ma al di là dell’essere un’occasione per fare networking, questi congressi hanno poi un’utilità concreta, pratica? In altre parole, se ne riscontra successivamente l’influenza sia in campo clinico che nella ricerca?

RA: A mio parere sì. Non sono mai uscita da un congresso SITCC senza pensare di non avere imparato qualcosa di nuovo. E questo mi è capitato tanto nelle sessioni plenarie, quelle degli ospiti di chiara fama, quanto nei simposi di giovani colleghi.

 

 

SOM: Stiamo attraversando un periodo di crisi economica e partecipare ad un congresso di questa portata è un investimento economico importante (iscrizione, trasferimenti, pernottamento…). Quali sono le motivazioni per le quali vale la pena fare questo investimento e partecipare al XVII Congresso Nazionale SITCC?

RA: Spero che ciò che motiva le persone a venire sia la voglia di condividere il proprio lavoro e la curiosità di ascoltare quello altrui. Inoltre sono convinta che il senso di appartenenza alla società sia un motore importante. La SITCC è un porto a cui ogni suo buon marinaio ritorna, speriamo che più che mai a Genova tanti terapeuti possano ritornare per la voglia di portare esperienza dei mari esplorati.

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