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L’uomo dei topi: analisi computazionale comparata di un caso clinico di Freud

Nello studio sono stati utilizzati 2 tipi di software per effettuare una comparazione computazionale sul trascritto "L'uomo di topi" di Freud - Psicologia %%page%%

Di Patrizia Bagatti

Pubblicato il 21 Ott. 2015

Aggiornato il 05 Set. 2019 15:36

Patrizia Bagatti, OPEN SCHOOL STUDI COGNITIVI

 

Il caso clinico “L’uomo dei Topi”, scritto da Freud nel 1909, insieme alle note che prese durante le sedute, fornisce una fonte di grande interesse per uno studio contemporaneo della tecnica psicoanalitica.

Sia la macro che la microanalisi della terapia effettuata da Freud, realizzata da Casonato e Mergenthaler (2008) col software per l’analisi del testo TAS/C hanno mostrato che Freud ha trattato transfert e controtransfert con grande abilità e che la terapia è stata attuata con una tecnica simile a quella moderna di un approccio relazionale.
Questo studio mette a confronto due tipi di software per l’analisi del testo: Atlas.ti, un software per l’analisi qualitativa del testo e il TAS/C.
Abbiamo cercato di valutare se questi software possano analizzare costrutti simili o diversi all’interno della narrativa nella terapia. I risultati precedentemente ottenuti col TAS/C sono stati comparati con i risultati ottenuti con Atlas.ti.

Parole chiave: Analisi computazionale della narrativa, Ricerca in psicoterapia, Modello del Ciclo Terapeutico, Atlas.ti.

Abstract

The clinical case of “The man of the rats”, written by Freud in 1909 along with the notes he took during the treatment, provides a source of great interest for a critical approach to epistemological and ideological processes upon which theory and analytical technique are built.
Both a macro- and micro-analysis of Freud’s treatment, carried out by Casonato and Mergenthaler (2008) with the computer-assisted text analysis software, developed to study the Therapeutic Cycle Model (TCM), showed that Freud had managed transference and countertransference with great skill and that the therapy was carried out with a technique similar to today’s therapy with relational approach.
The present study, after an introduction of the case and of three instruments developed for the analysis of the narrative in psychotherapy, aims to propose an observation review resulting by the analysis over mentioned with the Therapeutic Cycle Model and to compare it with one with Atlas.ti, a qualitative text analysis software .
The main purpose has been that to investigate some of the most important methods for the analysis of narrative in psychotherapy; try to find out if these instruments test similar or different constructs inside the narrative and, which among these, can be applied not only to the scripts and audio/video records of the sessions, but also to the notes of the sessions.
The object of the analysis has been one of the most famous Freud’s psychotherapy, known as “The man of the rats”, a therapy carried out on a patient suffering from obsessive-compulsive neurosis. The results obtained by the Therapeutic Cycle Model and Atlas.ti agree on the fact that the therapy has been successful in terms of improving the patient’s conditions, since “emotional tone” and “abstraction”, the main variables on which the analysis has been focused, decrease. Particularly, the significant decrease of “negative emotional tone” shows, without any doubt, that the patient’s distress decreases.
As regards “abstraction”, it seems that it helps to control the emotional tone; therefore where this is already low, there is also less use of abstraction.
Furthermore this study shows that both instruments used can be successfully applied not only to psychotherapy audio records, but also to the notes of the sessions. However, I think that Atlas.ti offers more chances to further investigate the variables, the chance to relate them, to decompose those under investigation and, viceversa, to group them in families.

Keywords: analysis of the narrative, psychotherapy, Therapeutic Cycle Model, Atlas.ti

IL SOFTWARE TAS/C E IL MODELLO DEL CICLO TERAPEUTICO

Casonato e Mergenthaler (2008) hanno analizzato le trascrizioni delle sedute di Freud del caso clinico “L’uomo dei Topi”, utilizzando il Modello del Ciclo Terapeutico (TCM).
Il Modello del Ciclo Terapeutico e il software TAS/C consentono, attraverso l’analisi computerizzata dei trascritti delle sedute, di studiare i diversi tipi di terapia (psicodinamica, cognitiva, di gruppo, ecc.) mettendo in luce, in ogni trattamento e in ogni seduta o intervista, i passi che si collegano al processo terapeutico o agli eventi relazionali rilevanti, occorsi durante il trattamento (Mergenthaler, Casonato, 2009). Il TCM è un modello di analisi computerizzata dei trascritti “verbatim” delle sedute terapeutiche, o anche degli appunti redatti dal terapeuta. La metodica di ricerca include l’analisi dei trascritti tramite un software in cui sono presenti dizionari elettronici, che possono rilevare e misurare il Tono Emozionale e l’Astrazione, due concetti chiave che si riferiscono rispettivamente all’esperienza emotiva e al coinvolgimento cognitivo, meccanismi chiave attraverso cui è possibile interpretare tutti i cambiamenti che avvengono durante il processo terapeutico (Mergenthaler, Casonato, 2009).

