expand_lessAPRI WIDGET

Junk food addiction: gli aspetti in comune con la dipendenza da nicotina e marijuana

Chi soffre di dipendenza da cibo sperimenta sintomi fisici e psicologici simili a quelli riferiti da chi vive una crisi di astinenza da nicotina o marijuana

Di Guest

Pubblicato il 21 Nov. 2018

Negli ultimi decenni, si è assistito ad un incremento del consumo del cosiddetto “cibo spazzatura”. Patatine fritte, hamburger grassi e pollo fritto sono sempre più presenti nelle diete quotidiane di grandi e bambini. Chi ne consuma in grandi quantità sostiene di non poterne più farne a meno e di volerne sempre di più.

Adriano Mauro Ellena

 

Uno studio pubblicato nel settembre 2018 afferma che le persone che riducono drasticamente il consumo di cibi altamente processati, sperimentano alcuni sintomi fisici e psicologici tipici di chi si trova in crisi d’astinenza da nicotina o marijuana.

Al fine di procedere con l’esperimento i ricercatori hanno sviluppato uno strumento costruito a partire dalle scale utilizzate per valutare i sintomi di astinenza che sopraggiungono a seguito dell’interruzione del consumo di nicotina e marijuana. Questo nuovo questionario è stato poi somministrato a 231 adulti che, nell’ultimo anno, si sono impeganti a smettere di mangiare “cibo spazzatura”.

I risultati hanno messo in evidenza quanto i sintomi siano simili a quelli esperiti da ex fumatori di sigarette e marijuana.

Conclusioni e importanza clinica

Erica Shulte, autrice dello studio, afferma che si tratta di un grande passo avanti, essendo i sintomi di astinenza un punto chiave nella diagnosi di dipendenza, questo va nella direzione di supporre che il “cibo spazzatura” sia una vera e propria dipendenza patologica.

Nicole Avena, una neuroscienzata che si è sempre occupata di ricerca sulla food addiction, afferma che questo studio ha colmato una forte mancanza nell’ambito scientifico. Fino a questo momento, infatti, non c’era modo di riuscire a misurare i sintomi d’astinenza da “cibo spazzatura”, adesso invece questo nuovo strumento fornisce una valida misurazione di questi sintomi.

Sostiene inoltre, che ciò che mangiamo contiene elevate quantità di zuccheri. Questo composto modifica le reazioni nel nostro cervello in maniera analoga ad altre sostanze quale tabacco ed alcool.

Nonostante l’impatto scientifico di questo studio, sono stati riscontrati alcuni limiti. Primo tra tutti, il fatto che il questionatio self report misurasse il percepito a distanza di tempo dei sintomi e non riuscisse a misurarli nel qui ed ora, mentre si manifestano. Inoltre, non si è tenuto conto della modalità con cui i partecipanti hanno interrotto l’assunzione di “cibo spazzatura” (se gradualmente o bruscamente).

Sicuramente però, questo studio apre le porte ad ulteriori ed approfondite ricerche fornendo una prima spiegazione al perché sia così difficile iniziare a mangiare sano.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Rassegna Stampa - State of Mind - Il Giornale delle Scienze Psicologiche
Stress e Alimentazione: quali connessioni? – Psicologia

Nelle situazioni di stress le persone possono dividersi in due tipologie: quelle che lo gestiscono mangiando di più e quelle che invece perdono l’appetito

ARTICOLI CORRELATI
Una dieta sostenibile è possibile?

Una dieta sostenibile contribuisce alla sicurezza alimentare e nutrizionale e ad una vita sana per le generazioni presenti e future

Esplorando la food addiction: quando il cibo diventa una dipendenza

Il termine food addiction indica la dipendenza da alimenti ad alto contenuto calorico, ricchi di zuccheri e grassi

WordPress Ads
cancel