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Dimentichi spesso le password dei tuoi account online? Ecco perché e come ciò accade

Secondo un recente studio la nostra capacità di ricordare una password è fortemente influenzata dalla frequenza degli accessi e quindi dell'utilizzo di quella password. Sembra invece che la tipologia di account (es. sito della banca, social o sito per lo shopping) non influenzi il processo mnemonico e di rievocazione.

Di Greta Riboli

Pubblicato il 05 Ott. 2018

Nell’era del digitale e delle nuove tecnologie, ogni accesso, sito internet, app o personal device è protetto da password, non per tutti però è facile tenere a mente queste informazioni! Alcuni studiosi si sono interrogati sui processi che si nascondo dietro alla tendenza a dimenticare queste “parole segrete”.

 

Attraverso uno studio condotto alla Rutgers University, New Brunswick, sono state indagate le modalità e le motivazioni sottese alla tendenza che molte persone hanno a dimenticare le password di accesso ai vari siti internet.

I siti web si concentrano sul dire agli utenti se le loro password sono deboli o forti, ma non fanno nulla per aiutare le persone a ricordarle.

afferma Janne Lindqvist, coautrice di studi e assistente professore presso il Dipartimento di ingegneria elettrica e informatica della School of Engineering.

È risaputo che, nonostante i siti consiglino o impongano password contenenti lettere minuscole e maiuscole, numeri e caratteri speciali, le persone preferiscono password semplici e poco sicure.

Gli autori di questo studio hanno ipotizzato che il recupero mnemonico possa dipendere dall’importanza della password e dalla frequenza con cui la si utilizza.

Cosa rivela lo studio

I partecipanti allo studio sono stati reclutati pubblicando volantini nel campus, attraverso annunci sul web e tramite mailing list universitarie, per un totale di 100 partecipanti, di cui il 52% donne e 48% uomini, di età compresa tra i 18 ed i 62 anni (età media 24), tra cui studenti universitari, laureati e impiegati.

La procedura sperimentale consisteva nel chiedere ai partecipanti di creare 8 password per accedere a 8 account diversi e di fare il log-in con una certa frequenza.

Dai risultati è emerso che la frequenza dei log-in aiuta le persone a memorizzare le proprie password. Ovvero, più accessi si fanno a un determinato account e più le probabilità di ricordarci una password aumentano. Inoltre, è emerso come le tipologie di account (esempio sito della banca, piuttosto che social o sito per lo shopping) non influenzano i processi mnemonici.

Infine, l’elaborazione semantica della password ha un suo peso nella memorizzazione e nel recupero di questa.

È stato inoltre chiesto ai partecipanti di condividere con i ricercatori le strategie con le quali essi memorizzano le proprie password. Le strategie emerse sono:

  1. Creare password contenenti nomi di familiari, delle scuole frequentate o date significative
  2. Memorizzare la password in base ad un determinato ordine sulla tastiera
  3. Usare la password frequentemente
  4. Associare una password ad un determinato sito web
  5. Generare password particolarmente semplici, contenenti ad esempio il proprio cognome

Il nostro modello potrebbe essere utilizzato per prevedere la facilità di memorizzazione delle password, misurare se le persone le ricordano e richiedere ai progettisti di sistemi di password di fornire incentivi alle persone per accedere regolarmente – ha detto Lindqvist.

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