L’utilizzo di una o più parole contenute in uno dei due dizionari è quindi considerato come un indicatore di attivazione del processo emotivo (nel caso del dizionario ET) o del processo cognitivo (nel caso del dizionario AB) nelle sedute analizzate. La combinazione di questi due processi ci permette di identificare i “momenti chiave” in una seduta o le sedute più rilevanti dell’intero trattamento. (Mergenthaler, 1996).

Mergenthaler (1998) ha approfondito lo studio dell’azione terapeutica delle emozioni, attribuendo un diverso ruolo alle emozioni positive ed a quelle negative. Le emozioni positive organizzano la struttura cognitiva in maniera flessibile e defocalizzata, cioè ampliano la gamma dei pensieri, stimolando la creatività e il problem solving. Le emozioni negative favoriscono la focalizzazione dell’organizzazione cognitiva e facilitano il ricordo di episodi relazionali, sogni o materiale autobiografico. L’Astrazione infine è considerata espressione di un processo razionale di riflessione che aiuta a comprendere aspetti di sé e della propria situazione (Mergenthaler, 1998).

Il TCM permette lo studio degli aspetti clinici individuali che possono variare a seconda dell’approccio terapeutico. Attraverso l’analisi computerizzata dei pattern Emozione-Astrazione, è possibile trovare in ogni terapia, o colloquio, degli indicatori dei processi clinici. I dati ottenuti vengono interpretati in base al significato che assumono nella situazione clinica.

L’analisi condotta sul caso clinico “L’Uomo dei Topi” si è basata su tre livelli.
Il primo livello include un riassunto generale del caso.
Il secondo livello riassume il caso, ma focalizzando l’attenzione in modo particolare ai temi ricorrenti:
– situazioni di vita esterne;
– sintomatologia, passata e presente;
– relazioni extra-familiari;
– relazioni col terapeuta: transfert, ecc;
– analisi dei sogni.
Il terzo livello si focalizza su una descrizione sistematica delle sedute, divise in gruppi. Questo approccio strutturato per livelli consente di avere una visione ben articolata dei temi tipici del trattamento, in modo più chiaro rispetto alla narrativa psicoanalitica tradizionale. Il materiale così prodotto può essere utilizzato per accedere all’intero caso e far luce sui progressi nella terapia. E’ possibile raccogliere anche dati qualitativi, concatenando tutte le descrizioni per ogni aspetto del caso, delineando così una visione d’insieme.

Le variabili come fattori terapeutici

Nella ricerca in psicoterapia, un aspetto di primaria importanza è la scelta delle variabili da analizzare che svolgano un ruolo di fattori terapeutici (Blasi, Casonato,2005). Per poter definire un fattore come “terapeutico”, esso dev’essere in grado di stimolare un cambiamento nello stato o nel comportamento del soggetto.

Storicamente i fattori terapeutici possono essere diversamente denominati a seconda dell’orientamento teorico dei clinici e dei ricercatori; comunque, è dimostrato che tutte le terapie hanno fattori terapeutici comuni che possono promuovere un cambiamento anche se denominati differentemente dalle varie scuole. In particolare tutti i ricercatori concordano sul fatto che le fluttuazioni “emotive”, “cognitive” e “comportamentali” giocano un ruolo decisivo nelle condizioni del paziente; gli interventi psicoterapeutici sono in grado di agire sul sistema neuronale.
Mergenthaler (1998) ha individuato come fattori terapeutici di cambiamento l’ “Esperienza Affettiva” e il “Padroneggiamento Cognitivo” (fattori già indicati da Karasu, 1976), , tralasciando la “Prescrizione Comportamentale”.

Le emozioni

La prima variabile studiata da Mergenthaler (1998) durante l’analisi dei trascritti verbatim delle sedute è stata chiamata il “Tono emozionale”. Esso non si riferisce alle emozioni positive o negative, ma alla densità di parole che nel testo esprimono un’emozione, identificate grazie al dizionario delle parole emozionali.

Vengono considerate emotive o emozionali quelle parole che possiedono una valenza emozionale che possa essere classificata secondo una delle seguenti dimensioni (Sandhöfer-Sixel,1988): approvazione-disapprovazione, piacere-dispiacere, attaccamento-distacco e sorpresa. Esse possono far parte di qualsiasi gruppo grammaticale: aggettivi (bello), avverbi (dolorosamente) o verbi (distruggere). Tali parole vengono suddivise in due categorie, a seconda della valenza positiva o negativa; le parole emotive con tonalità positiva sono codificate come 1, mentre le parole emotive con tonalità negativa sono codificate come 2.

Il dizionario, di proposito, non include parole che si riferiscono ad aspetti specifici di esperienza sensoriale (come “terra” o “caldo”) perché l’emozione dev’essere identificata con precisione. Sono state escluse anche parole con significati multipli, che appaiono di frequente (per es. “buono”, ecc..). Il metodo quindi identifica le oscillazioni fra i momenti di alta o bassa frequenza di parole emozionali; nel primo caso ciò significa che durante la seduta il paziente sta facendo un’esperienza interessante.
Il TCM considera la presenza del tono emozionale una condizione necessaria, ma non sufficiente all’emergere di momenti chiave.

