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La vera forza della psicoterapia: il cambiamento epigenetico

Epigenetica: le scienze mediche si stanno evolvendo a favore di un approccio integrato, che tenga conto della neuroplasticità del cervello umano. La psicoterapia potrebbe considerare il cambiamento epigenetico il fulcro della sua efficacia

Di Paolo Mandolillo

Pubblicato il 10 Set. 2018

Aggiornato il 03 Ott. 2018 09:44

Il rapporto tra genetica e ambiente è un interrogativo caro alla Psicoterapia e sta diventando terreno d’incontro anche di altre scienze mediche: si tratta di epigenetica

 

La Psicoterapia, disciplina che integra i contributi della Psicologia e della Psichiatria, ha sempre abbracciato una tradizione occidentale organicista che, nel corso della sua evoluzione, ha considerato le caratteristiche psicologiche individuali nel modo il più omogeneo e lineare possibile, al punto da suggerire la costruzione di assunti teorici quali il temperamento, la personalità o il carattere, col preciso intento di creare dei modelli teorici utili a “disegnare” le evidenze osservate.

Per molto tempo, le associazioni tra gli studi della psicopatologia e della genetica molecolare si sono esclusivamente considerate in termini di “fattori predittivi”. Le cose sono iniziate a cambiare con l’avanzamento della Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI) che ha definito il presupposto teorico secondo cui genetica e ambiente, nella loro interazione, determinano la costruzione dell’essere umano nel suo complesso.

In questo quadro epistemologico diventa possibile introdurre un nuovo campo che sta rivoluzionando tutti i rami della medicina, l’epigenetica.

Epigenetica: cos’ è?

L’ epigenetica è difficile da definire: si riferisce alle modificazioni che intervengono non direttamente sulla sequenza del DNA (cioè sulla successione di basi che compone un gene) ma sulla sua struttura (Laruffa 2017). È la modalità attraverso cui l’ambiente interagisce con il genoma a livello molecolare.

È una disciplina trasversale che probabilmente ha molto da dire anche nel campo dello studio della psiche: può essere considerata il “ponte” (assieme alle neuroscienze) capace di collegare la biologia con la psicoterapia, perché dimostra che l’ambiente non interagisce con il DNA esclusivamente attraverso l’evoluzione, ma può farlo direttamente attraverso l’interazione con l’individuo tramite l’azione di meccanismi che modulano l’espressione genica.

Epigenetica: il rapporto con psichiatria e neuroscienze

L’interesse per l’ epigenetica in psichiatria è iniziato con le ricerche sui meccanismi epigenetici che influenzano i normali pattern del neurosviluppo delle funzioni cerebrali e, conseguentemente, dei meccanismi che intervengono nello sviluppo inadeguato implicato in alcuni disturbi psichiatrici (Iannitelli e Biondi, 2014).

Successivamente si è considerato che le modificazioni epigenetiche avvenute durante la vita uterina rimangono stabili per tutta la vita, tuttavia “rimodellamenti” epigenetici possono avvenire durante la vita adulta sotto l’influenza di fattori ambientali, quali farmaci, sostanze chimiche, ma anche fattori psicosociali.

Nel frattempo lo sviluppo delle conoscenze relative alla plasticità cerebrale sta sempre più orientando gli studi verso una prospettiva della psicoterapia più neurobiologica, che riflette la natura dinamica dell’interazione tra geni e ambiente (Siracusano et al., 2008). La plasticità neurale è la capacità del cervello di essere modificato, sia durante lo sviluppo che da adulto, dall’esperienza e dall’ambiente (Lazzerini et al., 2015): questa evidenza, dagli studi degli anni novanta di Kandel (1999) in poi, orienta da tempo gli sviluppi delle neuroscienze che danno conferma circa l’efficacia dei trattamenti.

Epigenetica e psicoterapia: potenzialità future

In questa cornice epistemologica, che nasce dall’integrazione dei contributi della psichiatria genetica e delle neuroscienze, la psicoterapia, oltre essere capace di determinare dei veri e propri cambiamenti nella morfologia del cervello, merita davvero la definizione di “droga epigenetica” fornita da Stahl (2012) perché può essere capace di determinare un cambiamento biologico che si riflette nel pensiero, nel comportamento, nell’interazione umana.

L’ epigenetica può nel tempo fornire istruzioni ed incoraggiamenti per la promozione della salute mentale attraverso un approccio capace di andare “oltre” traiettorie ben definite. Per intenderci: abbracciando il noto modello di Cloninger (1994) le probabilità che un giovane novelty seeking svilupperà un ADHD o un disturbo di personalità del cluster B del DSM non dipendono dalla passività genetica predisposta dal temperamento ma dipendono da fattori ambientali capaci di modifiche epigenetiche. La prevenzione dovrebbe dunque mirare alla creazione di adeguati e personalizzati ambienti psicosociali, capaci di dare spazio ad interventi psicoterapici che possano coinvolgere a più livelli i sistemi (familiari, scolastici e professionali) in cui le persone interagiscono e vivono.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Cloniger, C., R., (1994). Temperament and Personality. Current Opinion in Neurobiology. 4(2):266-73.
  • Iannitelli, A., Biondi, M., (2014). L’epigenetica nella terapia dei disturbi psichiatrici. Rivista di Psichiatria, vol. 49; p. 1-1.
  • Kandel, E., R., (1999). Biology and the future of psychoanalysis. American journal of Psychiatry, 156: 505-524.
  • Laruffa, M., (2017) La cura: il viaggio di guarigione dell'anima. Reggio Calabria, Laruffa Editore.
  • Lazzerini, L., Reda, V., Cammarata, M., (2015). La plasticità neurale e i cambiamenti prodotti dalla psicoterapia nel cervello.
  • Siracusano, A., Sarchiola, L., Niolu, C., (2008). Psichiatria, psicoterapia e neuroscienze. Noos;14(1):67-92.
  • Stahl, S.M., (2012). Psychotherapy as an epigenetic “drug”: psychiatric therapeutics target symptoms linked to malfunctioning brain circuits with psychotherapy as well as with drugs. J Clin Pharm Ther; 37: 249-53.
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