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Neurofeedback

Il neurofeedback è una tecnica che insegna al soggetto come modulare la propria attività cognitiva, osservandone la rappresentazione in tempo reale

Il neurofeedback è una procedura clinica nata dal biofeedback atta ad insegnare al soggetto che la utilizza l’automodulazione dei propri processi fisiologici o neurocognitivi.

 

Inizialmente si compievano solo misurazioni fisiologiche tramite il biofeedback: venivano applicati degli elettrodi sulla cute della persona, che ha di fronte a sé uno schermo raffigurante gli indici fisiologici, come temperatura corporea e tensione muscolare. Grazie all’osservazione diretta dei propri livelli fisiologici, il soggetto aveva la possibilità di trovare strategie atte ad agire sulla funzione presa in esame in quel momento, imparando così a modularla.

Con l’avvento del neurofeedback è possibile fare lo stesso osservando tuttavia le onde cerebrali tramite l’utilizzo di un elettroencefalogramma (EEG) e l’attivazione cerebrale tramite l’uso della risonanza magnetica funzionale (fMRI) (Sato et al., 2008).

Il neurofeedback è quindi una tecnica che consente di insegnare al soggetto come modulare la propria attività cognitiva, osservando la rappresentazione di quest’ultima in tempo reale.

In letteratura sono presenti molteplici studi che sottolineano gli effetti positivi su patologie mediche e psichiatriche date dall’utilizzo di queste tecniche; in particolare il biofeedback sembra essere efficace in patologie come emicrania, ipertensione essenziale, asma e ansia. L’efficacia di questo trattamento sta nella capacità dell’individuo di apprendere come agire su quegli indici fisiologici che favoriscono l’insorgere della patologia (Zhan et al., 2019).

Il corpo umano mette costantemente in atto meccanismi di autoregolazione in maniera automatica, senza che noi ce ne accorgiamo; questo processo è regolato dal nostro sistema neurovegetativo ed endocrino. Tuttavia non sempre la consapevolezza sulle nostre alterazioni fisiologiche è assente. Ad esempio, dopo uno sforzo fisico prolungato, si potrebbe percepire un aumento della propria frequenza cardiaca; una volta percepita siamo in grado di agire su di essa con varie strategie, per esempio concentrandoci sulla respirazione. Analogamente, tramite il biofeedback, è possibile imparare a modulare i livelli fisiologici di cui solitamente non percepiamo l’alterazione (Rao, 2008).

 

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