Astrazione

Per “Astrazione” si intende la manifestazione linguistica di eventi cognitivi. Gillie nel 1957 ha definito così il materiale verbale che contiene una proporzione elevata di osservazioni e concetti generali, lontani dalle esperienze concrete. Le parole astratte sono tutti i sostantivi che si riferiscono a concetti e realtà non direttamente percepibili dai sensi, così come i nomi indicanti categorie generiche di oggetti o entità; questi devono essere esclusivamente sostantivi.
I nomi astratti (-ismo, -ente, -mento, -zza, -tà) possono essere costruiti partendo da una serie di suffissi. Anche per valutare la densità delle parole astratte, come per il tono emozionale, si utilizza un dizionario in cui le parole inserite vengono considerate indice di valutazione e riflessione logica.

Inoltre, secondo Gillie (1957), gli elementi utilizzati come indice dell’astrazione dovrebbero avere due proprietà:
essere il più possibile indipendenti dai giudizi individuali del valutatore (essere cioè obiettivi);
essere identificati facilmente e in modo chiaro.
I suffissi considerati dal TCM sono analizzati utilizzando il programma TAS/C, in grado di riconoscere i suffissi di ogni singola parola nella lingua considerata.

L’oscillazione della quantità di astrazione, o dell’emozione, è clinicamente rilevante perché riflette i cambiamenti nelle condizioni della persona: il paziente si può trovare alternativamente in uno stato di forte coinvolgimento emozionale o distaccato emotivamente. Nell’ultimo caso prevalgono le argomentazioni e le riflessioni.
Secondo la Teoria del Modello del Ciclo Terapeutico le diverse combinazioni di questi due stati riflettono momenti che possono facilitare o impedire il cambiamento o l’azione terapeutica.

Pattern di Emozione-Astrazione

Merghenthaler considera di fondamentale importanza dal punto di vista clinico l’oscillazione della quantità di emozione/astrazione perchè riflette il cambiamento dello stato mentale in cui si trova la persona. Il paziente in terapia può essere, a volte, altamente coinvolto emotivamente o più distaccato, e in questo caso prevale la riflessione.
Il cambiamento può essere facilitato o ostacolato da diverse combinazioni di questi due stati; queste combinazioni vengono chiamate “Pattern of Emozione-Astrazione”. Secondo il modello del Ciclo Terapeutico questi pattern si susseguono in modo ciclico, ed è dunque possibile misurare la quantità di due variabili: “Tono Emozionale” e “Astrazione”.
Pattern A, Rilassamento: è caratterizzato da un basso tono emotivo e una bassa astrazione. I momenti della terapia in cui questo pattern è individuabile vede i pazienti parlare di argomenti non strettamente legati ai loro maggiori problemi; per questo essi esprimono solo un po’ di emozione e riflessione, a volte completamente assenti, perché ancora non possono focalizzare i loro problemi. Questa fase, tuttavia, non è specifica solo dell’inizio della terapia, ma può verificarsi in altri momenti, soprattutto quando i pazienti si devono riposare.
Pattern B, Riflessione: in questa fase i pazienti esprimono i temi senza essere emotivamente coinvolti. Elaborano le descrizioni a livello cognitivo, senza essere coinvolti emotivamente. Il meccanismo di difesa che si manifesta probabilmente in questa fase, sembra essere l’intellettualizzazione, utilizzata eventualmente come resistenza al cambiamento promosso dalla terapia.
Pattern C, Esperienza: questo pattern è caratterizzato da un alto tono emozionale e una bassa astrazione. Ciò si manifesta quando i pazienti parlano di temi che li coinvolgono particolarmente e si trovano ad esperire le emozioni in modi diversi: col pianto, col riso o con la collera a seconda che le emozioni siano positive o negative. Sta poi al terapeuta intervenire cercando di attuare una transizione da uno stato di esperienza negativa a uno di esperienza positiva.
Pattern D Connessione: in questo caso, vi è sia un elevato tono emotivo che una forte astrazione; questi sono i momenti in cui i pazienti accedono sia emotivamente che cognitivamente a temi difficili e possono riflettere su di essi. E ‘ quindi in quelle fasi che essi si avvicinano alla comprensione del loro stato (insight), sono i momenti definiti “chiave” preliminari a un miglioramento clinico.

