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Perdita ambigua, perdere un caro pur avendolo vicino: il dolore dei famigliari di persone con demenza

L’esperienza di perdita ambigua si distingue da quella della morte perché la persona cara vive pur risultando di fatto assente, come nel caso delle demenze

Di Maria Aricò

Pubblicato il 08 Ott. 2018

Aggiornato il 21 Gen. 2020 13:59

Il termine “perdita ambigua” è stato introdotto da Pauline Boss, e si riferisce ad una perdita che non è chiara, che non ha nessuna risoluzione. La perdita ambigua determina una sofferenza senza sbocco, senza possibilità di chiusura.

 

Perdita ambigua: origine e definizione del costrutto

In origine, il concetto di perdita ambigua venne utilizzato negli studi sulle famiglie dei soldati dispersi in combattimento. Attualmente è possibile individuare e definire due tipi di perdita ambigua. La prima si riferisce a quei casi in cui un individuo è psicologicamente presente nella mente della famiglia ma fisicamente assente, come ad es. una persona scomparsa. Il secondo tipo di perdita ambigua si verifica quando la persona è fisicamente presente ma psicologicamente assente, come nel caso delle persone affette da demenza, da malattie mentali, o abuso di sostanze. Questa ambiguità può generare un senso di impotenza e propensione alla depressione, all’ansia e ai conflitti relazionali: l’ambiguità che caratterizza la malattia rende la persona (caregiver) confusa, incapace di prendere decisioni.

La perdita indefinita scaturisce dalla mancanza di certezza sulla presenza o assenza di una persona e dall’angoscia derivante dalla conseguente costante ricerca di coerenza. Talvolta persino la certezza della morte risulta più accettabile della continuità di un dubbio. La persona si sente defraudata dei rituali simbolici che ordinariamente supportano una perdita evidente. A causa di ciò, la sua esperienza manca di verifica da parte della comunità che la circonda, non esiste quindi condivisione dei propri sentimenti e vissuti.

Perdita ambigua e morte: due dolori riconosciuti diversamente

L’esperienza di perdita ambigua si distingue da quella della morte perché la persona amata vive ancora. Vi è la mancanza di un senso della fine, che è tipica della morte, in cui anche il caregiver sperimenta una perdita graduale. Generalmente, la nostra società non dà alla perdita ambigua lo stesso peso della morte, perché la persona continua a vivere. La perdita ambigua è, invece, significativa e dolorosa.

Nel caso della demenza, i caregiver sono costretti a vivere continuamente la perdita della persona che un tempo conoscevano e amavano, continuando a fornire loro assistenza.

Cognitivamente bloccate, molte persone mettono in atto risposte irrazionali e si comportano come se il congiunto fosse già mancato, oppure arrivano viceversa a negare l’esistenza della malattia stessa, interagendo con la persona come se non esistesse il problema. I caregiver che forniscono assistenza in giovane età, proprio in ragione del fatto che prestano assistenza prematuramente rispetto a quanto si sarebbero aspettati, sperimentano una forma complessa di perdita ambigua: soffrono sia della perdita della persona che amano, sia della perdita della loro identità in relazione alla persona amata. Ogni atto di cura, come somministrare i farmaci o pagare le bollette, ricorda che il loro caro non ha più le facoltà mentali per farlo, e quindi che la persona amata non c’è più. Per molti giovani caregiver, questo può significare un cambiamento trasformativo nella percezione della loro identità all’interno della famiglia. Alcuni caregiver si sentono costretti a venire a patti con una perdita delle loro interazioni “normali” con la persona amata. Alcuni di loro dicono di sentirsi “i genitori” della persona, piuttosto che i figli.

I caregiver delle persone con demenza che affrontano una perdita ambigua possono ricercare un supporto professionale. Uno psicologo in questi casi può valutare il livello di dolore e la capacità di resilienza del caregiver. La terapia può aiutare la persona a trovare un significato, vivere con l’incertezza e ridefinire relazioni e identità. Scoprire la speranza attraverso nuovi piani di vita e sogni può rafforzare la capacità del caregiver di affrontare il futuro.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Boss, P. (1999). Ambiguous loss: Learning to live with unresolved grief. Cambridge, MA, US: Harvard University Press.
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