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Ossessioni

Le ossessioni sono costituite da pensieri, impulsi, immagini mentali o rappresentazioni mentali egodistonici che si presentano insistentemente e senza adeguata e apparente motivazione alla coscienza dell’individuo.

Aggiornato il 20 set. 2023

Ossessioni: cosa cono

Le ossessioni possono essere definite come una categoria o una specifica tipologia di fenomeni cognitivi, pensieri o immagini mentali. Le ossessioni frequentemente si manifestano nei distubi d’ansia ma non solo.

Le ossessioni sono costituite da pensieri, impulsi, immagini mentali o rappresentazioni mentali egodistonici che si presentano insistentemente e senza adeguata e apparente motivazione alla coscienza dell’individuo.

Ossessioni e pensieri negativi: la differenza è nell’egodistonia

Tra le categorie di pensieri negativi ritroviamo ad esempio i pensieri automatici negativi (Beck et al., 1985) sono pensieri immediati a connotazione negativa, appena sotto la soglia di consapevolezza e richiamabili alla coscienza. Si manifestano tramite concetti verbali o immagini visive e vengono giudicati credibili dalla persona che li esperisce (Wells, 1999).

A differenza dei pensieri automatici negativi e delle preoccupazioni (tecnicamente descritte da Borkovec (1983) come catena di pensieri gravosi di natura prettamente verbale), le ossessioni sono pensieri o contenuti cognitivi di durata generalmente più breve (soprattutto rispetto alle preoccupazioni) e aventi la caratteristica dell’egodistonia.

Cosa si intende in questo caso per egodistonia? In altre parole le ossessioni sono fenomeni cognitivi che vengono vissuti quasi come estranei al concetto di sé. Classici e frequenti casi di ossessione sono ad esempio, una madre che pensa di colpire il proprio bambino con un coltello anche se non ha l’intenzione né il desiderio di farlo; oppure, una persona che guidando la propria automobile pensa di poter investire un ciclista pur non avendo intenzionalità di attuarlo; oppure una persona particolarmente religiosa può avere insistenti e intrusivi pensieri blasfemi. Si parla infatti spesso delle ossessioni sotto forma di immagini mentali o pensieri intrusivi percepiti come alieni e in distonia dai soggetti che le esperiscono.

In uno studio di Wells e Morrison (1994) sono state confrontate le caratteristiche delle ossessioni e delle preoccupazioni in soggetti normali (senza alcuna diagnosi psicopatologica) in un periodo di due settimane: la maggior parte dei contenuti delle preoccupazioni si manifestava sotto forma verbale, mentre le ossessioni si presentavano maggiormente sottoforma di immagini visive nella mente dei soggetti. L’ ossessione risultava di più breve durata, più egodistonica e meno realistica della preoccupazione.  Tuttavia nel caso di sintomatologia clinica significativa tali aspetti relativi alla durata non sono da considerarsi indicativi, poiché la durata delle ossessioni può essere parimenti considerevole e importante (una o più ore al giorno).

Diversi tipi di ossessioni

Le ossessioni possono avere diversi contesti di riferimento, tra i più frequenti ritroviamo:

  • Ossessioni che si riferiscono alla paura del contagio a seguito ad esempio del contatto fisico con oggetti possibilmente contaminati e pericolosi;
  • Ossessioni che si riferiscono al dubbio e all’incertezza dell’aver compiuto alcune azioni: “avrò spento il gas?”, “avrò chiuso la porta di casa?”, “forse ho investito qualcuno senza rendermene conto?
  • Ossessioni che riguardano  impulsi etero- aggressivi e autoaggressivi: “potrei bestemmiare in chiesa (anche se non intendo farlo)”; “potrei perdere il controllo e assalire qualcuno (anche se non voglio farlo)” ; “potrei gettarmi da una finestra
  • Ossessioni superstiziose: pensieri o immagini riguardo a gravi situazioni ed eventi che potrebbero accadere a sé e ad altri (e prevenibili attraverso le compulsioni e rituali a valenza “magica”)
  • Ossessioni omosessuali, eterosessuali e pornografiche: si manifestano sotto forma di idee o immagini ricorrenti a sfondo sessuale e pornografico, oppure sotto forma di dubbio riguardo la propria identità sessuale.
  • Ossessioni che si riferiscono al peso, alla forma corporea e al cibo: frequenti nei disturbi del comportamento alimentare
  • Ossessioni religiose e blasfeme: immagini mentali e pensieri a contenuto blasfemo. Le ossessioni religiose, sarebbero il risultato della sensazione da parte del soggetto, che qualunque cosa faccia sia monitorata da una fonte suprema di potere. Esempi di ossessione di tipo religioso sono i seguenti: i peccati commessi non saranno mai perdonati da Dio e si andrà all’inferno, non si possono avere cattivi pensieri e bestemmiare in un luogo religioso, avere la convinzione di aver perso il contatto con Dio, pensieri intrusivi su Dio, Santi o figure religiose. Esempi di compulsioni legate alla religione consistono nel recitare le preghiere più e più volte, toccare o baciare oggetti sacri ripetutamente, rituali di lavaggio, costrizioni alimentari etc.
  • Ossessioni riguardo le relazioni sentimentali (inclusa l’ossessione di gelosia): si manifestano attraverso dubbi ossessivi e preoccupazioni riguardo le relazioni sentimentali, con condotte compulsive messe in atto per alleviare l’ansia e il disagio provocati dalla presenza e/o dal contenuto di questa ossessione. Le ossessioni da relazione possono assumere la forma di pensieri del tipo ‘E’ la persona giusta per me?‘, di immagini sul partner o possono anche assumere la forma di impulsi (ad esempio, l’impulso di lasciare il partner). A seguito di tali ossessioni si manifestano particolari compulsioni quali: monitoraggio continuo dei propri sentimenti e pensieri verso il partner e la relazione, e il ricorso a feedback esterni per valutarli (ad esempio valutare l’amore del partner sulla base della quantità di tempo spesa con loro, rispetto a quella passata con altri); ricerca di rassicurazioni e auto-rassicurazione; confronti tra la caratteristiche e i comportamenti del proprio partner e quelli di altri potenziali partner; neutralizzazioni (ad esempio, tentare di annullare l’ossessione visualizzando il ricordo di momenti felici vissuti col partner); evitamento di quelle situazioni che possono fare da innesco all’ossessione (uscire con coppie di amici considerate perfette, vedere commedie romantiche, e altre circostanze che fanno scattare la sequela di confronti con la propria relazione).

