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Binge Watching

Nel binge-watching si sperimenta un forte desiderio di abbuffarsi di serie-tv e volutamente si appaga questo desiderio consumando una puntata dopo l’altra

Letteralmente il termine binge-watching si riferisce all’unione dei termini “guardare” (watching) e “abbuffata” (binge). In buona sostanza, ci si riferisce all’atto di guardare più puntate di una serie tv o puntate di un programma televisivo, una dopo l’altra.

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Il termine richiama il binge-eating, ovvero l’abbuffata di grandi quantità di cibo in pochissimo tempo.

Sia nel fenomeno del binge-drinking che in quello del binge-eating si riscontra una significativa sensazione di perdita di controllo durante l’atto di abbuffarsi, come se la persona non fosse in grado di interrompere quell’attività considerata in modo negativo: spesso si riscontra la volontà di fermare l’abbuffata ma la totale incapacità di opporsi allo stimolo. La perdita di controllo rappresenta, quindi, un elemento fondante il disturbo, il quale è strettamente collegato a difficoltà nella regolazione delle emozioni.

Il binge-watching rappresenta un fenomeno difficile da misurare. Jenner (2014) lo identifica nell’atto di guardare tre o più ore di contenuto televisivo in una singola sessione, ma, qualora diventasse frequente, il binge-watching rischia di trasformarsi in una forma di dipendenza.

Nel binge-watching la persona, quindi, sperimenta un forte desiderio di abbuffarsi di serie-tv e volutamente appaga questo desiderio consumando una puntata dopo l’altra, in misura maggiore rispetto al suo stato psico-fisico e al contesto di riferimento. Quando l’abbuffata di puntate televisive diviene ripetuta nel tempo e non ha più carattere occasionale si parla di dipendenza, che si accompagna alle diverse conseguenze psico-fisiche già menzionate.

Implicazioni dannose per i binge-watcher

In che modo l’abbuffata di serie tv rischia di trasformarsi in una dipendenza, una brutta abitudine per il nostro corpo e il nostro cervello? Secondo i ricercatori, l’ abuso di serie tv ha implicazioni dannose per il funzionamento psico-fisico dell’individuo nel momento in cui al benessere per aver visto l’ultima puntata, si sostituisce la tendenza ad andare sempre più avanti, così che le puntate da tre diventano sei. La persona tende a trascurare altri ambiti della propria vita, come le relazioni sociali o l’attività fisica: è così che la visione di serie tv passa dall’essere un passatempo ad essere un comportamento di dipendenza.

Altra caratteristica spesso associata al comportamento dipendente riguarda la tendenza ad isolarsi per compiere l’attività: come l’alcolista che predilige l’abbuffata di sostanze tra le mura di casa, in completa solitudine, così anche l’abbuffatore di serie tv che si chiude nella propria stanza e macina una puntata dopo l’altra (il 98% del campione secondo una ricerca di Marketcast, altro colosso mondiale della ricerca audiovisiva). Le conseguenze disfunzionali di queste scelte riguardano spesso l’isolamento dagli altri, dagli amici o dalla famiglia; la tendenza a trascurare le attività lavorative e quelle di svago e la sensazione di non riuscire a smettere, di essere entrati in un vortice in cui si ricerca sempre più l’oggetto o il comportamento che ci fa stare bene, come appunto nella dipendenza.

Kubey e Csikszentmihalyi (2004), in un lavoro pubblicato sulla rivista Scientific American Mind, precisano che la visione vorace di serie tv non è di per sé problematica se non quando al piacere di guardare un telefilm si sostituisce l’urgenza di doverlo fare e la difficoltà nell’interrompere l’attività. Ciò che più sorprende, secondo gli autori, riguarda lo stato d’animo della persona durante e dopo la visione della serie tv. Se, nel momento in cui si sta gustando la puntata della propria serie tv preferita, la persona sperimenta un senso di rilassamento, subito dopo la fine della puntata si sperimenta perlopiù un senso di passività e di vigilanza sempre più basso; gli intervistati riferiscono, inoltre, una difficoltà maggiore a concentrarsi in compiti diversi dopo aver trascorso diverse ore davanti alla tv. Per cercare di comprendere maggiormente il peso delle conseguenze negative del binge-watching, gli autori hanno indagato lo stato psicofisico delle persone dopo essere state coinvolte in un altro genere di attività, come attività sportive o altri hobbies: in questi casi, i soggetti riferivano uno stato emotivo maggiormente positivo ed attivo.

Le ricerche in ambito scientifico tendono a dare conferma del fatto che il binge-watching rischia di trasformarsi in una vera dipendenza, causando una serie di complicate conseguenze negative sullo stato psicofisico dell’individuo. La linea che separa lo svago davanti a una serie tv dalla tendenza a starci incollato per ore, con la difficoltà a staccarsene, risulta essere talvolta sottile e difficile da comprendere e, soprattutto, da trattare.

Binge-watching, dipendenza e depressione: la post-binge watching blues

Gli studi sulle dipendenze in genere hanno portato a evidenziare l’alta correlazione tra questi fenomeni e la depressione. Spesso nelle dipendenze la depressione ha alcune caratteristiche fondamentali, come l’abulia, l’apatia e la carenza di gratificazione e di stimoli, come se la persona fosse incapace di riconoscere altri stimoli piacevoli disponibili. Nell’ambito del fenomeno del binge-watching, sintomi depressivi si declinano in quella che viene comunemente chiamata “post-binge watching blues”, ovvero la depressione di fine serie. Di cosa si tratta? Pare che, una volta conclusa l’ultima stagione della propria serie tv preferita, la persona sperimenta un forte senso di vuoto, di abbandono da qualcosa da cui ha avuto compagnia per lunghi giorni. È la malattia del nostro tempo, qualcosa di nuovo, ma altamente diffuso. Riconoscerlo è quasi semplice: una volta finita l’ultima puntata ci si sente tristi, irrequieti, vuoti, come se non ci fosse più quella cosa che ci fa stare bene.

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