Le Fasi

La sequenza di pattern Emozione – Astrazione non è casuale; ma avviene preferibilmente in modo ciclico.
Fase 1 = Rilassamento: i pazienti non mostrano né emozione, né astrazione. Sono in una fase di transizione da un tema ad un altro (ciò si verifica, per esempio, raccontando alcuni aspetti della loro condizione al terapeuta, senza coinvolgimento emotivo).
Fase 2 = Esperienza: l’eccitazione cresce (promossa dalla narrazione di un sogno o un ricordo, o parlando di sintomi). L’esperienza può essere positiva o negativa.
Fase 3 = Connessione: idealmente vi è un aumento di emozione e riflessione. Questo può avvenire spontaneamente o su invito del terapeuta a pensare al loro stato emotivo (a questo punto raggiungono l’insight emozionale).
Fase 4 = Riflessione: come conseguenza dell’insight, la tensione emotiva diminuisce, lasciando spazio alla riflessione. I pazienti possono riflettere sulle loro nuove esperienze, senza esserne emotivamente coinvolti.
Fase 5 = Rilassamento: la riflessione decresce e riappare il rilassamento (a questo punto può iniziare un nuovo ciclo).

Macro e microanalisi

E’ possibile studiare una psicoterapia sia da un punto di vista macroanalitico che microanalitico. Con la macroanalisi prendiamo in considerazione tutte le sedute del trattamento, con la microanalisi, invece, è possibile evidenziare l’inizio, i passi importanti e la fine di ogni singola seduta. La macroanalisi permette anche di rilevare le “sedute chiave” all’interno di una terapia completa, mentre la microanalisi ottiene lo stesso risultato, ma all’interno delle singole sedute. E’ interessante notare che il modello prototipico descritto dal TCM non esclude che le fasi del ciclo si presentino in modi e tempi diversi, così come i punti di svolta. La macro e microanalisi consentono di osservare come i cicli terapeutici possano variare da una terapia all’altra.

IL SOFTWARE ATLAS.TI

Presentazione dello strumento

ATLAS.ti è un software che consente di codificare e classificare delle porzioni di testo in modo da poter successivamente recuperare i brani classificati. Esso è anche in grado di suddividere le interviste, anche di psicoterapia familiare, in modo da poter, ad esempio, notare le differenze tra uomini e donne, giovani e anziani, ecc ..

ATLAS.ti è stato progettato ispirandosi alla Grounded Theory, e offre anche la possibilità di creare diagrammi concettuali che mostrino i legami tra le idee che emergono dai dati.
Il programma è stato sviluppato in Germania nei primi anni ’90 da Thomas Muhr, allo scopo di analizzare il contenuto dei testi da un punto di vista interpretativo.
Tra i vantaggi offerti dall’analisi computerizzata dei dati ci sono la velocità nel gestire grandi quantità di dati, l’ottimizzazione delle operazioni come taglia / incolla / recupera, permettendo al ricercatore di esplorare svariate questioni analitiche.
Un altro vantaggio è un maggior rigore, compresa la documentazione del conteggio dei fenomeni, la ricerca dei casi devianti, il controllo dei casi negativi e la facilitazione di sviluppo di schemi di classificazione coerenti.

Inoltre Atlas.ti offre un valido aiuto nelle decisioni di campionamento e nella prospettiva dello sviluppo della teoria. La funzione “memo” poi supporta sia lo sviluppo di ipotesi teorico concettuali, sia la registrazione delle procedure adottate per codificare e classificare il testo. Infine è disponibile una funzione che consente di rappresentare graficamente dei modelli concettuali. Atlas.ti fa parte di una microtipologia di software per la ricerca qualitativa chiamati “Theory-building software” che permettono di esplorare le relazioni tra le categorie codificate. Si chiamano così perché consentono di contribuire alla costruzione della teoria: ad esempio possono stabilire relazione tra codici, classificare in categorie sovraordinate e verificare sulla base di regole logico-formali le asserzioni circa la struttura concettuale dei dati.

La creazione dell’Unità Ermeneutica

La creazione dell’ unità ermeneutica (HU: Hermeneutic Units) costituisce la prima fase del lavoro con ATLAS.ti: si tratta del “file” principale che comprende i testi da analizzare. I testi, una volta inseriti nell’unità ermeneutica, assumono la denominazione di “documenti primari” (PD: Primary Documents, o Primary Docs); si preferisce attribuire ad essi un nome specifico perché l’utilizzo del termine “file” potrebbe indurre in confusione, riferendosi genericamente alle diverse fonti di dati compresi nell’Unità Ermeneutica. La scelta dei nomi dei Documenti Primari è strategicamente rilevante perché consente di risparmiare tempo nelle fasi successive dell’analisi e, cosa più importante, di specificare che l’unità ermeneutica non è un semplice contenitore di dati, bensì un’unità di significato, un mezzo attraverso cui ritrovare e interpretare i significati correlati ai dati.
Per preparare il testo non è necessaria alcuna particolare operazione: si consiglia di leggere e correggere i documenti prima di importarli in Atlas.ti. I file possono essere salvati in formati diversi (doc, rtf, doc, txt) ed è possibile importare, e lavorare su delle immagini.

