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Country for old men (2018): l’ emigrazione dei pensionati verso Paesi dalla fiscalità più accogliente – Recensione del film documentario

Stefano Cravero e Pietro Jona hanno realizzato un documentario dal titolo Country for old men. Il film documentario parla dell'esilio dei pensionati americani verso Paesi dalla fiscalità più accogliente.

Di Gianluca Frazzoni

Pubblicato il 27 Set. 2018

Nel 2007 i fratelli Coen, col loro Non è un paese per vecchi, creavano un film che sarebbe diventato iconico, simbolo anche linguistico di derive umane e sociali che percorrevano le nostre latitudini; nel 2017 Stefano Cravero e Pietro Jona realizzano un documentario, in uscita tra pochi giorni, dal titolo esattamente opposto, Country for old men.

 

E il tema è a suo modo singolare, originale. Cittadini americani in esilio a Cotacachi, Ecuador. Pensionati spinti sulle Ande dall’impossibilità di vivere dignitosamente nel loro paese, dall’insofferenza verso un’America che non riconoscono (più), da entrambe le motivazioni o da qualcosa che per ciascuno di loro è soggettivo, personale. L’emigrazione di pensionati da paesi del mondo occidentale verso lidi dalla fiscalità più accogliente, con un sistema economico alla loro portata e talvolta il beneficio accessorio di un clima temperato non è di per sé una notizia né una novità.

Non più, ormai. Ciò che Country for old men esplora è una dimensione più inaspettata, un caso singolo che si discosta almeno in parte dalle logiche che governano gli altri. L’America dei nuovi muri, l’America dei gringos invasori commerciali si rivela insospettabilmente – o forse con acquisita prevedibilità – terra di sfilacciamenti che cercano di ricomporsi altrove.

Ci sono pensionati che non ce la fanno e riparano a Cotacachi dove i loro dollari risicati diventano sufficienti, persino abbondanti a volte; gente comune logorata dall’America delle guerre immaginarie, delle armi anche in tempo di pace, gente comune che vuole sentirsi finalmente al sicuro nelle benedette politiche ecuadoregne di contrasto alle armi; madri che dopo morte non vorranno fare ritorno in patria ma sciogliersi in ceneri fra le acque del fiume, anche a costo di finire in bocca a una trota.

L’ARTICOLO CONTINUA DOPO IL TRAILER DEL FILM DOCUMENTARIO COUNTRY FOR OLD MEN:

L’integrazione di questa umanità segue e rispetta i modi di ogni integrazione in qualunque luogo del mondo: alcuni cercano, quasi buffi, di imparare la lingua locale per muoversi al mercato senza sentirsi stranieri, altri escono a fare la spesa e tornano a casa per esserlo, stranieri attaccati ai notiziari americani; se alcuni vivono il materializzarsi di un esilio ben poco eroico, per altri è la rinascita dello stare insieme, del ballo, della condivisione.

Si finisce addirittura per detestare l’arrivo di nuovi americani, ché un luogo dove ci si sente finalmente liberi non diventi una nuova colonia con le gabbie di ogni colonia. Cotacachi è un universo inconcepibile per chi ha trascorso la sua prima vita immerso nei valori del sogno americano, nel sentimento anti latinos e nella contrapposizione, tanto reale negli esiti concreti quanto distorta dalle fantasie (guidate?) dei popoli, fra due culture diffidenti l’una dell’altra, impossibili da assimilare per mentalità e stili di vita.

Un movimento alla volta e i due mondi appaiono sovrapponibili, si confondono per diventare uno solo. Il pensionato americano scopre di poter essere curato negli ospedali del sistema rivale, sentendosi forse più al sicuro e meno strangolato dalla morsa competitiva che lo poneva sempre a confronto con lo spettro dell’esclusione.

Country for old men è un racconto, dà voce a esperienze che restituiscono il senso di una similarità capace di umanizzare le differenze; un viaggio in un luogo piccolo, custodito, al quale si giunge mossi da una condizione di debolezza, talvolta di malinconia, quasi sempre dovendo affrontare un cambiamento che in altre fasi della vita non si sarebbe previsto né desiderato. E questi anziani migranti americani colpiscono perché la maggior parte di loro riesce a dare significato a ciò che altrimenti sarebbe un crepuscolo venato di un senso di ingiustizia; la migrazione diventa incontro sorprendente, una riscoperta di sé che Country for old men osserva e ricostruisce bilanciando le parole consapevoli, i passi incerti, l’energia matura o ingenua di chi fugge o rinasce a Cotacachi.

COUNTRY FOR OLD MEN: LA PAROLA A PIETRO JONA E STEFANO CRAVERO

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