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Neurobiologia dell’aggressività sociale

Neurobiologia dell'aggressività sociale: secondo un recente studio condotto alla Duke-NUS Medical School, alcuni fattori neurobiologici sarebbero responsabili di innescare compartamenti aggressivi contro i propri simili

Di Guest

Pubblicato il 15 Nov. 2018

Il comportamento sociale può essere modulato da meccanismi neuronali, così affermano alcuni ricercatori della Duke-NUS Medical School. Tale scoperta può avere un notevole impatto sulla società visto il forte incremento di episodi di bullismo e aggressioni, principalmente tra i più giovani.

Adriano Mauro Ellena

 

E’ risaputo ormai da tempo quanto l’essere umano sia un animale estremamente sociale, le cui interazioni sono fortemente regolate da gerarchie sociali. D’altro canto, il non rispetto di queste gerarchie può essere estremamente dannoso.

Quello a cui ha portato la ricerca condotta dalla Duke-NUS Medical School è sorprendente, ovvero la scoperta di un particolare meccanismo neuronale che regola e modula la “dominanza sociale“ all’interno di un gruppo di topi.

Nello specifico è stato scoperto che una proteina avente funzione di fattore di crescita, la BDNF (Brain-derived neurotrophic factor) e il suo rispettivo recettore TrkB (Tropomyosin receptor kinase B) modulano la dominanza sociale nei topi.

Neurobiologia dell’aggressività sociale: l’esperimento

L’esperimento è stato condotto nel seguente modo: sono stati generati topi transgenici nei quali è stato rimosso il recettore TrkB negli interneuroni GABAergici presenti nell’area cerebrale adibita alla regolazione emotiva ed al comportamento sociale (Sistema Corticolimbico). I topi transgenici sono stati successivamente collocati in uno spazio insieme a topi non-transgenici. L’esito è stato sorprendente. I primi hanno iniziato a manifestare comportamenti particolarmente aggressivi rispetto ai topi non-transgenici.

Una volta evidenziato ciò, i ricercatori non si sono limitati però a segnalare l’aumento del comportamento aggressivo, ma hanno voluto approfondire la questione per cercare di comprendere tali comportamenti aggressivi.

Neurobiologia dell’aggressività sociale: i risultati

I ricercatori hanno dunque eseguito dei test comportamentali per meglio comprenderne l’origine. Anche in questo caso le scoperte si sono rivelate molto interessanti:

  • L’aggressività non era finalizzata a proteggere il territorio;
  • L’aggressività non era dovuta ad una maggior forza fisica dei topi transgenici;
  • I topi transgenici presentavano maggiori ferite rispetto agli altri topi;
  • L’aggressività era il risultato di un incremento della lotta per lo status e la dominanza sugli altri topi all’interno del gruppo.

I ricercatori, a seguito di ciò, hanno ipotizzato che la perdita del recettore BDNF-TrkB abbia portato ad un indebolimento dei segnali inibitori da parte degli interneuroni GABAergici alle circostanti cellule eccitatorie, che si sono iperattivate. Infatti, una volta inibite le cellule eccitatorie, e ripristinato il bilancio “eccitazione-inibizione”, il comportamento aggressivo dei topi transgenici è cessato immediatamente.

Questo studio dimostrerebbe come nel comportamento sociale anche la genetica e la biologia abbiano un importantissimo ruolo.

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