La codifica del materiale

Dopo la creazione dell’Unità Ermeneutica è necessario impostare una procedura che sintetizzi e dia significato ai concetti chiave, fondamentali per le informazioni contenute nei documenti. Ogni codice è un’etichetta, o un testo alfanumerico, che esprime il contenuto di una porzione del documento.
Come indicato nel paragrafo precedente l’intero testo dev’essere letto per capirne il contenuto sommario, poi ogni passo dev’essere riassunto ed è necessario cercare di schematizzarne il contenuto in un codice. La porzione di testo considerata significativa come oggetto di analisi diventa un “segmento”, a cui assegnare un codice.

La scelta di cosa considerare significativo per l’analisi varia a seconda della ricerca:
Se la ricerca è guidata da un modello teorico la scelta dipenderà dalle dimensioni teoriche da ricercare nei dati;
Se invece la ricerca mira alla ricostruzione della “Grounded Theory” il ricercatore privilegerà una teoria emergente dai dati piuttosto che la ricerca di costrutti preesistenti alla rilevazione.
La nostra analisi rientra nel primo caso: lo scopo era di verificare se le variabili analizzate dal TCM col TAS/C potevano essere rilevate anche con Atlas.ti e procedere alla comparazione fra i due modelli.
Per questo non ci è sembrato necessario nel presente lavoro approfondire gli aspetti collegati al tema della Grounded Theory, il cui approccio è stato oggetto di acceso dibattito nelle scienze sociali rispetto alla possibilità di condurre un’analisi qualitativa che non fosse influenzata dai modelli teorici di riferimento.

I livelli di codifica

La codifica con Atlas.ti viene gestita a tre livelli, considerati fasi seguenti dell’ analisi:
a) codifica aperta: dalla lettura del testo si creano categorie che sono collegate ai vari frammenti. Il ricercatore procede in modo non sistematico, si pone in un atteggiamento di ascolto attivo, prestando attenzione ad ogni elemento interessante che emerge dai dati empirici (osservazioni stimolanti); la codifica aperta è quella per cui i dati qualitativi sono frammentati, esaminati, comparati, concettualizzati e raggruppati in categorie.
La codifica aperta comporta l’assegnazione di etichette a frammenti di interviste o a note al testo, nel tentativo di dare loro un senso. Nella scelta delle etichette da assegnare alle categorie e sottocategorie, il ricercatore può scegliere di seguire tre percorsi:
– creare nuovi termini;
– utilizzare termini già presenti in letteratura o già concettualizzati;
– utilizzare i termini utilizzati dagli attori.

L’ informazione contenuta in una porzione del testo è sintetizzata da un’ “etichetta verbale”.
b) codifica assiale: vengono perfezionati i risultati ottenuti con la codifica aperta. Più specificatamente vengono “riconcettualizzati” i codici attribuiti con la codifica aperta, scegliendo le categorie più rilevanti per l’analisi e definite le relazioni tra le varie categorie.

La codifica assiale si svolge in quattro fasi:
– vengono ridefinite le categorie che possono essere considerate come indicatori di un concetto più generale;
– vengono supposti rapporti tra alcune sottocategorie e una determinata categoria o tra le diverse categorie;
– vengono specificate le connessioni stabilite come ipotesi, sempre confrontando i dati e le informazioni
– viene osservato come il fenomeno in esame varia, riflettendo in maniera comparativa su ogni categoria e sottocategoria da cui è composto.
c) codifica selettiva: mira all’identificazione ed estrazione della categoria centrale attorno alla quale sono strutturate le connessioni con le altre. La categoria centrale viene poi comparata con le altre man mano che vengono raccolti e analizzati i dati, per definire la “linea della storia”.

La codifica selettiva si propone di controllare le ipotesi emerse dalla fase costruttiva e ancorarle ad una teoria. La codifica selettiva è quella per cui si decide attorno a quale fenomeno tutte le altre categorie vadano organizzate. A questo livello si procede sistematicamente a controllare la validità degli indicatori prescelti per il concetto principale e si controlla la tenuta delle ipotesi, ponendo particolare attenzione alle eccezioni (casi devianti).
Ricordiamoci però che nel rispetto della coerenza con i principi teorico-metodologici citati e delle caratteristiche di ricorsività, interattività e trattamento globale dei dati, tipiche dello strumento, il passaggio da uno dei suddetti livelli all’altro può non essere lineare.

Le “Families” e la verifica delle relazioni tra codici

Dopo una codifica iniziale il ricercatore può essere interessato a conoscere le “dimensioni” sottostanti ai codici, ossia le principali aree di contenuto. Si tratta, come anticipato nel paragrafo precedente del secondo livello di codifica (axial coding).
Tali aree di contenuto sono identificate dalle “Code families”: i codici vengono aggregati fra loro in specifiche categorie (“families” appunto) secondo criteri di coerenza e affinità teorica.

Le “families” rappresentano un passaggio cruciale senza il quale non sarebbe possibile collegare le informazioni rilevate e i modelli teorici.
Atlas.ti è poi in grado di verificare le relazioni eventualmente esistenti tra codici attraverso il “Query tool”; le families o i codici vengono messi in relazione ed è possibile definire ogni rapporto in base a criteri di tipo logico, semantico o strutturale.

