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Le esperienze avverse in infanzia sono collegate a burnout e depressione in un campione di infermieri

Gli infermieri appartengono ad una categoria professionale altamente soggetta a rischio di burnout. Un recente studio ha cercato di indagare le conseguenze di esperienze infantili avverse sulla salute fisica e mentale dei giovani infermieri per capire in che modo possano influire su una maggiore sensibilità allo stress

Di Greta Riboli

Pubblicato il 16 Nov. 2018

Il numero di esperienze avverse vissute durante l’infanzia sembra essere collegato in maniera significativa ai livelli di burnout e alla gravità dei sintomi depressivi riscontrati nei giovani infermieri.

 

Presso l’Università del Texas è stato effettuato uno studio nel dipartimento della scuola di infermieristica di El Paso in cui è stato rilevato che gli studenti di infermieristica che durante l’infanzia hanno vissuto con maggiore frequenza esperienze avverse, tra cui abuso, abbandono, trascuratezza, nel presente hanno maggiori livelli di burnout e depressione rispetto ai colleghi che non hanno vissuto tali esperienze o che le hanno vissute in frequenza minore.

La scelta del campione da parte dei ricercatori è stata dettata dal fatto che la letteratura mostra come gli infermieri appartengono ad una categoria professionale altamente soggetta a rischio di burnout (Van Bogaert, Timmermans, Weeks, Van Heusden, Wouters & Franck, 2014).

Come confermato da innumerevoli studi, gli ACE (Adverse Childhood Experience) possono avere effetti negativi e duraturi sulla salute fisica e mentale degli adulti, predisponendo le persone allo sviluppo di una maggiore sensibilità allo stress (Anda, Felitti, Bremner Walker, Whitfield, Perry & Giles, 2006; Dube, Felitti, Dong, Chapman, Giles & Anda, 2003).

Lo studio

Tra gli autori dello studio ritroviamo i docenti della facoltà di infermieristica UTEP Gloria McKee-Lopez, Leslie K. Robbins, Elias Provencio-Vasquez, ex preside della scuola infermieristica e attuale preside della University of Colorado College of Nursing presso l’Anschutz Medical Campus e Hector A. Olvera, direttore della ricerca presso la School of Nursing.

Il campione oggetto della ricerca era composto da 211 studenti iscritti al primo semestre dei corsi di infermieristica del programma BSN (Bachelor of Science in Nursing), ai quali è stato chiesto di compilare una serie di questionari deputati a misurare il numero di ACE, il livello di depressione e il livello di burnout.

Il numero di esperienze avversive infantili riportati dai partecipanti ha mostrato una relazione significativa sui livelli di burnout e sulla gravità dei sintomi depressivi.

Inoltre, le studentesse con un numero più elevato di ACE avevano più probabilità di riportare livelli più elevati di burnout di tipo A (Emotional Exhaustion) e burnout di tipo B (Depersonalizzazione), oltre a punteggi di gravità della depressione più alti rispetto agli studenti di genere maschile.

Conclusioni

Lo studio supporta gli sforzi dei programmi di assistenza infermieristica in tutto il paese per preparare al meglio una nuova generazione di infermieri alle esigenze della professione.

I ricercatori raccomandano di istruire la facoltà infermieristica sulla frequenza e la gamma di ACE sperimentate dagli studenti infermieri in arrivo, che potrebbero metterli a maggior rischio di sviluppare stress, burnout e depressione mentre sono nel programma. Raccomandano inoltre di fornire ai docenti le risorse per fornire informazioni agli studenti sui servizi di consulenza e supporto psicologico.

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