Il modello cognitivo delle ossessioni

È molto frequente che le ossessioni si manifestino sotto forma di pensieri o immagini relative a potenziali danni a sé o ad altri (di fisico, finanziario o psicologico) che vengono attribuiti alla propria responsabilità, spesso alla mancanza di attenzione e accuratezza nella prevenzione di tali danni. In tal senso diversi modelli cognitivi hanno sottolineato il ruolo della iper-responsabilizzazione di sé nell’esordio e mantenimento della psicopatologia ossessivo-compulsiva.

In qualche caso un’ ossessione può assumere la forma di veri e propri deliri, avvicinandosi in questo caso allo della psicopatologia psicotica. Alla base delle ossessioni vi è infatti il cosiddetto fenomeno della “fusione pensiero-azione” principio illogico secondo il quale nella mente del soggeto  “avere un pensiero circa una determinata azione” equivale al “realizzare l’azione stessa”; il solo “pensare di avere fatto” equivale ad “avere fatto” senza lasciare margini all’intenzionalità e alla reale esecuzione effettiva dell’azione e del comportamento.

Compulsioni e rituali

La tipica risposta alle ossessioni sono le cosiddette compulsioni. Le compulsioni sono definite come delle azioni ripetitive, a volte veri e propri rituali, a carattere esplicito oppure implicito. Le compulsioni a carattere esplicito sono azioni motorie come ad esempio controllare ripetutamente di avere chiuso la porta di casa, lavarsi più volte le mani, sistemare e allineare continuamente degli oggetti, etc. Le compulsioni a carattere implicito sono invece di fatto dei pensieri o meglio “azioni mentali” come pregare, contare mentalmente o ripetere continuamente alcune parole. Spesso le compulsioni si manifestano sotto forma di insieme di comportamenti stereotipati e ripetitivi e rituali.

Le compulsioni quindi sono azioni mentali e/o comportamentali che rappresentano per il soggetto la risposta e un tentativo di gestire le ossessioni. Infatti generalmente, le compulsioni sono seguite da un senso sollievo dall’angoscia e sofferenza legata alle ossessioni. Tuttavia come è facile intuire tale sollievo è solo momentaneo, e a medio e lungo termine non solo le ossessioni si ripresentano insistentemente alla mente dell’individuo, ma il disturbo viene mantenuto in vista della dinamica secondo cui le compulsioni non consentono la disconferma delle idee ossessive.

Lo scopo delle compulsioni è quello di “annullare” le idee ossessive (secondo una logica di pensiero magico) o alleviare il disagio connessi ai contenuti dell’ ossessione attraverso la dinamica del controllo, spesso definito in gergo anche controllo ossessivo; in ultima analisi le compulsioni sono finalizzate nella mente del soggetto a neutralizzare o evitare situazioni ritenute dannose e pericolose.

Un’altra forma disfunzionale di gestione delle ossessioni che si può attivare è quella dell’evitamento: il soggetto evita di frequentare posti che ritiene contaminati oppure di evita di invitare a casa persone che potrebbero contaminare il proprio ambiente.

Le ossessioni nel Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) e in popolazioni non cliniche

Le ossessioni e le compulsioni possono presentarsi anche come manifestazioni normali in popolazioni non cliniche. In tal caso queste vengono definite come “manifestazioni normali” si differenziano da fenomeni patologici per l’assenza di connotati di sofferenza, egodistonia e angoscia. Da alcuni studi (Salvovskis e Harrison, 1984) e’ emerso che idee ossessive sono presenti in circa l’80 % degli individui normali con contenuti simili alle ossessioni psicopatologiche, ma appunto senza i correlati di angoscia e in modo più saltuario.