La ricerca delle relazioni mediante il Query tool è funzionale all’elaborazione teorica; quando si opera qualunque richiesta, si sta cercando di definire i “pezzi” di una teoria sottostante ai dati e radicata nelle informazioni di partenza: per questa ragione, il risultato di ogni query è un set di quotations. Sono esse infatti che hanno un collegamento diretto con i testi di partenza ed è attraverso di esse che il ricercatore può (di)mostrare l’esito della sua elaborazione (De Gregorio e Mosiello, 2004, p. 82).

Lo strumento può essere utilizzato per formulare ipotesi di relazione da verificare con misurazioni empiriche successive, in linea sia con gli obiettivi dei progetti di ricerca a orientamento positivista che costruzionista. Nel primo caso l’obiettivo principale è predire e poi spiegare il fenomeno; nel secondo è comprendere il fenomeno e come è collegato ad altri aspetti del contesto.

Gli “operatori”

Nel “Query tool” i singoli codici o le famiglie vengono messi in relazione tramite “operatori”. Ne risulta un elenco di citazioni che comprendono tutti i codici indicati. Con l’operatore quindi il ricercatore chiede al software di estrarre porzioni di testo mediante i codici ad esse associati.
Gli operatori possono essere di tre tipi:
Operatori booleani (o logici): sono i classici criteri, utilizzati in tutti i sistemi di ricerca delle informazioni, riconducibili a semplici relazioni di compresenza o esclusione.
Operatori semantici: consentono di esplorare le relazioni all’interno di reti concettuali già definite dal ricercatore. Ad esempio, il concetto “emozione” può essere articolato per lo meno con riferimento alle polarità positiva-negativa: in questo modo, si stabiliscono delle reti concettuali (dirette a specificare i concetti o a verificare la coerenza in modelli teorici differenti).
Operatori di prossimità: consentono di testare l’eventuale relazione di tipo spaziale (o strutturale) fra le porzioni di testo e i relativi codici. Ad esempio, se si sta analizzando una struttura narrativa, gli operatori di prossimità sono in grado di testare l’ipotesi che le porzioni di testo estratte, in cui è presente un certo tema narrativo ( es. un evento critico), siano sempre precedenti al tema in cui si descrive la risoluzione della crisi. Gli operatori di prossimità comprendono relazioni di inclusione/esclusione (di un codice in un altro), precedenza (di A su B o viceversa), sovrapposizione.

I “supercodici”

Come abbiamo visto la fase di codifica assiale è più astratta della codifica aperta. In questa fase possono aiutare i “supercodici”. Si tratta di codici aggiuntivi che il ricercatore può creare per sintetizzare l’informazione, una volta ottenuto un risultato che sembra particolarmente significativo e interessante. Il supercodice può essere utilizzato come ogni altro codice, permettendo di impostare una ricerca aggiuntiva, più complessa e sofisticata.

I risultati (Output)

Il primo passo nell’analisi delle informazioni si rivolge alla rilevazione dei temi narrativi che vengono utilizzati per raccontare l’azione: si tratta di un obiettivo rivolto all’esplorazione e introduce alle fasi successive. Si procede a un’iniziale mappatura concettuale dei testi con l’identificazione dei temi più salienti (per il paziente se si tratta di una ricerca clinica o per i partecipanti alla ricerca se si tratta di un’analisi sociale). In ATLAS.ti, è possibile attuare questa fase attraverso la predisposizione di output (risultati) che evidenziano la presenza (in termini quantitativi) di codici riferiti a temi specifici. In particolare, il Code Manager può ordinare i codici secondo il criterio Grounded (che esprime quanto ogni codice è “radicato” nei testi che compongono l‟HU) e metterli in ordine di “salienza”, di presenza in tutti i testi.
Nell’analisi della terapia de “L’Uomo dei Topi” è stato fondamentale analizzare gli output delle “tabelle di codici per documenti primari”; essi nelle analisi delle narrative sono fra i più informativi e utili perché consentono di visualizzare in maniera veloce la presenza nel testo di determinati codici. Ad esempio è stato possibile valutare la presenza e la frequenza della componente emozionale “Tono emozionale” e di quella astratta “Astrazione” nella narrativa del paziente.
Con la funzione “Filtro” ho potuto indagare la frequenza degli stessi codici all’interno dei sottoinsiemi dei documenti primari.

ANALISI DELLE SEDUTE COL TCM E ATLAS.TI

Note all’analisi.
Questa analisi è stata eseguita direttamente sul testo integrale degli appunti di Freud relativi al caso de “L’Uomo dei Topi”, scritti in tedesco e inclusi nei ” Gesammelte Werke “. Basandoci sull’analisi condotta da Casonato e Merghentaler (2008) col solo Modello del Ciclo Terapeutico, abbiamo sviluppato una codifica adatta all’impiego di Atlas.ti e svolto un’analisi congiunta, comparando i risultati ottenuti con i due strumenti.

La codifica
Dovendo comparare i due differenti metodi di analisi descritti in questa ricerca, al fine di creare i codici per Atlas.ti, abbiamo scelto di creare con Atlas.ti gli stessi codici utilizzati per l’analisi col Modello del Ciclo Terapeutico, che erano:
– per la categoria Tono Emozionale , ” piacere”, ” approvazione “, ” attaccamento “, ” sorpresa positiva”, ” dispiacere “, ” disapprovazione”, “separazione”, “sorpresa negativa” ; e i pattern di ” rilassamento”, ” riflessione “, ” esperienza “, ” connessione ” .

Codificare con dei codici già assegnati però comporta una serie di criticità:
1. è necessario far rientrare dei concetti in schemi prestabiliti, anche quando questi non rispondono pienamente al concetto espresso;
2. c’è il rischio di perdere porzioni di testo significativo per altri costrutti, e scoprire che ci sono altri temi importanti che potrebbero risultare dall’analisi.

Procedendo con la codifica ci siamo resi conto che alcuni codici erano troppo generici e potevano anche includere costrutti diversi. Per esempio, il codice ” dispiacere” potrebbe essere sottocodificato meno genericamente coi codici seguenti: “preoccupazione”, “tristezza”, “paura”, “rabbia”. Pertanto sono stati aggiunti alla codifica ed è stato sottocodificato anche il codice “disapprovazione” come ” gelosia”, ” disprezzo”, “ripugnanza”, ” rimprovero” .
Una volta terminata la codifica, sono stati creati dei codici “families” (famiglie), ovvero gruppi di codici con una matrice comune. Le families sono formate da:
a.Tono Emozionale Positivo , includendo i codici ” piacere”, ” approvazione “, ” attaccamento “, ” sorpresa positiva ” ;
b.Tono Emozionale Negativo , includendo i codici “preoccupazione “, ” tristezza”, ” paura”, “rabbia “, ” gelosia”, ” disprezzo “, ” ripugnanza”, “rimprovero”, ” separazione “, ” sorpresa negativa ” .
– Alta Astrazione, includendo i codici ” riflessione ” e ” connessione “;
– Bassa Astrazione, includendo i codici “rilassamento” ed “esperienza”;
– Alto Tono Emozionale, includendo i codici “esperienza” e “connessione”;
– Basso Tono Emozionale, includendo i codici “rilassamento” e “riflessione”

Le families sono state comparate secondo le tabelle.
Inoltre, per evitare confusione nell’analisi comparativa, abbiamo riportato con lettere maiuscole i codici espressi col TCM, mettendo invece tra virgolette i codici per l’analisi con Atlas.ti. I codici sono stati riportati in italiano, sebbene l’analisi, come già specificato sopra, si sia basata sul testo integrale degli appunti di Freud in tedesco.  GUARDA LE TABELLE IN ALLEGATO

ANALISI DI UNA SEDUTA
SESTA SEDUTA (8 ottobre)

Riportiamo un breve riassunto di questa seduta in modo da mostrare come si è proceduto nell’analisi.
Il paziente riferì che all’età di 12 anni era innamorato di una ragazza, che non si comportava in modo tenero verso di lui e questo gli dispiaceva. Così pensò che se a lui fosse accaduto un incidente, sarebbe diventata più gentile. Questo pensiero era legato ad un altro pensiero di tipo ossessivo circa la morte del padre. Infatti gli capitava spesso di pensare che sarebbe stato felice se il padre fosse morto perché avrebbe ereditato la sua proprietà e si sarebbe potuto sposare. Rispetto alla storia riferita durante la seduta, Freud fece alcune considerazioni circa la “rimozione”, da cosa era originata e a cosa mirava (meccanismo di difesa).
Inoltre Freud portò il paziente a riflettere sull’origine dei sentimenti di ostilità nei confronti del padre che lo portavano a formulare pensieri di morte nei suoi confronti; l’origine doveva risiedere nei desideri sessuali in età infantile, quando aveva percepito i genitori come intrusivi. Il paziente, comunque, riconosce che non è stato Freud a condurlo all’autoconsapevolezza (insight), dicendo che vi era arrivato da solo e continuando a porre domande per esplorare la questione. GUARDA LA TABELLA  IN ALLEGATO

GRAFICO: L'uomo dei topi, analisi computazionale comparata degli appunti di Freud

Guardando il grafico a barre del TCM si nota che nel blocco due si presenta un picco narrativo, dunque sono riferiti dei fatti. Si riscontra inoltre uno shift event in corrispondenza dell’inizio del ciclo. Si può affermare che nei primi due blocchi si ha una preparazione del ciclo. Dal blocco 4 inizia il ciclo cui segue un’elaborazione (working throught) con alcune incertezze sino al blocco 7. Nei blocchi 5 e 6 si osserva la presenza di pensiero astratto (resistenza basata sull’intellettualizzazione) e nel blocco 7 il completamento dell’elaborazione (connecting) che conclude il Ciclo e dovrebbe dar luogo a qualche cambiamento. Nel blocco 7 l’emozione positiva alta e quella negativa nella media possono indicare che il problema è ancora presente, ma vi è stata un’apertura che rende possibili nuovi sviluppi. Nella seduta si evidenziano degli shift events ai blocchi 3 e 6 con un processo di elaborazione in corso che supera alcune manifestazioni di resistenza. Il ciclo è incompleto.