Tuttavia le ossessioni sono uno dei sintomi cardine del disturbo ossessivo compulsivo (DOC). Nel DSM-IV il disturbo ossessivo-compulsivo era incluso nella categoria dei disturbi d’ansia, ma dal DSM-V esce dal capitolo dei disturbi d’ansia per guadagnarsi un nuovo capitolo dedicato e un’entità nosografica autonoma insieme a ad altri disturbi ad esso correlati (Obessive-Compulsive and Related Disorders) a sostegno del sempre maggior numero di ricerche che sottolineano i tratti comuni che caratterizzano i disturbi legati allo spettro ossessivo compulsivo caratterizzati, quindi, dalla presenza di pensieri ossessivi e comportamenti ripetuti.

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato generalmente dalla presenza di ossessioni e compulsioni, anche se in alcuni casi possono essere presenti le ossessioni senza le compulsioni. Come già esposto sopra, le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini mentali che vengono percepite come sgradevoli o intrusive dalla persona. Il contenuto di queste può variare da persona a persona. L’elemento in comune delle ossessioni è che sono impulsi non voluti dalle persone, che producono emozioni di paura, disgusto o senso di colpa. Questo disagio emotivo può essere tanto intenso che le persone si sentono costrette a mettere in atto una serie di compulsioni che sono comportamenti (rituali) o azioni mentali per neutralizzare le ossessioni o eliminarle dalla mente. Tuttavia le compulsioni non eliminano le pensieri ossessivi, che possono aumentare o ripresentarsi nel tempo. Inoltre le compulsioni possono diventare molto debilitanti, impegnare molto tempo e costituire esse stesse un problema. La persona con disturbo ossessivo-compulsivo può iniziare a evitare tutte le situazioni associabili ai pensieri ossessivi e limitare notevolmente la propria vita sociale o lavorativa.

Il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo prevalentemente ad esordio precoce (evidenze scientifiche dimostrano che i segni e sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo iniziano nell’infanzia nel 30-50% dei pazienti), ma si possono presentare esordi in età adulta e persino tardiva. Il decorso non è sempre cronico, bensì composito e con varianti evolutive, forme sporadiche e forme biologiche. È un disturbo suscettibile ad eventi di vita, nello specifico eventi di vita gravi interessano l’esordio in bambini, adolescenti e donne over 40; in queste ultime, un ulteriore fattore di rischio è rappresentato dalla gravidanza.

La colpa nel Disturbo Ossessivo Compulsivo

Secondo alcuni modelli cognitivi, alla radice del disturbo ossessivo compulsivo c’è un particolare tipo di colpa, quella cosiddetta deontologica, la colpa morale. È legata alla trasgressione di una norma e alle conseguenze nocive che ne potrebbero germinare. Numerosi studi clinici hanno confermato il ruolo centrale assunto dalla caratteristica clinica di iper-responsabilità rispetto all’esordio ed al mantenimento del Disturbo Ossessivo Compulsivo (Mancini F., 2007). In tale direzione, varie ricerche condotte sulla popolazione generale hanno dimostrato che il timore di colpa e l’elevato senso di responsabilità predicono la tendenza ad avere pensieri ossessivi e compulsioni (Rachman et al., 1995; Rhéaume et al., 1995).

Uno degli aspetti che caratterizza il Disturbo Ossessivo-Compulsivo è inoltre la tendenza a porre eccessiva attenzione ai propri pensieri intrusivi (ossessioni). Questa difficoltà è spesso stata attribuita a un deficit strutturale dell’attenzione e della memoria. Le persone con Disturbo Ossessivo-Compulsivo sarebbero meno capaci di usare la propria attenzione per selezionare stimoli diversi dalla propria ossessione ma anche da stimoli ambientali che le richiamano. Dunque è plausibile che l’attuazione di certi processi mentali (monitoraggio dei pensieri, rimuginio, ruminazione) possono consumare le risorse mentali e ostacolare l’efficienza delle funzioni attentive, piuttosto che attribuire queste ultime a un deficit strutturale.

Le ossessioni non si riducono alla categoria diagnostica del disturbo ossessivo compulsivo, ma possono essere presenti anche nella schizofrenia e in altri disturbi dello spettro psicotico, nei disturbi della personalità, nelle patologie legate alla dipendenza anche nei disturbi alimentari.  Ad esempio, le idee ossessive possono configurarsi come sintomatologia prodromica di un disturbo psicotico.  In tal senso, la valutazione e il trattamento della sintomatologia ossessiva e compulsiva va attuato all’interno di una cornice diagnostica ampia e di adeguata concettualizzazione di ciascun caso clinico.

Bibliografia

  • Beck, A. T. (1985). Cognitive therapy. In H.I. Kaplan, & B.J. Sadock (Eds.), Comprehensive textbook of psychiatry/IV: Vol. 2 (pp. 1432-1438). New York: Williams and Wilkins.
  • Wells, A. (1999). Trattamento cognitivo dei disturbi d’ansia. McGraw-Hill
  • Borkovec TD, Robinson E, Pruzinsky T, DePree JA (1983). Preliminary exploration of worry: some characteristics and processes. Behav Res Ther. 1983;21(1):9-16.
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