COMPARAZIONE

Questa è una seduta ricca di eventi significativi dal punto di vista terapeutico e ciò è confermato sia dal TAS/C che da Atlas.ti. L’inizio della seduta è caratterizzato da un picco narrativo (TCM), il paziente riferisce dei fatti che all’epoca in cui si sono svolti avevano suscitato in lui “emozioni negative” (Atlas.ti) alla scoperta che la bambina che gli piaceva non lo ricambiava; fatti che avevano anche risvegliato un senso di “attaccamento” nei confronti del padre, a seguito dei pensieri ossessivi e delle compulsioni che avrebbero dovuto difenderlo dalle emozioni negative. Con tale Narrativa si prepara un ciclo terapeutico che per Atlas.ti è fortemente annunciato dall’ ”esperienza” (ripensando all’idea ossessiva della morte del padre); infatti subito dopo vi è da parte del paziente un’elaborazione (working through) in cui egli ha accesso sia emozionale sia cognitivo ai temi conflittuali e può riflettere su di essi. Il TAS/C indica poi la presenza di un’elevata Emozione Positiva, confermata anche da Atlas.ti (“piacere”) e da un ulteriore momento di Connecting. L’ ”esperienza” alternata al “rilassamento” nella seconda parte della seduta (Atlas.ti) evidenziano una concordanza col TCM sull’incompletezza del Ciclo Terapeutico.

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Riflessioni sull’efficacia della terapia

L’analisi degli appunti condotta col TCM era già stata in grado di confermare le osservazioni fatte da alcuni clinici esperti (Bailey 1998; Bailey, Greer, Bucci, Mergenthaler, 2008), successivamente Casonato, Mergenthaler (2008) avevano considerato gli appunti del caso de “L’Uomo dei Topi” rilevanti per una comprensione tramite analisi computerizzata della tecnica terapeutica standard di Freud. Il profilo generale del trattamento, basato sulla computerizzazione del testo integrale degli appunti, mostrava una tecnica, in seduta, simile a quella usata dalla terapia interpersonale contemporanea. C’è una buona corrispondenza fra la tecnica di Freud e la moderna gestione dei fenomeni di transfert e controtransfert. Atlas.ti, è inoltre stato in grado di rilevare quanto segue:

– per quanto riguarda il “tono emozionale” con il proseguire della terapia diminuiscono i codici relativi a entrambi i toni (positivo e negativo). Ciò significa che, andando avanti, l’emotività che il paziente riporta nelle sedute diminuisce, indipendentemente dal fatto di essere positiva o negativa.
– per quanto riguarda l’ “astrazione/tono emozionale”, quando una aumenta, aumenta anche l’altro. Sembra che l’astrazione miri a contenere il tono emozionale e, dove questo è già basso, non è necessario farvi ricorso, ciò palesa la tipica ‘razionalizzazione’ praticata dall’ossessivo nel gestire le emozioni.

Relativamente all’efficacia della terapia svolta da Freud dunque, oltre alle osservazioni già citate riferite dall’applicazione del TAS/C, si può concludere che anche con Atlas.ti, considerando che l’analisi è stata condotta sugli appunti delle sedute, si riscontra un sovrapponibile miglioramento delle condizioni del paziente dall’inizio alla fine della terapia. In generale il buon risultato della terapia si ottiene quando le condizioni del paziente migliorano significativamente in termini di serenità e la sofferenza diminuisce drasticamente; ciò significa che si deve riscontrare un decremento significativo del tono emozionale negativo (evidente dai dati emersi), ma anche una diminuzione degli slanci emotivi, perché la serenità è sempre una media tra questi (anche questo è rilevato dall’analisi).

Per quanto riguarda la guarigione invece, i dati presenti negli appunti non forniscono, secondo Atlas.ti, informazioni sufficienti.
Concludendo è possibile affermare che il TAS/C e Atlas.ti risultano abbastanza concordanti nelle rilevazioni e mostrano che la tecnica di Freud non solo era efficace, ma anche molto più attuale di quanto si potesse pensare ed affine a tecniche di terapia contemporanea.

Conclusioni

L’utilizzabilità dei costrutti della Teoria del Ciclo Terapeutico nel corso di un’analisi computerizzata del testo di sedute di terapia effettuata mediante ATLAS.ti permette di progettare studi che utilizzino ATLAS.ti basati su costrutti già validati e di uso largamente consolidato superando il principale ostacolo all’utilizzo di tale software basato sulla mancanza di costrutti specifici per la psicoterapia.

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